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Questo blog è nato come se fosse un'isola felice dove sperimentare una scrittura personale e condividere le mie passioni con qualsiasi internauta interessato alla bellezza. La sua dinamo propulsiva è la passione e l'amore per l'Arte. Ho realizzato uno spazio libero e autogestito, impostando tale contenitore come se fosse un potenziale Magazine cartaceo di approfondimenti culturali e artistici. Global Artistic Fusion è una sintesi della mia ricerca popolare e culturale: un mondo che vi offro nel My Ideal Blog 2.0

lunedì 30 giugno 2025

Music Reviuw 2.0 - i suoni del nuovo millennio - presenta: No Longer Human di Antonio Tonietti - DISSIPATIO records / 2024




Music Reviuw 2.0  

- i suoni del nuovo millennio -

presenta

No Longer Human di Antonio Tonietti

DISSIPATIO records / 2024


Antonio Tonietti nella sua vita da farmacista, si è dedicato con ottimi risultati all'attività di liutaio/inventore di strumenti, musicista e compositore/esecutore. Collabora a diversi progetti discografici (Icereport e De Musica et Fungorum Effectis, Francesco Paladino, Incredible!, Le forbici di Manitù, Gianluca Becuzzi, con cui collabora sia come liutaio che come musicista) e incrocia anche uno dei maestri del massimalismo americano, Glen Branca, partecipando alla sua Sinfonia N. 13 Hallucination City. Il primo album, "Improvvisi per Tavola Armonica", pubblicato per Sonorus records, è stato creato esclusivamente con i suoni provenienti da uno strumento di sua invenzione, che mescola corde, molle, kalimba, vari oggetti che permettono interessanti collage sonori. Ha anche prodotto due brani inclusi in pubblicazioni dedicate rispettivamente alla vita di Nick Drake e Ian Curtis

Il secondo album esce il 27 gennaio per l'etichetta Dissipatio ed è dedicato alla vita e all'opera di Osamu Dazai e al suo romanzo No Longer Human. Antonio utilizza esclusivamente strumenti rigorosamente fatti in casa. I dati biografici di Antonio Tonietti ci presentano una mente creativa particolarmente interessante e alternativa, indipendente anche per la capacità di autocostruirsi gli strumenti musicali e tracciare degli itinerari e delle trame concettuali, mai banali, influenzata dalla passione per la cultura orientale, in particolar modo, tutto quell'immaginario che proviene dal Giappone. 

Ma chi è Dazai e perché è così centrale per comprendere la fruizione musicale di un lavoro complesso come No Longer Human

Dazai Osamu (1909-1948), pseudonimo letterario di Tsushima Shūji, nasce in una famiglia di ricchi proprietari terrieri nel Nord del Giappone. Nutritosi dei fermenti intellettuali degli anni venti, prende parte all’attività dei movimenti rivoluzionari di sinistra, restando però ancorato a un confuso ribellismo anarchico. Abbandona gli studi per dedicarsi alla scrittura, rompe con la famiglia e inaugura un’esistenza sbandata, con abuso di alcol e narcotici, culminata nel suicidio
Il romanzo postumo No Longer Human ( da noi tradotto con il titolo Lo Squalificato) lascia ai posteri forti tratti biografici e si inserisce nella tradizione della scuola decadente conosciuta come Burai-ha
Nel personaggio di Ōba Yōzo - con la sua torbida e decadente maschera - ritroviamo  l'austerità della società giapponese di allora in cui, se non ci si conforma, la pena è la squalifica.  
Mi sono approcciato all'ascolto del disco analizzando i tre taccuini che segnano le vicende di Ōba Yōzo e tracciano le differenti maschere del romanzo. Il CD No Longer Human è suddiviso in quattro movimenti: First Notebook, Second NotebookThird Notebook e Epilogue proprio come il libro ( se si esclude la parte introduttiva de Lo Squalificato)

Unire la lettura del romanzo e l'ascolto del CD - oltre a farci immedesimare in Ōba Yōzo . ci aiuta a comprendere la poetica letteraria di Dazai e la cultura  del decantentismo Burai-ha  - " Ho condotto una vita colma di vergogna. Mi sfugge finanche il senso dell’esistenza umana.” - è l'incipit da cui partire [ ...]  “Era mia convinzione che, per un uomo, “essere rispettato” significasse ingannare quante più persone possibili, fino al momento in cui un essere onnisciente e onnipotente si fosse palesato per mandarlo in rovina, infliggendogli una vergogna peggiore della morte.”




First Notebook è un flusso elettroacustico originato dagli strumenti autocostruiti di Tonietti - la chitarra battente preparata, la tavola armonica, duduk, filtrati anche attraverso i sintetizzatori  - si sovrappongono e si compenetrano con gli incanti acustici del piano di Massimo Amato e la vocalità strumentale elegiaca di Claudio Milano. Per raccontare l'infanzia di Ōba Yōzo le soluzioni sonore attuate sono cangianti di charoscuri e umori orientali, a cui fanno eco le scuole avanguardistiche occidentali.  Ora la maschera e la teatralità del personaggio prendono scena nelle trame musicali dell'album.  

“Innamorarsi, far innamorare, espressioni oltremodo volgari, patetiche e supponenti; a pronunciarle, pur in circostanze solenni, si finisce con il demolire il tempio della malinconia, rendendo tutto ovvio e banale.” 

In Second Notebook cambiano le dinamiche di suono - più vicine al rumorismo industrial - con ciangori elettronici e field recording spettrali. Ottimo l'amalgama delle sonorità atmosferiche ottenute dal basso preparato, poi manipolate e processate dai sintetizzatori di Tonietti. La ricerca vocale di Claudio Milano esalta le inquietudini di Ōba adolescente nei confronti della società.  La catarsi sperimentale di siffatta musica  si riflette nelle pagine del romanzo, fino ad amplificare la condizione esistenziale del protagonista; la cui precaria identità psicologica viene erosa dagli impietosi standard morali e conformisti della societa nipponica.  

Ōba Yōzo  si immerge in una dark side dove:  la donna e l'universo femminile sono appigli a cui aggrapparsi prima dell'immanennte oblio -  “La società è simile al mare, con le sue innumerevoli profondità e quel sorriso – al pari di un guizzo di luce brillante negli abissi marini – mi permise di scorgere il baratro della vita adulta.”
   
In Third Notebook le pulsazioni del basso si fanno più dense e si inabissano in un fondale oscuro di campionamenti orchestrali e rumori dissonanti - perlopiù proventienti da fieldrecordings di ambienti naturaliGiorgio Pinardi subentra al canto per inscenare una liturgia dell'impossibile; la cui phoné  ipnotica mi fa pensare ad un mantra orientale primordiale, emerso in un background di sibili alienanti che si infrangono in  una coda in dissolvenza  prossima al silenzio metafisico del creato

L'esistenza depressiva del personaggio è votata all'autodistruzione: egli si lascia annegare nel profondo mare dell'irrazionalità.  Oltre la propria maschera resta soltanto la follia: Dio, ti chiedo: è una colpa non opporre resistenza?      

[ “Ormai non ero più considerato un criminale, bensì un pazzo. Eppure io sapevo bene di non esserlo. Non lo ero mai stato, nemmeno per un istante. Ma forse è quello che dice ogni pazzo di sé. In ogni caso, quelli ricoverati nell’ospedale erano considerati matti, mentre quelli fuori no, così stavano le cose.  ]

Epilogue

Epilogue, l’ultimo brano di No Longer Human, è costruito alla stessa maniera del brano I’m Sitting In A Room di Alvin Lucier

In principio Antonio Tonietti ha registrato su nastro la frase recitata dalla scrittrice e attrice teatrale  Silvia Pegah ScaglioneOra non sono felice, ma non sono neanche infelice. Tutto passa. Questa è l’unica cosa che a parer mio s’avvicini alla verità, nella società degli esseri umani, dove ho dimorato sino a oggi come in un inferno rovente. Tutto passa  

Silvia  ha riprodotto questo frammento letterario - estrapolato  dall'epilogo del romanzo - in una stanza mentre il musicista la registrava con un altro registratore a cassetta.  Questo passaggio è stato poi riprodotto moltissime altre volte, alla fine la frase per via della “fallibilità” del nastro si dissolve, non è più intellegibileEpilogue  è di fatto un parallelo con la dissoluzione della vita del protagonista del romanzo No Longer Human.

Segnalo il contributo di Tetsurah Konishi al modified alto recorder: un flauto dolce modificato per riprodurre le sonorità esotico orientali dello shakuachi, il flauto giapponese. La sua guest  performance chiude a sugello un'operazione culturale che non merita di cadere nella retrovia delle cosidette nicchie di mercato della musica sperimentale underground





Dal mio personale punto di osservazione critico-analitico No Longer Human è una raffinata esperienza sensoriale: il nostro ( artista, farmacista e liutaio) ha creato un prodotto artistico totale inclusivo di cartoline nella prima edizione numerata ( realizzate a mano dallo stesso Antonio) con la tecnica gelli press pinting - un particolare procedimento di composizione tipografica di monotype: in questa disamina trovate il ritratto di Dazai/ Ōba Yōzo ( come lo vedete in alto) e due delle quattro coprotagoniste femminili della sua tormentata vicenda esistenziale ( di cui ho vi ho allegato la prima e l'ultima card)  


No Longer Human 
by 
Antonio Tonietti 


1.First notebook 08:18
2.Second notebook 09:36
3.Third notebook 09:56
4. Epilogue 12:46

About

'No Longer Human
is dedicated to the life and work of Osamu Dazai and his novel No Longer Human



First notebook:
Antonio Tonietti: chitarra battente preparata, duduk
tavola armonica, synth
Claudio Milano: voce
Massimo Amato: piano

Second notebook:
Antonio Tonietti: basso preparato, basso, synth
Claudio Milano: voce

Third notebook:
Antonio Tonietti: basso, synth, field recording
Giorgio Pinardi: voce

Epilogue:
Antonio Tonietti: Electric Koto, field recording
Silvia Pegah Scaglione: voce
Tetsuroh Konishi: modified alto recorder


credits
released January 27, 2024

Antonio Tonietti uses exclusively home-made instruments.
photo: Rita Lazzaro-Impermanence
Monoprint - Antonio Tonietti from the No longer Human series
mastered by Giuseppe Ielasi
license
all rights reserved




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