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venerdì 14 dicembre 2018

Yayoi Kusama - Infinity Net

Infinity Net - Vita e biografia di Yayoi Kusama

Yayoi Kusama nasce a Matsumoto nel 1920 e si approccia all'arte con la pittura, più che altro per sedare e controllare delle gravi forme di allucinazioni che le impediscono una vita completamente normale; il dramma avviene intorno all' età dei dieci anni e la conquista più sorprendente di questa minuta donna è stata esattamente quella di dominare il proprio " irreale " nella realtà, concretizzando un risultato in termini sia pratici che artistici, consolidato anche attraverso una fama mondiale che ha il merito di aver influenzato le discipline e le forme artistiche più trasversali e disparate.  L'esperienza di Yayoi è ancora viva e ricca di fermento 
nell'attuale panorama contemporaneo; uno stile che non si è mai del tutto cristallizzato nel post modernismo, un costante work in progress.
Le allucinazioni di Yayoi sono vere esplosioni di colori ma dopo la scoperta dello stile pittorico di Nihonga, sospeso tra il realismo e il rigore, la donna ha due parametri per lavorare sia su stessa che per veicolare la patologia in una forma di creatività ludica e curativa. 
Il realismo e il rigore sono qualità  utili, ma nel corso del tempo la donna comprende che in Giappone i tempi non sono maturi, occorre guardarsi intorno e cercare una porta di accesso per andare incontro alla vita vera per tentare di edificare uno spazio nella realtà che le sia congeniale per studiare, lavorare e creare uno stile moderno : gli U.S.A. Nella città di New York c'è tutto un fermento di nuove avanguardie che la interessano. 
Negli anni "americani" la Kusama è parte preponderante di una rivoluzione estetica che si ripercuote in ogni ambito e contesto, anche politico, come nel caso del movimento femminista e della rivoluzione sessuale, ma sopratutto è una delle figlie di Howl, L' URLO generazionale e poetico che è il manifesto del Beat, scritto dal sommo cerimoniere Allen Gisberg.  Lo scenario è più tosto variegato ed eterogeneo : la scena psichedelica di Timoty Leary e Albert Hoffman, il cinema e il teatro d' avanguardia, Julian Beck e il Living Teather, i Fluxus, il Light Show dei complessi Rock, la Pop Art. New York, è allora, negli anni sessanta, come del resto anche oggi nel nuovo millennio,  la metropoli dell' arte contemporanea.


Tra gli anni cinquanta e i sessanta Yayoi realizza tre serie concettuali di lavori destinati a fare la storia, e sono Infinity Net, Accumulation e Sex Obsession. Nella metà degli anni sessanta tutte queste serie di lavori sono destinati a confluire con un ulteriore fase evolutiva, attraverso la performance artistica e 
l'utilizzo perfomativo visuale del corpo, i celebri e provocatori " Kusama happenings"
dove l'artista colora se stessa e il suo stesso pubblico di Pois; fanno capolino anche una serie multiforme di palloncini o cuscinetti "rosa fallico". I Kusama Happenings si svolgono spesso nei luoghi pubblici attirando anche l' attenzione di molti curiosi e l' intervento della polizia che reprime questa coinvolgente anarchia artistica.

L'artista diventa nel giro di poco tempo un icona omosessuale e una nuova stella del firmamento "Pop", attirando l' interesse dell' opinione pubblica, come anche l' ostracismo dell' America più conservatrice e puritana. Il ritorno in Giappone avviene negli anni settanta, dopo aver esposto le proprie opere nelle gallerie più importanti del mondo.
Non è un passaggio indolore, la donna viene accolta come un esempio di grande vergogna collettiva nel mondo, perché nell'opinione nazionale di allora il lavoro della Kusama è una pornografia artistica che lede all'immagine del Giappone. Arte degenere per menti degenerate e privi di moralità.
La personalità di questa donna eclettica non si arresta al successo conseguito, tanto meno alle difficoltà, non è da lei riposare sugli allori ma nemmeno scoraggiarsi in un periodo di profonda crisi, ed è così che nel corso degli anni inizia a interessarsi alla scrittura, dal principio con la poesia, e successivamente con la forma surrealista; questo entusiasmo nel rinascere a nuova vita è la sua più grande forza, le da' un coraggio tale da misurarsi in tutto ciò che desidera, fino al punto da intraprendere un ulteriore studio con la disciplina della scultura.

La scelta di vivere in un istituto psichiatrico, in quel di Seiwa, non le impedisce di portare avanti il suo progetto lavorativo attraverso la ricerca e la sperimentazione, poiché con la costruzione di uno studio personale, in Shinjuku, trova nuovi stimoli per creare. 
Molto di questo lavoro sarà promosso in giro per il mondo, perché Yayoi, pur ritirandosi per necessità di cure, si riserva delle uscite mondane per promuovere il nuovo corso artistico intrapreso, che corrisponde anche a una maturità concettuale e ad una nuova consapevolezza artistico - intellettuale, non ultimo, un sentire profondamente umano. Dai pois, fino a tutte le varianti possibili del punto, attraverso il concetto cosmico - trascendentale  dell'infinito, si passa ad un nuova tematica con il recupero delle radici, manifestato nella fase della "zucca",  che viene presentato alla Biennale di Venezia nel 1993, dove vengono esposte delle zucche giganti all'interno di una sala rivestita di specchi.  
Da qui in avanti la zucca sarà una tematica ricorrente, in quanto per Yayoi rappresenta un effettivo legame con l' infanzia, come si evince dal lavoro presentato a Londra nel 2016, " All the Eternal Love i have for the Punpkins ".  Per l'artista questo vegetale rappresenta il caro ricordo del vivaio di famiglia dove spesso trovava consolazione nel rifuggire in se stessa, per via di un educazione molto rigida e chiusa, un luogo molto consolatorio e terapeutico anche con la comparsa delle prime allucinazioni. 

L'arte di Yayoi Kusama nasce dalla consapevolezza di poter essere parte di un mondo parallelo e trasversale, ed è così che riesce a dominare tali proiezioni e percezioni sensoriali per poi trasferirle nell'immaginario collettivo reale in una forma compiuta di arte :

" Un giorno fissavo la tovaglia a fiori rossi, distolsi lo sguardo dal tavolo e mi accorsi che lo stesso motivo era stampato sul soffitto, persino sulle finestre e colonne. Tutta la mia stanza, il mio corpo, l' universo erano ricoperti di fiori rossi e io scomparivo, ritrovando il mio posto nel tempo eterno e nello spazio assoluto "

Dalla pittura al gioco degli specchi, passando per il body paintings e le installazioni, fino a giungere
al museo permanente dalla forma di parallelepipedo bianco di Shinjuku, aperto a partire dal 1 Ottobre 2017, lo stesso quartiere dello studio, la donna riesce nel miracolo di rendere il proprio immaginario una condivisione collettiva accessibile proprio a tutti.
La Kusama è una donna consapevole, il suo successo e la ricchezza economica ben capitalizzata sono
anche il frutto delle lotte politiche degli anni sessanta, e sopratutto di un grande coraggio nel volersi conquistare con ostinazione  un indipendenza artistica. 

Il museo Kusama è una costruzione futurista di cinque piani che accolgono collezioni permanenti, collezioni temporanee, e una serie di installazioni immersive realizzate per fare in modo che anche il pubblico sia parte dell' opera.

Il Docufilm di Heather Lenz ", giunto in Italia con il titolo Yayoi Kusama : la follia di una vita col pallino della bellezza " ci racconta un percorso artistico non facile, al contrario assai sofferto, perché rendere in un film la storia di una donna cosi tenace e forte non può essere semplice, sopratutto nel cercare di descrivere un tempo lontano dove razzismo, discriminazione, misoginia hanno in più di un occasione minato il percorso umano di questa  donna, anche all'interno del mondo dell' arte contemporanea.  

La Kusama è una figura artistica molto impegnata politicamente, questo aspetto è stato un grande punto di forza.  La sua più grande dote la si trova nel costante pragmatismo con cui organizza il lavoro, una qualità  che si evince dalla capacità di stringere legami e collaborazioni nel mondo della moda, come nel caso di Marc Jacobs, il direttore artistico di Louis Vuitton.
My Eternal Soul è il titolo della sua ultima serie esposta a Tokio. Con questo affascinante titolo ritornano i colori sgargianti e le sperimentazioni degli anni giovanili ma visti con la consapevolezza di occhi adulti e maturi : lo sguardo profondo di una donna prossima ai novant'anni, in una nuova primavera artistica.








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