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Questo blog è nato come se fosse un'isola felice dove sperimentare una scrittura personale e condividere le mie passioni con qualsiasi internauta interessato alla bellezza. La sua dinamo propulsiva è la passione e l'amore per l'Arte. Ho realizzato uno spazio libero e autogestito, impostando tale contenitore come se fosse un potenziale Magazine cartaceo di approfondimenti culturali e artistici. Global Artistic Fusion è una sintesi della mia ricerca popolare e culturale: un mondo che vi offro nel My Ideal Blog 2.0

sabato 11 dicembre 2021

Il Disco è Cultura! Disamina per un romanzo di Bulgacov e un disco Jazz: Woland - omaggio a "Il Maestro e Margherita" / un progetto culturale - musicale del trio Barbiero - Manara - Sartoris. (Autoproduzione Indipendente - 2020)





Il Disco è Cultura! 

La vera musica è una legge morale che dà un'anima all'universo, le ali al pensiero, uno slancio all'immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza e la vita  e a tutte le cose, essa è l'essenza dell'ordine, ed eleva ciò che è buono, giusto è bello, di cui essa è la forma invisibile, ma tuttavia splendente, appassionata ed eterna. 

Platone

Dialoghi 400 A.C.) 


Ho un certo timore reverenziale verso questo progetto musicale realizzato da Massimo Barbiero, geniale compositore, batterista e percussionista dalle mature e consapevoli capacità concettuali e organizzative, qui affiancato dalla bravissima violista Eloisa Manera e da un giovane talento del pianoforte qual è Emanuele Sartoris. Woland omaggio a "Il Maestro e Margherita" è un capolavoro. Non potrei aggiungere nulla a quanto è già stato scritto da Davide Lelmini nelle note di copertina. 
Woland è un lavoro pervaso di una profondità espressiva e riflessiva totalizzante e appagante: e in virtù di ciò vorrei approcciare questo lavoro utilizzando una scrittura critica altrettanto in linea con tali prerogative. Sarà stimolante viaggiare in un  doppio binario dove il Jazz e la letteratura si osservano e si incontrano per ricondurre la nostra musica in una dimensione artistica di prima eccellenza.  La mia rubrica è nata per  approfondire tutti i mondi e gli universi che ruotano attorno alla musica. Cercherò dunque di sfruttare al meglio questa occasione,  perché Il Disco è Cultura e questo album musicale è ispirato al celebre romanzo  Il Maestro e Margherita di Michael Afanas'evic Bulgacov 






Il Maestro e Margherita di Bulgacov


Il Maestro e Margherita è l'opera magna di Bulgacov, uno scrittore e drammaturgo sovietico  - nato a Kiev, il 15 maggio del 1891 - e morto a Mosca, il 10 marzo del 1940 - ricordato come un uomo di grande spessore culturale e intellettuale nel novero dei grandi romanzieri del 900. Una personalità in perenne conflitto con se stesso - sovente vissuto in condizioni di indigenza - tuttavia amato da Stalin e i Soviet per via di alcuni racconti e opere teatrali in linea con la politica dei tempi, anche  per merito di alcuni romanzi che impressionarono positivamente Gogol e Hoffmann: La guardia bianca e Cuore di cane
Nonostante ciò il capolavoro conclamato di Michael Bulgacov venne pubblicato postumo - completato su indicazioni scritte del defunto dalla consorte - e ciò avvenne a causa della censura sovietica. A partire dalle traversie dell'opera in esame lo scrittore perse il consenso del regime, subendo un pesante boicottaggio. 

Il Maestro e Margherita è un'opera innovativa e si contraddistingue per via della complessità strutturale: il romanzo prende vita contemporaneamente su tre piani narrativi differenti che - in un intrigante intersecazioni di azioni - immergono il lettore in una dimensione caleidoscopica e allucinante di registri - tragico, drammatico, lirico, grottesco, satirico - come se il tutto avvenisse attraversando dei piani fisici paralleli. L'impianto teatrale forte e deciso ne regge l'apparente impossibile equilibrio: il lettore stesso si trova catapultato in un'esperienza straordinaria, come se si trovasse a trascendere in un artifizio diabolico e metafisico

In primo luogo Bulgacov traccia un ritratto della vita socialista degli anni trenta tra il realismo e il sarcasmo, poi narra la vicenda di uno scrittore - Il Maestro - emarginato dalla cultura ufficiale di regime per aver scritto un romanzo incentrato sulla figura di Ponzio Pilato. Le vicende raccontate dallo scrittore si discostano dai vangeli ufficiali e quel che ne viene fuori è una narrazione ben più ardita (a tratti comparabile con l'età contemporanea). 
Il Maestro viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico dopo aver bruciato il suo manoscritto e aver perduto Margherita (amante, artefice e fervente sostenitrice del romanzo)   Nel manicomio il Maestro incontra un poeta di regime pentito e sconvolto dall'apparizione del diavolo Woland e alcuni suoi demoni, tra cui un gatto grasso come un ippopotamo di nome Behemoth 
 
Woland appare un mattino dinanzi a due cittadini: il mediocre poeta Ivan Nicolaevic e lo scrittore e intellettuale Michael Aleksandrovic Berlioz; uno dei quali sta enumerando le prove dell'inesistenza di DioIl neovenuto non è di questo parere e cerca di convincere i due letterati. Ma c'è ben altro: egli sostiene di esser stato presente al secondo interrogatorio di Gesù da parte di Ponzio Pilato e ne dà ampia relazione. Trovandosi di fronte allo scetticismo di entrambi predice la morte di Berlioz tramite un'improvvisa e accidentale decapitazione. 
La morte dello scrittore avviene poco dopo la scomparsa del Diavolo sotto gli occhi sconvolti del poeta, che perde progressivamente il senno (una volta lanciatosi alla caccia di alcuni strani individui presenti durante l'accaduto: Korov'zev e  Behemoth)

Il Diavolo facendosi passare per professore di magia nera si presenta come un famoso artista di varietà internazionale e prende possesso di un teatro locale, mandando all'aria l'equilibro che regna nella Mosca socialista. Alimentando scandalo e sovversione per via dei suoi numeri e dei suoi sortilegi demoniaci Woland corrompe uomini e donne, dimostrando quanto la società moscovita sia fragile e inerme agli eventi, senza più né Dio a cui affidarsi e né un Diavolo da temere
.
Dunque il signore degli inferi  -  con l'aiuto dei suoi demoni - si esibisce al Teatro di Varietà di fronte a un pubblico enorme e gli accadimenti sono cosi fenomenali che alcuni spettatori devono essere ricoverati in una clinica psichiatrica [...] La stessa dove sono stati internati Ivan e il Maestro. 

Woland sceglie Mosca per il grande Sabba e appare Margherita che viene coinvolta in varie peripezie dal Diavolo e dai suoi sinistri e oscuri adepti: il pallido Abadonna con il suo sguardo mortale, il gatto Behemoth, la strega Hella, il valletto Korov’ev - soprannominato Fagotto -  e il sicario Azazello. Una delle scene più famose del libro è quella in cui Margherita vola su Mosca a cavallo di una scopa, nuda e trasformata in strega, e distrugge la casa di uno dei critici di regime che hanno rovinato la vita al Maestro.

Bulgacov scrive un romanzo nel romanzo: prendono così vita anche gli accadimenti della Gerusalemme dell'Egemone PilatoDi fronte alla bontà assoluta e all’amore di Cristo il procuratore della Giudea non resta indifferente; tuttavia egli è un uomo vile, come tale è troppo schiavo del potere per andare contro i sacerdoti e risparmiare la vita di Ha-Nozri, il Nazareno
Pilato è un personaggio tormentato, consapevole di avere crocifisso il vero Dio. Le parole pronunciate dal profeta “ogni potere è violenza sugli uomini” [...] “e verrà un tempo in cui non ci sarà un potere […]. L’uomo entrerà nel regno della verità e della giustizia […]” risuonano nel suo animo tormentato e si manifestano con forti emicranie diurne, o tetre inquietudini notturne.

E' chiaro fin da subito che Bulgacov utilizza il romanzo del Maestro incentrato sulle vicende di Pilato a pretesto, per toccare delle argomentazioni scomode e affatto gradite al regime sovietico degli anni trenta: Il potere, la verità e la giustizia! Difatti troveremo la figura di un discepolo di Ha-Nozri, tale Levi Matteo, in una delle scene più emblematiche e significative di questa storia: poco dopo essersi concluso il Grande Ballo di Satana, accanto a Woland  

L'arrivo di Satana e della sua congrega di fedeli porta scompiglio non solo fra i membri di un'importante associazione letteraria sovietica, la Massolit - luogo di convegno dell'alta società moscovita - ma in tutta Mosca.  Al gran ballo (il sabba tenutosi il giorno di Venerdì Santo) Margherita vedrà spalancarsi le porte dell’inferno e conoscerà i dannati invitati (personaggi di fantasia ma riconducibili alla società russa e al regime bolscevico)

La Margherita prescelta dal diavolo in verità ha una lontana discendenza con una regina di Francia vissuta nel sedicesimo secolo e proprio in virtù di ciò Woland le promette il ricongiungimento con il Maestro e la possibilità di salvare il manoscritto su Pilato andato bruciato. 

A Satana e allo stesso Ha-Nozri - il figlio di Dio - quanto realizzato dallo scrittore non resta indifferente. Levi Matteo raggiunge il signore dell'Inferno sul tetto di un palazzo, proprio mentre quest'ultimo osserva una Mosca terrorizzata dalle folle azioni di Korov’evBehemoth comodamente appoggiato su di una spada. Ora tutto viene discusso e deciso: la felicità eterna promessa ai due amanti e il destino del manoscritto. 

Le sorti dell'Egemone si compiranno grazie ad un passaggio di consegna: il poeta di regime Ivan Nicolaevic dovrà completare l'opera, cosicché nel regno delle ombre perfino Pilato conoscerà la gioia della quiete (non senza dei sinistri e inquietanti colpi di scena... a voi lascio la scelta di giungere all'epilogo!)

Nel 1930 Bulgakov bruciò il manoscritto al seguito delle vessazioni e delle censure di regime. Lo scrittore tornò più volte sulla storia de Il Maestro e Margherita: alla sua morte lasciò appunti e annotazioni alla moglie, che ne scrisse l'ultimo capitolo. 

Il romanzo è riuscito ad emergere dalle rigide maglie della censura, conquistando proseliti e glorie soprattutto all'estero. Ad oggi resta il libro più tradotto e celebre della letteratura russa. 
Perfino i Rolling Stones hanno attinto dalla penna immaginifica e sulfurea di Michael Bulgacov per i versi introduttivi del brano Sympathy for the Devil; per non parlare della più recente Pilate dei Pearl Jam

In Italia il massimo sostenitore del romanzo fu Eugenio Montale che contribuì alla diffusione del classico letterario maudit: Il Maestro e Margherita è un romanzo-poema o, se volete, uno show in cui intervengono numerosissimi personaggi, un libro in cui un realismo quasi crudele si fonde o si mescola col più alto dei possibili temi: quello della Passione... È qui che Bulgakov si congiunge con la più profonda tradizione letteraria della sua terra: la vena messianica, quella che troviamo in certe figure di Gogol' e Dostoevskij e in quel pazzo di Dio che è il quasi immancabile comprimario di ogni grande melodramma russo. 





Massimo Barbiero 


Massimo Barbiero nasce a Ivrea nel 1963. Studia batteria e percussioni con Fiorenzo Sordini e Giorgio Gandino - entrambi docenti affermati e percussionisti della Rai di Torino  -  successivamente partecipa a diversi stage con Jack DeJohnette, Roy Haynes, Pierre Favre, Bob Moses, Daniel Humair, Jon Christensen, Andrea Centazzo e Marylin Mazur, Steve Gadd e Peter Erskine. Si avvicina alla classica contemporanea e all'avanguardia e nel contempo si avvia  agli studi del vibrafono e della marimbaNel 1989 costituisce gli  Odwalla, un ensemble di sole percussioni, aperto anche alle voci femminili e ai danzatori: un laboratorio musicale in costante movimento di  ricerca sonora e improvvisazione ethno Jazz e di  composizione mutuata dalla musica contemporanea del novecento ( per esempio Iannis Xenakis)   

Nel lontano 1984 fonda gli Enten Eller: si tratta del progetto musicale più longevo e duraturo, originatosi dalla sinergia creativa e artistica che intercorre tra Massimo Barbiero e il chitarrista Maurizio Brunod. Nel corso del tempo gli Eller hanno affrontato diversi cambi di formazione, evolvendosi in un nucleo di compositori e improvvisatori aperto alle collaborazioni e alle interconnessioni tra  professionisti e artisti proveniente da mondi culturali differenti: la danza, la poesia, la letteratura, la recitazione, la fotografia e la videoperformance
Il cd Melquiades con ospite Tim Berne è stato votato miglior disco del mese di dicembre dalla prestigiosa rivista di settore americana Down Beat  e  l'ambizioso E(x)stinzione, un lavoro per gruppo, orchestra e guest - rigorosamente dal vivo - con stralci e momenti di poesia e denuncia sociale e politica  - è stato accolto all'estero come il The Wall del Jazz.

Lo studio che Barbiero ha svolto nell'ambito della composizione per percussioni e batteria è confluito anche in una serie di cd in solitudine legati da un tema concettuale - tra l'altro  registrati con una qualità audio pressoché eccellente -: Nausicaa, Keres, Sisifo, Mantis, Simone De Beauvoir e Fili d'ErbaOltre alle incisioni in solo troviamo quelle con i quartetti Silence Quartet e Marmaduke, e in più altre per differenziati progetti in duo e trio. 
Segnalo che alcune registrazioni di concerti dal vivo includono la performance e la coreografia per danza.  Molto coraggioso il cd Gabbia, un lavoro magistrale e sperimentale condiviso con la cantante Marta Raviglia; avventuroso Denique Caelum, con la collaborazione della cantante Rossella Cangini del Silence Quartet  
Massimo Barbiero è riuscito a creare un proprio linguaggio universale partendo dalla cultura mediterranea, per poi guardare all'Europa e al resto del mondo. E' un bravissimo insegnante e  anche un affermato animatore e organizzatore di eventi culturali a Ivrea: Ivrea Jazz e il Papyrus Festival. Per approfondimenti http://www.massimobarbiero.com/IT/index.php



Eloisa Manera


Eloisa Manera è una violinista, compositrice di origini italospagnola con studi classici e orientamenti musicali sperimentali, attiva in svariati ambiti: dal post free all'avanguardia, alle contaminazioni con la minimal music e l'elettronica post rock. Questa vasta gamma di stili le ha permesso di dare vita ad una fioritura di progetti interessanti e trasversali, dove la tradizione classica e le forme sperimentali si sono amalgamate in un'attitudine originale allo sperimentalismo dell'Impro Jazz
Senza mai risultare ostica Eloisa Manera si è ritagliata una voce personale nel Jazz contemporaneo italiano e internazionale.  Ha collaborato con Herbie Hancock, Karl Berger, Ralph Alessi, Chris Cutler, Keith e Julie Tippett, Mike e Kate Westbrook, Adam Rudolph, Cyro Baptista, Enrico Intra, Andrea Dulbecco, Paolo Fresu, Roberto Cecchetto, Marco Remondini, Amalia Lopez Chueca, Yigit Ozatalay, Yasuno Katsuki ecc ecc. 

Eloisa Manera ha iniziato a suonare a 8 anni senza mai fermarsi. Si è laureata nei conservatori di Venezia, Cremona e Milano e ha studiato anche in U.S.A, Germania e Spagna. La troviamo nei meravigliosi progetti di classica contemporanea dei violoncellisti Giovanni Sollima e Mario Brunello.

Il cd Rondine - pubblicato dalla Almendra Music - è un'incisione concepita in completa solitudine dove lei esplora le infinite possibilità del violino, grazie all'utilizzo di loops e field recordingsInvisible Cities è un pregevole e raffinato lavoro orchestrale per medio ensemble, ispirato all'opera di Italo Calvino e si tratta di un libero adattamento del romanzo le Città Invisibili. L'album è un viaggio sonoro negli undici gruppi tematici che abbracciano le cinquantacinque città, dove sei duetti improvvisati si intersecano con cinque settetti (uno schema che rievoca la struttura del romanzo). Il Cd viene pubblicato dalla Aut Records ed è dedicato alla madre Juanita. Segnalo alcuni album in duo e in trio: Phase Duo con Stefano Grego, Hobo con Massimo Giuntoli, IST Italian String Trio con Maurizio Brunod e Emanuele Sartoris 

Per approfondimenti e informazioni dettagliate vi consiglio caldamente di entrare nel sito ufficiale di Eloisa Manerahttps://www.eloisamanera.com/ 



Emanuele Sartoris 


Emanuele Sartoris è un giovane pianista di talento che si avvia ai rudimenti dello strumento fin dai 10 anni, apprendendo rapidamente tutti gli stili classici e moderni: tra cui il blues e il Jazz.  Approda allo studio della musica afroamericana da studente professionale frequentando i seminari di improvvisazione e composizione, e si diploma sotto la guida di Dado Moroni presso il conservatorio di Torino, dove consegue anche la Laurea di Composizione e Orchestrazione con il massimo dei voti sotto la guida di Furio Di Castri  e di Giampaolo Casati. Presso la prestigiosa Julliard di New York frequenta dei corsi di perfezionamento e prende contatti con gli ambienti musicali del posto, per poi fare ritorno nel capoluogo piemontese con un ricco background e una piena sicurezza delle proprie possibilità espressive e strumentali. 

Suona in numerosi festivals nazionali e internazionali, tra cui il Torino Jazz Festival e Open Papyrus Jazz Festival  di Ivrea (dove prende contatto con Massimo Barbiero e Maurizio Brunod) Partecipa al disco celebrativo del chitarrista Maurizio Brunod titolato Maurizio Brunod Ensemble (Caligola,2020.): si tratta di un'incisione eponima che vanta la presenza di musicisti eccellenti, quali Daniele Bonaventura e Gianluigi Trovesi. Viene coinvolto da Massimo Barbiero in Woland  - omaggio a "Il Maestro e Margherita". Ha inciso per la Dodicilune l'interessante I Suoni del Male - un cd in duo con i contrabbassista Marco Bellafiore - e il piano solo I Nuovi Studi. I due lavori sono stati ben accolti; sia dalla critica che dal pubblico.  

Sartoris fa anche un'esperienza televisiva di una certa importanza come ospite fisso del programma musicale Nessun Dorma, condotto da Massimo Bernardini  e andato in onda su Rai5. Questa opportunità frutta anche un cd dal titolo Téchne, condiviso con i compagni di studio Night Dreamers (la resident band del contenitore culturale) Grazie a questa vetrina mediatica si confronta con dei musicisti storici: il pianista  Patrizio Fariselli degli Area, il trombettista Enrico Rava, il cantautore Eugenio Finardi (e molti altri protagonisti della musica italiana di qualità)  

Per delle  informazioni più dettagliate e complete vi allego il link del sito di Emanuele Sartoris. Nella home page trovate la presentazione del suo ultimo progetto discografico: http://www.emanuelesartoris.com/index.htm     



La recensione del cd  Woland - omaggio a "Il Maestro e Margherita" 


E' particolarmente emozionante recensire questa autoproduzione discografica indipendente, poiché a mio avviso si tratta di un capolavoro in parte ignorato dalle riviste di settore e dalla critica nazionale, nonché il  migliore album di jazz italiano del 2020. 
Ogni progetto artistico e creativo ruotante intorno alla persona di Massimo Barbiero si trasforma in un risultato eccellente e ogni musicista coinvolto ha la fortuna di vivere un'esperienza professionale e umana rara e significativa. 
Il maestro si è distinto da sempre come catalizzatore di idee originali e all'avanguardia. Il suo è un percorso ricco di humus culturale, eterogeneo e complesso: gli anni passati dentro la Olivetti, la costituzione degli Enten Eller e degli Odwalla, i primi festivals, l'insegnamento e tante altre iniziative professionali che gli hanno permesso di raggiungere differenti pubblici e mercati nel resto del mondo.
Massimo Barbiero non è soltanto un musicista che sa ciò che vuole dai propri collaboratori per ottimizzare degli eccellenti risultati artistici: da studioso e uomo pratico e meticoloso è prima di tutto un leader creativo, ma generoso, perciò chiede ai suoi compagni di viaggio una grande fiducia e onestà intellettuale: requisiti necessari per originare un modus operandi paritetico, senza individualismi narcisistici e spettacolarizzazioni da divi capricciosi dello strumento (una deriva plateale sempre più ricorrente nel Jazz odierno)

Woland - omaggio a "Il Maestro e Margherita" potrebbe catturare l'attenzione degli ascoltatori particolarmente esigenti che sono soliti frequentare il Jazz da camera e la musica classico contemporanea di confine. Altri, ascoltandolo, potrebbero pensare di incasellarlo in etichette come il folclore immaginario e l'impro Jazz - a mio parere a torto, perché Woland non è niente di tutto questo - e ogni tentativo di etichettarlo in uno stile musicale non renderebbe giustizia all'opera, che gode di un fascino letterario e poetico senza precedenti.  
Ogniqualvolta che l'ho ascoltato - leggendo e rileggendo alcuni passi del romanzo di  Bulgacov - sono come entrato in una dimensione sonora a sé stante, felicemente emozionante e descrittiva, ma anche pregna di un silenzioso equilibrio contemplativo e riflessivo interiore. La ricerca musicale di Massimo Barbiero è scaturita  da innumerevoli indagini e quesiti filosofici e  letterari, svolti  in completa solitudine (dal mito e le gesta di Sisifo a Il Maestro e Margherita

Il nostro ha saputo scegliere i compagni di lavoro più congeniali e ricettivi, sia in quanto a sensibilità umana e maturità artistica, sia per quel che concerne la giusta e doverosa serietà professionale: requisiti  che sono necessari per trattare tali tematiche di alta erudizione umanistica e letteraria. Il trio ha interiorizzato e trasmutato in suoni un capolavoro del novecento sfiorando il miracolo della visione (di cui mi faccio testimone!) 
Eloisa Manera è la migliore rivelazione degli ultimi anni: la violinista si è distinta grazie ai suoi bellissimi lavori solistici; inoltre ha saputo arricchire il proprio linguaggio musicale partecipando a una cospicua serie di collaborazioni di ragguardevole spessore.  Emanuele Sartoris è un pianista dal tocco raffinato, pervaso dalla grazia emotiva e una fine sensibilità melodica: sotto la direzione di Barbiero ha offerto il meglio di se, componendo due temi: Hella (il tema della strega e della sensualità, scelto per il video promozionale) e il conclusivo Pilato (il tema del potere temporale) 

I temi di Massimo Barbiero sono predominanti: la sua visione sonora è un jazz mediterraneo di narrazione che abbraccia il mondo in un sacrale e trascendente flusso di suoni "danzanti". Nel convogliare il proprio sapere umanistico e filosofico in una certosina organizzazione concettuale di suoni, egli sviluppa le proprie azioni musicali in una fusione erudita e universale: in relazione alle immagini, al pensiero, alla parola e alla danza.
Woland rientra in un novero di incisioni caratterizzate da tematiche e concetti alti che animano da sempre il cammino della razza umana (la filosofia, la letteratura e la spiritualità) Sintetizzando il significato di alcuni brani: se Abadonna è associato alla guerra, Il Maestro viene identificato con la ragione e Margherita con l'istinto, Woland è il male necessario: che cosa sarebbe il tuo bene, se non esistesse il male, e che aspetto avrebbe la terra se le ombre sparissero?  

La suite dei tre demoni è il magistrale contributo come compositrice di Eloisa Manera. E' suddivisa in tre sezioni - o voci narranti - che si identificano nella decadenza del potere e nella corrosione sociale: Behemoth (il caos) Korov'ev (la corruzione) Azazello (la violenza). 
I tre demoni sono la caratterizzazione perfetta dei drammi di ogni civiltà, passata e moderna: quando le ombre del male subentrano e l'eclissi della ragione e dello spirito acceca temporaneamente ogni soggetto sociale. La violinista firma anche il disegno di copertina con uno dei suoi dipinti.

Senza il male Michael Afanas'evic Bulgacov non avrebbe concepito un romanzo annoverato tra i più significativi del novecento: Il Maestro e Margherita.  Se non esistessero le ombre io non avrei di certo preso a pretesto la recensione di un disco come Woland per comprendere meglio me stesso come uomo, imparando a leggere il senso della mia stessa esistenza. 
La mia scrittura ha preso forma nel corso del 2021, durante la seconda gestazione della crisi pandemica Covid -19, in uno scenario globale infausto e complesso, assai greve e non troppo distante dalla Mosca del romanzo. Il fallimento della globalizzazione, la cui crisi di sistema è  sotto gli occhi di tutti, lascia ai posteri una disperata scia di decadenza sociale, politica e umana. 

Alcuni musicisti hanno il talento di tradurre in emozioni musicali il corso della storia: sta poi a noi intercettare la vibrante bellezza che trascende dalle loro creazioni.  Per acquistare l'album Woland - omaggio a "Il Maestro e Margherita"  e sostenere i musicisti che lo hanno realizzato vi allego il seguente linkhttps://barbieromanerasartoris.bandcamp.com/album/woland-2

Il Disco è Cultura - esattamente come la grande letteratura - per mantenere viva la memoria storica e attuare un significativo e sostanziale cambiamento, almeno per quel che concerne il nostro privato.
 


 








sabato 23 ottobre 2021

Rubrica 1968 e dintorni - Il cinema della contestazione (prima parte) : Liliana Cavani - I Cannibali 1970


1968 e dintorni - Il cinema della contestazione (prima parte) : Liliana Cavani - I Cannibali 1970

Una rubrica 

di 

Patrizio De Santis 


Ho fatto questo film come se fosse una poesia. Le poesie non le so fare , potevo solo scrivere un film. Il soggetto l'ho buttato sulla carta in un pomeriggio , gettandovi dentro le mie emozioni. Questo è un film irrazionale e in questo senso completamente diverso dal " Galileo ". Le mie emozioni sono nate a contatto con la cronaca quotidiana [...] , i cannibali sono i giovani o tutti coloro che , a qualsiasi età , aspirano a riconquistare la propria vera natura di uomini , il senso religioso della vita , rifiutando certi condizionamenti della società civile. Ricercano una purezza primitiva , una sincerità dimenticata , ma la società li rifiuta come cannibali , perchè disturbano l'ordine tutto esteriore delle leggi spesso disumane. (11 Maggio, 1970)


I Cannabili, 1970


Liliana Cavani (Carpi, 12 gennaio 1933) è una regista cinematografica e sceneggiatrice italiana attiva nella cinematografia d'autore ma l'originalità della sua arte visionaria la rende così irregolare da sconfinare anche nel cinema di genere in più di un'occasione (ciò accade sempre conservando una propria dignità, così come il linguaggio erudito d'un cinema impegnato e colto.)

... mi sento una persona "fuori, né apolitica né integrata!


Con I Cannabili la Cavani si muove in più direzioni stilistiche: il cinema d'autore incontra l'avanguardia e si contamina - sia con il filone dei film generazionali del post 68 e sia con la corrente distopica fanta-sociopolitica, mutuata dalla letteratura di George Orwell e autori affini - il tutto con un occhio rivolto verso l'Antigone Sofoclea.

Questo film pur essendo coevo di pellicole come Dillinger é morto di Marco Ferreri del 1969 e L'Urlo di Tinto Brass - opera fondamentale e visionaria del 1971 - si situa nel mezzo, il 1970 , ma si autorivitalizza ai nostri occhi diventando un prodotto culturale completamente atemporale. I Cannibali anche se figlio del suo tempo, nel suo taglio distopico è tuttora un film moderno. 

Liliana Cavani non gradì mai gli accostamenti con i lavori di Ferreri e Brass - aggiungo a ragione -: la sua pellicola è un progetto di largo respiro coraggiosamente innovativo e completamente futurista, pensato con una spiccata sensibilità femminile che gli ha permesso di conservare un certo fascino poetico e popolare, rispetto alla maggioranza dei film d'avanguardia degli anni sessanta e settanta.

La regista inoltre riesce a individuare i volti giovanili più rappresentativi di quel preciso momento storico, pescando anche nell'ambito cinematografico mainstream : Pierre Clementi (Tiresia) Britt Ekland (Antigone) Tomas Milian (Emone)


Sinopsi

Un regime totalitario fa sì che le strade di una grande città siano piene dei cadaveri dei ribelli: i cosiddetti cannibali. Tali corpi sono un monito per chi vuole opporsi e non devono essere assolutamente rimossi; pena la morte per ordine supremo. Antigone vorrebbe seppellire il proprio fratello malgrado il parere contrario della famiglia plagiata dai messaggi di regime che arrivano dalla televisione ( ecco che subentra l'elemento distopico di matrice orwelliana di 1984 - o vicino alle opere di Aldous Huxley Il Mondo Nuovo e Ritorno al Mondo Nuovo e Ray Bradbury Fahreneheith 451 - e con le dovute proporzioni, riconducibili anche alle manipolazioni virtuali e mediatiche del nostro presente!) 

All'improvviso la giovane donna trova aiuto in un misterioso straniero che parla una lingua sconosciuta, il suo nome è Tiresia [...] Antigone e Tiresia diventano un simbolo per tanti giovani che -  vedendo in loro delle icone rivoluzionarie - e a partire da quel momento iniziano a prendere i cadaveri dei ribelli per seppellirli. 

" I Cannibali denuncia i rituali capitalistici dell'esecuzione politica , ma anche il fascino che il potere sadistico esercita sulla classe dominante , isolando l'occhio implacabile dell'obbiettivo fotografico come lo strumento che produce l'umiliazione di essere continuamente spiati da un occhio ostile " Cit estratta da Gaetano Marrone Lo sguardo e il labirinto. Il cinema di Liliana Cavani - 2003




I cannibali di Liliana Cavani - Clip HD by Film&Clips





Scheda tecnica:

I Cannibali, anno 1970 


soggetto: Liliana Cavani

sceneggiatura: Italo Moscati, Liliana Cavani

regia: Liliana Cavani

aiuto regia: Gianni Amelio, Ugo Novello, Paola Tallarigo

scenografia e costumi: Ezio Frigerio

montaggio: Nino Baragli

fotografia: Giulio Albonico

musica: Ennio Morricone

organizzatore generale: Giuseppe Francone

direttore di produzione: Federico Tofi

produzione: Enzo Doria, Bino Cicogna per la Doria-San Marco Film

distribuzione: Euro International Films

origine: Italia

pellicola: 35 mm, colore, Techniscope

durata: 88 minuti 


+ Il cast con i suoi personaggi e i gli interpreti:


Pierre Clement (Tiresia)

Britt Ekland (Antigone)

Francesco Leonetti (padre di Emone)

Delia Boccardo (Ismene)

Marino Masè (fidanzato di Ismene)

Cora Mazzoni (madre di Antigone)

Francesco Arminio (padre di Antigone)

gli attori della "Comunità teatrale Emilia Romagna"


... E con

la partecipazione straordinaria di

Thomas Milian 

in Emone




venerdì 24 settembre 2021

LE VOJAGE DANS LA LUNE - anno 1902- Il primo storico e immaginifico viaggio lunare della Settima Arte! Come l'arte visionaria di Méliès ha influenzato l'immaginario popolare, il cinema e la musica tra il 1900 e il 2000


LE VOJAGE DANS LA LUNE - 1902

 [ - Il primo storico e immaginifico viaggio lunare della Settima Arte di Georges  Méliès- ]

Marie - Georges - Jean  Méliès-  meglio conosciuto come Georges Méliès - nasce a Parigi l'8 dicembre del 1861 e muore nella  citta natale il 21 gennaio del 1938. Figlio di piccoli artigiani si interessa fin da giovanissimo al teatro e alla prestidigitazione. Nel 1988 corona il sogno d'acquistare il teatro fondato da Jean Eugène Robert-Houdin, passato alla storia come il maestro per eccellenza dell'illusionismo e dei giochi di prestigio. La fama di Méliès cresce e tra il 1988 e il 1892 è il nuovo direttore e la massima attrazione del teatro Houdin, un tempio dell'arte dai trascorsi illustri e misteriosi che sotto la sua direzione diventa la meta ambita di tutta Parigi.  
La folgorazione per il cinema non tarda a venire:  Méliès resta particolarmente conquistato dalla prima proiezione cinematografica dei fratelli Auguste e Louise Lumière. Il sabato del 28 dicembre del 1985 al Gran Café di Parigi, 14 di Boulevard des Capucines, viene proiettato La sortie de l'usines Lumière: un'unica inquadratura dalla durata di 45 secondi dove vengono ripresi degli operai che escono da delle fabbriche, al costo di un franco a proiezione. Si tratta del primo cortometraggio cinematografico in assoluto, e segna la nascita della Settima Arte. https://www.brevestoriadelcinema.org/storia-del-cinema/01-dallinvenzione-alla-prima-proiezione/01-3-la-prima-proiezione/

Dopo aver tentato inutilmente di convincere i Lumière a vendergli una cinepresa, decide di costruirsi un mezzo ottico per riprendere le immagini in movimento, funzionante con delle piccole proiezioni. Con questo nuovo esperimento di lavorazione riesce a realizzare un prolungamento dei suoi spettacoli, aiutandosi con la magia e l'arte del prestigiatore e l'utilizzo di effetti ottici a specchio all'avanguardia che sconcertano il pubblico.  Méliès si rende conto fin da subito che la sua invenzione ha delle potenzialità ancora inaudite e inesplorate, ed è allora che sceglie sfruttare la cinematografia con grande dedizione e studio, riuscendo a utilizzare le proprie sperimentazioni per la creazione di meravigliose fantasie da intrattenimento. 

Il più grande esponente della Nouvelle Vague - il regista Jean-Luc Godard - ha sintetizzato questo passaggio: "i Lumière avevano scoperto lo straordinario nell'ordinario,  Méliès aveva trovato l'ordinario nello straordinario". Laddove i primi hanno raccontato la realtà come mai si era visto prima, il secondo ha creato una forma di intrattenimento artistico allora inaudita e inconcepibile.

L’idea di realtà del cinema amplifica la meraviglia di questi  effetti speciali: a Méliès si devono anche i primi esperimenti sulla sovrimpressione e sulla dissolvenza. Grazie al prestigiatore e illusionista francese il cinema avanza impercettibilmente verso la forma film: questo processo avviene senza però mai riuscire del tutto a definire e strutturare la propria intuizione in una teoria; nonostante ciò l'industria cinematografica gli attribuisce il merito di aver gettato le fondamenta del cinema moderno.  


Méliès è ricordato per aver portato la Settima Arte in territori vergini e sconosciuti. Nelle sue mani ogni mezzo creativo rudimentale è stato sfruttato al massimo del suo potenziale e questo lo ha portato a essere un precursore nella tecnica del montaggio. Egli viene spesso rievocato come un pioniere degli effetti speciali e creatore di stupefacenti fantasie. Vale la pena citare le due opere  più iconiche e rappresentative: Le Vojage dans la Lune ( 1902) - un muto che ufficializza la nascita del cinema di fantascienza - e Le Manoir du Diable (1896) dove si possono rintracciare addirittura le origini del genere Horror. 
Il celeberrimo Viaggio sulla Luna è ispirato in parte ai romanzi di Julius VerneDalla Terra alla Luna e il suo seguito, Intorno alla Luna - mentre da I primi uomini sulla Luna di H.G. Wells prende in prestito i primi alieni della storia del cinema. Il titolo è un omaggio all'operetta Le Vojage dans la Lune del 1875 di Jacques Offenbach ( ispirata anch'essa ai romanzi di Verne)
Nella memoria collettiva resta impressa l'introduzione del film: l'immagine di un razzo conficcato nell'occhio della luna - presentata al grande pubblico con un grasso e pallido faccione umano.  Un'idea bizzarra - ma predestinata all'immortalità: diventa il simbolo più famoso e iconico della storia del cinema. La prima sequenza della pellicola  viene omaggiata frequentemente anche nell'iconografia della pop music e la si ricorda citata perfino in un videoclip musicale della band statunitense The Smashing Pumpkins per il lancio del singolo Tonight Tonight, estratto dal fantasioso concept album Mellon Collie and The Infinite Sadness, anno 1995.


 [ - Breve trama de Le Vojage dans la Lune di Georges Méliès / 1902 - ]


Il congresso di astronomi decide di sparare un razzo sulla luna a forma di proiettile:   gli stessi astronauti si imbarcano, lasciandosi sparare nel cielo stellato da un cannone. Mentre un gruppo di ballerine festeggiano l'evento, il razzo arriva sul suolo del satellite terrestre centrando l'occhio dell'astro. L'irritazione è addirittura visibile a occhio nudo dal pianeta Terra. Una volta scesi vengono catturati dai Seleniti e fatti prigionieri per volere del loro Re - che: indignato dall'invasione dei terrestri e dal danno riportato all'astro durante l'allunaggio - li vuole giustiziare. Riescono a scappare, ripartono facendo cadere il razzo verso la Terra per intuizione sulle leggi della gravità, ma cadono in mare. Fortunatamente vengono avvistati e riportati in porto.


[ - L'Eclissi del Genio - ]


Le Vojage dans la Lune è scritto, prodotto, montato, musicato e scenografato interamente da Georges Méliès ma la pellicola riserva un finale spiacevole per il suo autore. Si tratta a tutti gli effetti di successo inaspettatamente "amaro" e causa di eventi che lo porteranno in condizioni di semi-povertà. A pochi giorni dal clamore mediatico la pellicola viene rubata e mandata in un laboratorio dove viene creata una copia, e proprio in questo confuso frangente temporale il  film viene proiettato in America - con tanto di record di incassi - ma senza il consenso di  Méliès e senza pagare nulla al produttore.
A nulla valgono le trattive di scendere a un ragionevole compromesso tra la Edison e il regista. La scelta di mandare il fratello Gaston in America per aprire un ufficio della Star-Film si scontra con i costi esorbitanti e con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. 

Negli anni successivi le imprese cinematografiche manderanno l'uomo su tutti i pianeti del sistema solare, a partire da Marte; Georges Méliès farà ritorno alle sue origini e al Teatro di Robert-Houdin, che verrà chiuso dalla polizia militare allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Costretto a svendere le sue opere per sopravvivere alla miseria, si ritroverà a vendere caramelle. Morirà di cancro nel 1938, entrando però nella mitologia dell'artista immortale. 




SPACE ODDITY

[ - L'Epilogo: L'Allunaggio e la fine dei viaggi lunari tra realtà, film e musica /1968 -1972 - ]


La Settima Arte e la Luna si sono frequentati da sempre: lo abbiamo appurato con Le Vojage dans la Lune. Gli anni della corsa allo spazio sono però quelli che vedono contrapposti i giochi di potere tra gli americani a i sovietici, durante l'ascesa del capitalismo. La Guerra Fredda segna il nuovo corso di questa storia, influenzando la creatività  visionaria di molti registi, sceneggiatori e scrittori  di cinema, pronti ad assorbire e a metabolizzare il cammino della società industriale e del progresso del XX secolo, e quindi a dare vita alla cinematografia moderna

Per evidenziare questo passaggio storico della Settima Arte voglio rievocare due film epocali, realizzati in prossimità del primo storico allunaggio. Il 20 luglio del 1969, alle 4.57 ore italiana, Neil Armstrong e Buzz Aldrin - due dei tre astronauti della missione Apollo 11 - muovono i primi passi sul suolo lunare. E' l'inizio di una nuova era; non di sole utopie e fantasie vive l'uomo. L'ultima missione spaziale verso la luna è del dicembre del 1972 con l'Apollo 17:https://www.raicultura.it/storia/foto/2019/07/Luomo-sulla-luna-263f2e72-3302-450f-877d-bcd7d5233aba.html  
 
L'evento è stata preceduto nel dicembre del 1968 esattamente da una pellicola americana 2001: Odissea nello Spazio, prodotta e diretta da Stanley Kubrick: si tratta di un'opera di genere fantascientifico con un sottotraccia esistenziale, ispirato da un racconto di Arthur C. Clarke. Nel 1972 è il fronte russo a rubare la scena con la fantascienza concettuale di Solaris, un capolavoro di Andrej Tarkovskij, a sua volta ispirato da un romanzo di Stanislaw Lem.  
Le nuove avanguardie del cinema risentono del nefasto e greve clima di Guerra Fredda che contrappone le due più grandi potenze del mondo U.S.A e U.R.S.S, perciò i registi contemporanei si contraddistinguono con dei prodotti di intrattenimento culturale dal taglio decisamente più profondo, analitico ed esistenzialista. 
Qualcosa era già trapelato nel capolavoro muto di Fritz Lang, il distopico Metropolis del 1927, concepito a cavallo delle due guerre mondiali (l'antesignano di Blade Runner di Ridley Scoot, 1981). Rispetto al cinema di Georges Méliès le due opere di Kubrick e di Tarkovskij sono il tipico prodotto culturale del secondo dopoguerra, e gravitano attorno alle ideologie del 1968: entrambi i soggetti preannunciano le paure e le disillusioni delle decadi successive, se non addirittura il nichilismo del terzo millennio.

Cinque giorni prima dell'allunaggio dell'Apollo 11 tutte le radio del mondo iniziano a diffondere la musica di una Rockstar "aliena" di nome David Bowie. La sua ballata acid folk lisergica Space Oddity è profetica e inquietante; racconta del Major Tom che si perde in orbita e guardando verso la Terra si congeda con un commiato rassegnato e inquietante: planet Earth is blue and there's nothing can i do. Il brano viene utilizzato dalla BBC per enfatizzare i propri servizi sull'allunaggio. Bowie in seguito è ritornato sul tema fantascientifico creando un alter ego marziano di nome Zyggy Stardust e inoltre ha preso parte ad una pellicola cinematografica: L'uomo che cadde sulla Terra (The Man Who Fell to Earth)  del 1976, diretta da Nicolas Roeg, e tratta dall'omonimo romanzo di Walter Tevis




ECLIPSE

[ - Il lato oscuro della Luna e L'Eclissi - ]

Nei primi anni settanta i viaggi lunari diventano un pretesto per raccontare l'alienazione umana all'interno della società del progresso e del capitalismo: mentre il cinema si proietta verso altre galassie e mondi sconosciuti, dove gli UFO e le creature aliene sono i padroni incontrastati - vedere Alien, di Ridley Scoot e L'impero colpisce ancora di Irvin Kershner, il miglior capitolo della saga di Star Wars nato dai soggetti di George Lucas  - i Pink Floyd realizzano il concept di The Dark Side of The Moon, riportando prepotentemente l'uomo sul pianeta Terra per L'Eclissi

Proprio la band simbolo dell'UFO club di Londra  (il ritrovo underground per eccellenza degli anni sessanta) passata alle cronache  per aver ufficializzato la nascita dello Space Rock nel 1967 con gli inni cosmici Astronomy Domine e Interstellar Overdrive, sembra raccogliere al meglio l'eredità magica e istrionica di  Méliès; salvo poi deviare bruscamente il proprio percorso artistico per indagare quel lato oscuro della luna terreno e psichico che governa la follia degli esseri umani. The Dark Side of The Moon entra nelle classifiche di tutto il mondo mentre il capitalismo annulla il sogno dei figli dei fiori di salutare l'arrivo del mondo ideale: l'utopia dell'Era dell'Acquario!






L'immaginifico e fantasioso mondo del cineasta prestidigitatore, illusionista e inventore dei primi effetti speciali della storia del teatro e del cinema influenza il mondo della musica: passando dal rock più evoluto - Pink Floyd, David Bowie, Gong, Hawkwind, Tangerine Dream, Amon Dull II, Klaus Shulze, Cosmic Jokers, Ozric Tentacles - si arriva al Jazz sperimentale ed eliocentrico dei voli saturniani di Sun Ra, fino a giungere alla ricapitolazione concettuale del Massimo Falascone Seven, autore dell'eccellente album di Jazz sperimentale Méliès. Il nostro volo si conclude però con gli Air autori della colonna sonora ufficiale e definitiva del film. 





AIR/MOON SAFARI 1998/2012

(Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunckel) e la O.S.T della versione a colori e restaurata di  Le voyage dans la Lune (2012) 


Nel 1995 si costituiscono gli Air un duo french pop nato a Versailles composto da Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunckel, fautori di un mélange sonoro elettronico ed etereo dal sapore retrofuturista. La loro proposta musicale è in larga parte influenzata dalle sonorità ye-yè e dai primi gruppi psichedelici degli anni sessanta, dal krautrock elettronico dei Cluster e degli Harmonia e dalle sonorità spage age delle colonne sonore anni sessanta e settanta. 
L'album del 1998 Moon Safari si rifà nel titolo - in maniera più o meno esplicita - all'opera di Méliès. Il brano Sexy Boy scala le classifiche per condurli alle porte della Settima Arte. Grazie all'attrice, regista, sceneggiatrice e figlia d'arte Sofia Coppola, che li chiama a sé per il bellissimo lungometraggio d'esordio Il Giardino delle Vergini Suicide, gli Air incidono The Virgin Suicides. La O.S.T riscuote un grande successo di critica e pubblico, ma non solo, riesce a conquistarsi il credito di seconda ideale prova discografica, grazie al singolo Playground Love.

Dopo una serie di album concepiti sulla falsariga dei precedenti, con qualche concessione commerciale di elettronica soft e vellutata, Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunckel firmano Le voyage dans la Lune (2012). Si tratta della colonna sonora definitiva della leggendaria opera del 1902.  Occorre fare una digressione temporale: nel 1993 il film è stato ritrovato in Spagna in un'inedita versione a colori per poi essere restaurato soltanto a partire dal 1999. Nel terzo millennio La Fondation Groupama Gan e la Fondation Technicolor contattano gli Air per scriverne la colonna sonora. Il film restaurato viene presentato al Festival di Cannes nel maggio del 2011 per una serie di celebrazioni sui 110 anni della nascita del mito  

La colonna sonora - come già accaduto per la soundtrack di The Virgin Suicides diventa un vero e proprio concept album: un corpo fluido e spaziale di suoni lunari e psichedelici, espanso con un processo di amplificazione (il film dura solo 16 minuti) e coinvolge anche degli ospiti:  Au Revoir Simone nel brano Who Am I Now? e la cantante dei Beach House Victoria Legrand in Seven Stars. Il disco viene pubblicato in una lussuosa Limited Edition che contiene il dvd restaurato e a colori del film.



AIR - Le voyage dans la Lune (2012) / FULL ALBUM 

Play link










Link consultati: 








[ - Per approfondimenti vi giro il mio servizio: Storie di Jazz e dintorni: Massimo Falascone e la ricerca elettroacustica in Italia / TAI NO - Orchestra (Terra Australis Incognita) + Méliès link https://globalartisticfusion.blogspot.com/2020/09/storie-di-jazz-e-dintorni-massimo.html - ]

Pubblicato il 24/09/2021 e di Patrizio De Santis - Lupo


martedì 1 giugno 2021

Il Disco è Cultura: analisi e presentazioni di USCITA di EMERGENZA - Duets for One/ Visionary Meeting di Ivano Nardi Idea Ensemble. Musica di resistenza per musicisti creativi anti COVID-19

 



USCITA di EMERGENZA - Duets for One/ Visionary Meeting di Ivano Nardi Idea Ensemble.

Musica di resistenza per musicisti creativi anti COVID-19


La vera musica è una legge morale che dà un'anima all'universo, le ali al pensiero, uno slancio all'immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza e la vita  e a tutte le cose, essa è l'essenza dell'ordine, ed eleva ciò che è buono, giusto è bello, di cui essa è la forma invisibile, ma tuttavia splendente, appassionata ed eterna. 

Platone

("Dialoghi" 400 A.C.) 


Il Disco è Cultura!
 

Uscita di Emergenza è un progetto creativo di ricerca sperimentale musicale - dove il batterista romano Ivano Nardi si trova al centro di una rete di connessioni virtuali tra musicisti - la cui interazione ha originato differenti duetti strumentali di natura impro:  Duets for One/ Visionary Meeting di Ivano Nardi Idea Ensemble. 
Un manifesto sociale e politico di resistenza, a cui  hanno aderito i migliori strumentisti e improvvisatori dell'avanguardia italiana: tutti sensibili professionisti, ma soprattutto uomini propositivi, capaci di tradurre in energia creativa le difficoltà che si sono succedute nel corso quest'anno (a causa della pandemia virale Covid - 19). 
E' importante evidenziare che tale iniziativa viene concepita in risposta  alle inadeguate e insufficienti misure politiche varate dai governi italiani Conte/Draghi, i cui dcpm si sono concentrati esclusivamente sulla tenuta capitalistica dei mercati economici e finanziari all'interno dell'Unione Europea - trattando con sufficienza e marginalità la gestione e la cura di tutti quei settori inerenti alle arti e alla cultura, tra cui il mondo della musica!

Come viene ben  sintetizzato da Ivano Nardi la ragione del progetto è quella di - "innescare collaborazioni da luoghi distanti e diversi fra loro, ma mai così vicini nel condividere la voglia irriducibile di resistere per esistere"


USCITA di EMERGENZA - Duets for One/ Visionary Meeting di Ivano Nardi Idea Ensemble. Prossima pubblicazione Floating Forest 


Ivano Nardi durante questo complicato e complesso tempo sospeso si è visto costretto a rinunciare alla propria attività professionale -  concerti, seminari, workshop, insegnamento - tuttavia il musicista ha reagito con tenace caparbietà e intelligenza - sfruttando la realtà virtuale per creare una connessione progettuale e concettuale tra musicisti e anime affini - fino al concepimento di un manifesto artistico - tra l'altro di breve breve pubblicazione su label indipendente Floating Forrest (sia in digitale che nel formato cd limited edition)

Uomo di grande umiltà, ha raccolto intorno a sé alcuni colleghi e amici - sotto il nome di Idea Ensemble: Angelo Olivieri - tromba,  Lucia Ianniello - Tromba, Sebi Tramontana - trombone, Giancarlo Schiaffini - trombone, Tony Cattano - trombone, Marco Colonna - sopranino, Roberto Ottaviano - sax soprano, Daniele Cavallanti - sax tenore,  Pasquale Iannarella - sax tenore,  Edoardo Ricci - clarinetto basso, Stefano Leonardi - flauto basso, flauto  e small noise, Bruno Gussoni - Shakuhachi, Giorgio Pacoring - piano acustico e elettrico, Paolo Tombolesi - pianoforte,  Emanuele Parrini - violino, Matthias Boss - violino, Mauro Sambo - violoncello e elettronica, Andrea Massaria - chitarra elettrica, Enzo Rocco - chitarra elettrica, Danilo Gallo - contrabbasso, Igor Legari - contrabbasso, Davide Merlino - vibrafono e piccoli cimbali, Paolo Sanna - kalimba, Basta scrivere Valerio - percussioni e elettronica, Marcello Magliocchi - batteria, campane e cimbali e  Filippo Monico - batteria

Con il progetto USCITA di EMERGENZA - Duets for One/ Visionary Meeting il nostro realizza un componimento musicale visionario ed esoterico, Giallo Indiano: - mandando a 26 musicisti  la stessa traccia da lui registrata in completa solitudine, chiede loro di aggiungere il proprio strumento - e innesca una rete di collaborazioni a distanza. Ogni interazione creativa e strumentale avviene in luoghi e spazi distanti e diversificati - limitati da una condizione alienante di restrizione forzata delle libertà individuali (causa coronavirus). Le session musicali selezionate e registrate nel corso di questo lasso di tempo si concentrano in tante eterogenee variazioni sonore sul tema di Giallo Indiano ( tra cui la matrice: il solo) 




Ivano Nardi ha condiviso gli anni migliori della sua carriera con alcuni musicisti storici della scena Impro Jazz italiana e internazionale: Massimo Urbani, Mario Schiano e Don Cherry. Come musicista è riuscito a raccogliere e a sintetizzare un'eredità artistica di primaria importanza storica in un ambito decisamente di nicchia, qual è la corrente sperimentale della seconda generazione del post free.
Negli ultimi anni ha realizzato una serie di incisioni discografiche fondamentali d'avanguardia concettuale - poco celebrate dalla stampa e dalla critica Jazz: Homage to Kandisky - con le partecipazioni di Giancarlo Schiaffini - trombone, Eugenio Colombo - sassofoni e flauto e  Roberto Bellatalla - contrabbasso;  il live album  del Ghost Trio - con Marco Colonna - clarinetto, sax baritono e flauto e Silvia Bolognesi - contrabbasso. Gli originalissimi lavori Two Drums Two Reeds - con Marcello Magliocchi - batteria e percussioni, Vittorino Curci - sax alto e Giuseppe Valzano - soprano - e il duo con Marco Colonna The Better way per certi aspetti sono il preludio di Giallo Indiano.

Menzione a parte per il concerto commemorativo dedicato al compianto Massimo Urbani, perché si tratta di un'incisione discografica purtroppo finita nel dimenticatoio dei fuori catalogo: To Max with Love ( Setola di Maiale, 2013). Si tratta di un reading con Carola De Scipio - autrice del libro L'Avanguardia è nei sentimenti. Vita, morte e musica di Massimo Urbani ( edito per Stampa Alternativa) - accompagnato  dalle musiche improvvisate di un trio composto da alcuni maestri, colleghi e partner artistici del  sassofonista: Eugenio Colombo ai sassofoni e al flauto, Roberto del Piano al basso elettrico e Ivano Nardi alla batteria 


USCITA di EMERGENZA è quel manifesto collettivista di Jazz nazionale che mancava da alcuni anni, e viene alla luce in maniera insolita, perché è il frutto casuale di un anno sconvolto profondamente dal caos e dalla disperazione. Le note di copertina dell'amico musicista Marco Colonna ci aiutano a capire maggiormente la profondità umana e sociale dell'opera: 

"Quando si pensa ad una comunità spesso si sorvola su quanto possa essere grande la necessità di essere solidali. Troppo spesso si confonde la ragione primaria della funzione comunitaria con il risultato del suo essere.  Non lasciare indietro nessuno, prendersi cura, agire in una prospettiva comune sono le radici da cui si genera un senso di appartenenza, il rispetto dell'altro, l'inclusività. Non riesco a non pensare a questo in relazione a questo lavoro di Ivano Nardi. Che qui non è pilastro, ma pretesto, banco di prova, stimolo per confrontare il senso di reale comunità che fra musicisti improvvisatori stenta a prendere corpo, nel suo essere continuamente falcidiato da precarietà, marginalizzazione e senso di impotenza. Qui, fra questi suoni, risiede una concreta ragione di esistenza per la fragilità, la poesia, il rispetto. Un dono che ci concediamo in questi tempi di separazione: un altro possibile racconto di chi potremmo essere." 

A mio avviso l'ultima grande opera nata in circostanze semi - analoghe di profondo stravolgimento e alienante trasformazione geo politico - socioculturale, è stato l'ambizioso E(x)stinzione degli Enten Eller d'Ivrea: un lavoro per gruppo, orchestra e guest - registrato rigorosamente dal vivo il 29 marzo del 2012 all'Open Jazz Festival d'Ivrea - con stralci e momenti di poesia e denuncia socio - politica. 

Ivano Nardi mi ha onorato coinvolgendomi in questa anteprima, che ho voluto trasformare in una breve presentazione scritta - senza troppo svelare il contenuto dell'opera - evitando l'ovvietà della recensione. Il Disco è Cultura se è in grado di interpretare il presente per restituirci nuovi stimoli e spunti di riflessione, utili per elaborare le soluzioni che ci sono necessarie per affrontare i problemi della contemporaneità.  
Amicizia, cooperazione e condivisione di idee creative, istanze sociali, ragioni spirituali -  sincretismo e comunioni artistiche e culturali - possono sostituire la rabbia e la frustrazione; le figlie cattive della disillusione. In tal proposito ho il piacere di ricordare l'insegnamento che ci è pervenuto in eredità dal maestro Giorgio Gaslini: "trasforma, se puoi, la confusione in un lieve paradiso di suoni"





Link consigliati: 

Per ascoltare in anteprima alcune tracce streaming di USCITA di EMERGENZA - Duets for One/ Visionary Meeting allego l'account SoundCloud del musicista: https://soundcloud.com/ivano-nardi

Un link per ascoltare l'anteprima di Giallo Indiano direttamente dalla trasmissione radiofonica Battiti di Rai Radio 3 andata in onda questa notte in data 01/6/2021: https://www.raiplayradio.it/audio/2021/05/BATTITI---Pietre-e46cfe8d-3602-4691-9f25-b7978da44211.html

Per curiosità approfondimenti consiglio l'intervista - Ivano Nardi, il mio cammino tra sperimentazione e grande curiosità - rilasciata al sito Il Tamburo Parlante http://iltamburoparlante.it/tamburi-solisti/ivano-nardi-il-mio-cammino-tra-sperimentazione-e-grande-curiosita/ 


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