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sabato 25 novembre 2017

Le Lacrime amare di Petra Von Kant - Un film di R.W. Fassbinder

Rainer Werner Fassbinder è stato un ossessione personale, durante la mia gioventù, mentre i miei coetanei impazzivano per Rocky Balboa e Ghostbusters , Paolo Villaggio, io mi lasciavo corrompere da quest' uomo torbido, cinico-nichilista, sessualmente provocatore, antisociale e clericale, sopratutto, lontano dalla grazia della chiesa.
La sua arte era una forma di anarchia raffinata, colta , tuttavia Punk o meglio anticipava di almeno un decennio l'estetica di quel movimento, in forma addirittura post, e  questo nel teatro, e solo successivamente attraverso il cinema, nello specifico il Neorealismo Tedesco. Ero molto giovane e attratto dalla cultura teutonico mitteleuropea , inizialmente per via di Bertolt Brecht e Kurt Weil, successivamente per Nietzsche e tutto il Kraut Rock, infine il cinema.

Ricordo in maniera fin troppo nitida e viva, una maratona notturna del contenitore televisivo Fuori Orario Cose mai Viste, il professionale appassionato critico Enrico Ghezzi presentò diversi film fra cui questa ossessiva storia particolare, mutuata in realtà dal teatro, il primo amore del regista. Di tutti i film di R.W. Fassbinder, forse il più teatrale, almeno per la struttura portante, e  nel 1972 in veste di film questa tipologia di lavoro era originalissima, una vera avanguardia.
Vorrei anche mettere un punto fermo sulla poetica  "fassbinderiana ", perché mi prendo un po la responsabilità , per gusto personale , di tracciare un percorso che parte da Petra Von Kant e va poi  concretizzare con il meraviglioso, e triste " Un anno con tredici lune ", siamo nel nel 1978 , da qui si giunge poi fino all'apice assoluto , il canto del cigno "suicida " , Querelle de Brest , in parte completato e strutturato dopo il triste ma annunciato evento, 1982 . Totalmente ambientato nell' Atelier di Petra Von Kant , ci narra la tragica vicenda umana  di una donna votata all'autodistruzione ; una stilista fredda e cinica, vedova di un marito e reduce di un divorzio,  fra l'altro uomini da lei stessa logorati.
Solo Marlene, sua aiutante se non addirittura prolunga di vita , è consentito massima fiducia negli affari , e accesso al mondo introspettivo e personale di questa donna , ricchissima e benestante, circondata da un lusso sfarzoso. Fra Petra e Marlene vi in veità un rapporto diverso, non semplicemente lavorativo ma morboso, la signora fa leva sull' attrazione magnetica che affascina e seduce la serva, schiavizzata, per vezzi e capricci, vizi e stravizi.
Marlene è il suo asso nella manica, il tramite per ogni modella affascinante ed è proprio grazie a lei che Petra incontra Karin , l'amore definitivamente omosessuale più travolgente della sua vita, a tal punto d'addolcirsi con la sua stessa pupilla, serva di fiducia e non ultimo, ricordo e sottolineo agente personale (particola importante , in quanto psicologicamente rivela l'omosessualità latente e repressa della Von Kant , è l'amor succube e servile di quest'ultima)
Una storia di passione intensa, dove la modella assorbe astutamente il meglio, osservando e sfruttando tutte le dinamiche che regnano nell' Atelier Von Kant , quindi soggiogando la stessa Marlene. Una volta ottenuto l' ingresso verso la porta principale del successo, conquistato l'uomo ambito e bramato, distruggerà psicologicamente la stilista, con crudeltà, disprezzo, spietato cinismo, risvegliando un po d'amor proprio verso Marlene.
Petra Von Kant nella sua disperata ossessiva depressione cercherà di aggrapparsi alla sua pupilla ma in lei ritroverà la semina di una vita, a partire dai suoi mariti fino all'ultimo dei suoi giorni, culminanti con un suicidio.
Un vero dramma artistico, fatale come una tragedia Greca, il mio film preferito in assoluto per un immaginario che sento profondamente mio, epidermico. Meraviglioso e sublime

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