My Ideal Blog : Globalartisticfusion.blogspot.com di Patrizio De Santis Patrizio De Santis è titol

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Questo blog è nato come se fosse un'isola felice dove sperimentare una scrittura personale e condividere le mie passioni con qualsiasi internauta interessato alla bellezza. La sua dinamo propulsiva è la passione e l'amore per l'Arte. Ho realizzato uno spazio libero e autogestito, impostando tale contenitore come se fosse un potenziale Magazine cartaceo di approfondimenti culturali e artistici. Global Artistic Fusion è una sintesi della mia ricerca popolare e culturale: un mondo che vi offro nel My Ideal Blog 2.0

giovedì 28 dicembre 2017

Ingmar Bergman : " Il film, quando non è un documentario, è un sogno.”

Film come sogni, film come musica. Nessun'arte passa la nostra coscienza come il cinema, che va diretto alle nostre sensazioni, fino nel profondo, nelle stanze scure della nostra anima.

Io baso tutte le mie decisioni sull'intuizione. Io tiro un dardo nell'oscurità. Quella è intuizione. Poi devo mandare un esercito nell'oscurità per cercare il dardo. Quello è intelletto.

Non c'è nessuna forma d'arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell'anima.

Provo per te un affetto senza fine, un affetto impensabile. E' un angoscia avere in sé un affetto così immenso.

da PensieriParole <https://www.pensieriparole.it/frasi-film/il-posto-delle-fragole-(1958)/citazione-Dov'è l'amico che il mio cuore ansioso
ricerca ovunque senza avere mai riposo?
Finito il dì ancor non l'ho trovato
e resto sconsolato.
La Sua presenza è indubbia ed io la sento
in ogni fiore e in ogni spiga al vento.
L'aria che io respiro e dà vigore
del Suo Amore è piena.
Nel vento dell'estate
la Sua voce intendo.


da PensieriParole <https://www.pensieriparole.it/frasi-film/il-posto-delle-fragole-(1958)/citazione-127461?f=e:1904>
27461?f=e:1904>

Settimo Sigillo e Enten Eller , giusto un ulteriore riflessione personale scaturita dalla visione di questo DVD


Morte : Il suo silenzio non ti parla ?

Cavaliere : Lo chiamo e lo invoco e se egli non risponde penso che non esiste.
Allora la vita non è che un vuoto senza fine.
Nessuno può vivere sapendo di dover morire un giorno cadendo nel nulla , senza speranza.

My Ideal Blog (Globalartisticfusion.blogspot.com) è nato come personale luogo di studio e approfondimento del novecento , anche se include l'ultima parte dell' ottocento , più ciò che di buono è sopravvissuto da questa lunga sementa, nel nuovo millennio che personalmente abito con fatica. La sua trattazione si limita all'aspetto più culturale dell'arte e nella sua globalità segue un tracciato storico atemporale, ma a zig zag , come se vi fossero più porte in grado di consentire un viaggio spazio temporale a secondo delle epoche e delle decadi, passando sopratutto per il cinema, il teatro, la danza , la musica, la letteratura, i movimenti cultural artistici dediti a forme di ricerca e avanguardia.
Il pensiero e l'idea, nelle loro concezioni più pure sono il collante concettuale , ma sopratutto l'inquietudine e la tensione emotiva che ci inducono verso una ricerca interiore sul senso della vita e della morte. È il frutto di una lunga gestazione di un anno e di una vita di studio e interessi privati poco noti a tutti , vissuti come un isola felice già a partire dalla pubertà. Attualmente sto scrivendo un lunghissimo articolo su di Ingmar Bergman dopo aver affrontato il teatro patafisico di Alfred Jarry e essermi collegato alla musica di Robert Wyatt , tanto per dirne una.
Questo Dvd è un esperimento Italiano eccezionale, musica e danza , per cornice estratti salienti dal film Il Settimo Sigillo , il capolavoro di Ingmar Bergman realizzato negli anni cinquanta. Gli Enten Eller sono una formazione di Ivrea , ruotano intorno alle figure del batterista, percussionista e compositore, Massimo Barbiero e il chitarrista Maurizio Brunod, gli unici due membri onnipresenti fin dal 1985 , in quanto gruppo aperto e dell'organico variabile. Enten Eller è Jazz e improvvisazione ma sopratutto composizione, pensiero intellettuale e umanesimo , sincretismo artistico e movimento, flusso di coscienza, di nervi e muscoli, emozioni , infine danza. Cristina Ruberto e Erika Martino sono la vita è la morte che anziché sfidarsi a scacchi, come nel film, replicano il costante dialogo fra la Morte e il Cavaliere attraverso la danza
La conclusione consiste nell' ultimo passo di danza dove la morte abbraccia la vita è la vita giacente spira abbracciando il samsara, o viceversa.
Tutto questo mi ha riportato alla memoria un antico proverbio indiano , o persiano, di cui ora ho un ricordo vago ... Se dentro di te dalla vita nasce la morte falla vivere e se dalla morte nasce la vita lasciala vivere. Ho appena visionato questo dvd e ora ho sviscerato queste riflessioni. Patrizio De Santis



mercoledì 27 dicembre 2017

Enten Eller : Settimo Sigillo (Recensione del DVD)



Settimo Sigillo è uno spettacolo veramente unico e oserei dire eccezionale , dalla concettualità strutturata e complessa ma sopratutto affascinante, sviluppato per musica , danza e fotografia. Non si vuole semplicemente omaggiare il grande capolavoro di Ingmar Bergman , anzi , bisogna fare attenzione 
alla proposta senza giungere alla conclusione più ovvia e scontata. Dietro a ogni iniziativa concepita dagli Enten Eller c'è un vero studio e una filosofia di pensiero intrisa di umanesimo e rigore ideologico, ovviamente non in senso prettamente politico ma di concezione del contenuto in termini culturali e artistici. L'ensemble di Ivrea ha una storia interessante alle spalle , ogni loro capitolo discografico o spettacolo , visto che la loro attività non si può confinare in un supporto fonografico,  è concepito come situazione " aperta " ma organizzata nei minimi dettagli , un vero meticoloso studio per un esperienza completa. Per Enten Eller non vale il concetto di semplice gruppo che improvvisa del Jazz , con il rischio dell'esercizio di stile fine a se stesso. I due membri stabili fin dal 1985 , il batterista , percussionista , compositore Massimo Barbiero , titolare di tantissimi altri progetti quali
Odwalla , Silence Quartet , Marmaduke e molto altro ancora , insieme al chitarrista Maurizio Brunod,
hanno concepito fin dagli esordi un disegno e progetto musicale di largo respiro ,e ciò senza mai compiacere alcuna tendenza o pubblico tanto per ritagliarsi una fama effimera. Tanti sono stati gli strumentisti, ma sopratutto gli artisti delle più disparate discipline a confluire nel progetto Enten Eller, citazione di Soren Kierkegard , filosofo e teologo danese, scrittore esistenzialista , ovvero Aut - Aut , un opera sicuramente da trattare in futuro nel mio Blog.
In questo caso sono stati coinvolti due danzatrici e un fotografo, Luca D' Agostino. Andiamo però con ordine , partendo dal lavoro svolto dal bravissimo D' Agostino che porta in seno al progetto circa 900 scatti che vengono proiettati durante la performance degli Enten Eller , (la danza è presente solo in sette frammenti del film , questo va specificato) c'è da fare una premessa, di questi scatti , circa 300 sono stati preparati in un teatro di Trieste con una modella completamente nuda e la proiezione del film di Bergman  alle sue spalle. L' elemento costante del progetto si basa dunque sul difficile equilibrio che intercorre fra la scrittura e l'improvvisazione dei tre linguaggi , apparentemente in contrasto ma legati dallo stesso sentire , ovvero  l'elemento teologico, filosofico che offre a tutti una solo estetica su cui interagire in perfetta armonia.
E' chiaro che si tratta di un lavoro non di facile gestazione visto la progettualità molto complessa e strutturata , non si tratta dunque di un banalissimo tributo con musicisti e danzatori che improvvisano in maniera caotica durante la proiezione di un film , rovinandolo con un vuoto esercizio di stravaganze onanistiche e a lungo estenuanti per tutti , sopratutto per il pubblico, anche se tale atteggiamento è da tempo tristemente inflazionato , con  il costante rischio del senso del ridicolo.
Menzione speciale dunque per chi non ho ancora citato e sono le danzatrici Cristina Ruberto e Erika Martino , notevolissime e bravissime , encomiabili ,  Alberto Mandarini alla tromba e Giovanni Maier al contrabasso , oramai membri stabili per via di un interplay consolidatosi con costante maestria e crescita e quindi di fatto non secondari a due membri fondatori, anche se nel corso del tempo nessuno lo è mai stato visto la ragione sociale dell' ensemble ; a questi si aggiungono due guest musician di gran pregio, Lauro Rossi al trombone e Achille Succi al sax alto e al clarinetto. I temi su cui i musicisti hanno
costruito il flusso sonoro dell'evento , fanno parte da sempre del loro repertorio e ciò dimostra che da parte degli interessati vi sia stato un vero studio e
una serietà di fondo molto concreta , e non presa alla leggera, di conseguenza una forma di coerenza 
e rispetto sia verso progetto che nei confronti del pubblico che si sono conquistati nel tempo , attraverso una sementa che è fra le migliori che vi siano in Italia.



I

martedì 26 dicembre 2017

Il Settimo Sigillo , un dialogo tra La Morte e un Cavaliere durante una partita a scacchi

Morte : Il suo silenzio non ti parla ?

Cavaliere : Lo chiamo e lo invoco e se egli non risponde penso che non esiste.
Allora la vita non è che un vuoto senza fine.
Nessuno può vivere sapendo di dover morire un giorno cadendo nel nulla , senza speranza.

Riporto questo significativo estratto dal film  Il Settimo Sigillo , a mio avviso la chiave
di lettura non solo di questa celebre opera ma oserei dire di
tutto il lascito intellettuale e
umano di Ingmar Bergman !

Ingmar Bergman Bio parte terza - Il Settimo Sigillo e gli anni del grande cinema


Ingmar Bergman , un grandissimo personaggio del millenovecento o meglio un esistenzialista del teatro e del cinema , come pochi ha saputo dare voce all'eterno quesito vita e morte , quasi un ossessione visto i traumi infantili e le paure inculcate dal padre padrone , luterano e cappellano di corte reale. Da dove riprendere il filo se non da ciò e dal fatto che nel regista così come nell'uomo era anche insito un romanticismo affascinante, decantato in un estetica melanconica abbacinante di bellezza , seppur fra acque torbide. E che dire della sua opera più acclamata in ambito cinematografico quale Il Settimo Sigillo ? Un ossessiva partita a scacchi fra La Morte e il cavaliere
Antonius Block dove è il dialogo fra i due è il vero fulcro che porta al senso del film, in sintesi la vita in relazione alla morte , di conseguenza tutto è relativo al concetto del sacro e all'antica paura indotta
dalla rigida e severa educazione luterana del padre. Un cinema che è tormento ma si tramuta in
poetica bellezza , un lascito essenziale dell'umanesimo cinematografico del novecento. Non ci resta che riprendere il discorso dal celebre film " Il Settimo Sigillo " per proseguire verso tutte le altre fondamentali tappe tracciate dall'occhio vivo e profondamente artistico di Bergman.

Il Settimo Sigillo fu un opera di svolta per Ingmar Bergman e venne terminato durante il corso del 1956 ma in verità si trattava di un riadattamento di un suo soggetto teatrale del 1954 scritto per un saggio di recitazione per gli allievi dell' Accademia Drammatica di Malmo ,  rappresentato in una singola e circoscritta occasione. Pittura su Legno , così era titolato , durava circa 54 minuti.
Il regista espresse più volte il desiderio di portare tale soggetto in versione cinematografica ma ebbe
a che fare con un muro di diffidenza da parte dei suoi produttori che scettici temevano esiti non proprio favorevoli da parte della critica e del pubblico, di conseguenza una perdita economica.
Grazie però al successo di qualche sua precedente opera attraverso la Mostra di Venezia e sopratutto al Festival di Cannes , la tenacia di Bergman ebbe la meglio , e quindi Pittura su Legno divenne l'opera
che tutti conosciamo , Il Settimo Sigillo. Il film ebbe però un veto di produzione , il tutto si sarebbe dovuto concretizzare non oltre i trenta giorni lavorativi , con il poco tempo a disposizione e un budget striminzito il regista svedese fece miracoli , a volte aiutandosi perfino con dei mezzi di fortuna ma la sorte lo premiò visto che il film rese più solida la sua fama.
Nel 1957 , Il Settimo Sigillo vinse " Il Premio speciale della Giuria " al Festival di Cannes, nel 1958 ricevette " Il Gran Premio dell' Accademia Francese del Cinema "  mentre nel 1960 il film fu proiettato in Italia e vinse " Il Nastro d' Argento " e per concludere in Spagna, sempre nello stesso anno ebbe come onorificenza " Il Lebano d' Oro "
Tuttavia il vero successo internazionale si conclamò con un altra pellicola , quella meraviglia che in Italia conosciamo con il titolo " Il posto delle fragole " , opera del 1958, in concomitanza  con un lungo periodo di intensa attività teatrale che coincide con un ricovero in una clinica psichiatrica [...] Bergman vi si dedicò con cosi tanto impegno che in questo caso , le due sue maggiori
doti non coincisero in termini di salute psico-fisica. Il perfezionista Ingmar ebbe il suo momento di difficoltà ma la sua generosità artistica e l'insofferenza al riposo furono la dinamo vincente e risolutiva per il male. In verità il film è una serena analisi sulla vita e sulla morte , conquistò per questo il
plauso della critica e ottenne " L' Orso d' Oro " al Festival di Berlino e il primo posto alla Mostra del cinema di Venezia. Nel 1959 produsse altri due film , Alle soglie della vita , con esiti discreti , ma sopratutto " Il Volo " che gli valse il primo premio speciale per la miglior regia  e originalità poetica, non ultimo una menzione per lo stile e l'estetica artistica al Festival di Venezia , con tanto di Leone d' Oro ex Aequo accanto ai film " La grande guerra " di Mario Monicelli " e " Il Generale Della Rovere " di Roberto Rossellini ; i giornalisti presenti in giuria , in segno di polemica gli conferirono " Il Premio Pasinelli " come migliore opera presente nella celebre rassegna.

Per adesso ci fermiamo esattamente nel 1959 ; mai avrei pensato che questo servizio prendesse vita coinvolgendomi fino a questo punto , inizialmente doveva essere molto più breve e sintetico ma credo che la statura del personaggio meriti un Focus ben approfondito. Da parte mia è anche un motivo di studio personale del tutto estemporaneo , avendo il mondo di ripassare o approfondire ciò che mi era sfuggito come semplice appassionato. Grazie dell'attenzione e a presto con i suoi anni sessanta e settanta.

giovedì 21 dicembre 2017

Ingmar Bergman - Abito sempre nel mio sogno e di tanto in tanto faccio una visita alla realtà.


Film come sogni, film come musica. Nessun'arte passa la nostra coscienza come il cinema, che va diretto alle nostre sensazioni, fino nel profondo, nelle stanze scure della nostra anima.

 Fellini, Kurosawa e Buñuel si muovono nello stesso campo di Tarkovsky. Antonioni era sulla buona strada, poi è come spirato, soffocato dal suo stesso tedio

 Svezia, settembre 1975 :

Cari amici
Stiamo per fare un film che, in un certo senso, tratta di un mancato suicidio. In effetti ha a che fare (stavo per dire "come al solito") con Vita, Amore e Morte. Perché in realtà non esiste nulla di più importante di cui occuparsi, a cui pensare, di cui preoccuparsi, di cui rallegrarsi e così via.
Se qualche persona onesta dovesse domandarmi onestamente perché abbia scritto questo film, io, ad essere onesto, non sarei in grado di dare una risposta netta.

mercoledì 20 dicembre 2017

Ingmar Bergman Bio parte seconda : L' uomo , il regista di teatro e il suo primo grande cinema negli anni quaranta e cinquanta.


Ingmar Bergman è dunque un artista totale ? Da dove riprendere il filo del discorso aperto con la prima parte di questa mia modesta biografia sulla sua vita e sulla sua opera , se non da questo concetto : L' Arte Totale !  Teatro , opera lirica , studio , una profonda passioni per ogni tematica filosofico umanistica ma sopratutto la tormentata relazione con il suo passato , la religione e l'ossessivo timore referenziale della morte ; le basi del suo cinema e dell' uomo , della sua grande statura umanistica e culturale e la  vita. Ingmar Bergman è considerato una delle personalità più eminenti della storia della cinematografia mondiale , uno dei migliori sopratutto dal punto di vista tecnico visivo, infine un superlativo sceneggiatore , complesso e raffinato. Nel suo cinema le tematiche di una giovinezza perduta , causa la rigida educazione punitiva e luterana della famiglia , la figura del l'eterno padre padrone che poi si è inevitabilmente configurata con Dio , quindi una fede latente e compromessa per crisi religiosa , l'incombente spettro dell' austero giudizio della morte , sono il fulcro del suo lascito fra tematiche e dogmi , traumi e paure sviscerate fino all'esasperazione, con il risultato di una perfezione cinematografica, come già scritto, rara.
Suo padre Erik , era di fatto votato alla vita pastorale luterana , con i principi educativi fondanti di tale ordine , quali il peccato e la confessione , il perdono tramite la punizione per il raggiungimento della grazia di Dio. Quest'uomo , votato fin da giovane all'attività pastorale , sopratutto in veste da cappellano della Corte Reale, impartì al figlio un'educazione molto severa, ricordi che sono evidenti nei suoi film più tardi : Fanny e Alexander (1982), Con le migliori intenzioni (1992) e Conversazioni private (1996) 
( Giusto una ricapitolizzazione ... Una intro !) 


Come ho già scritto nella precedente prima parte della biografia , incentrata sopratutto negli
anni della sua giovinezza ,e l'apprendistato nel teatro studentesco , infine come affermato scrittore e sceneggiatore , regista di teatro , la sua immensa fortuna avvenne grazie alla prima rappresentazione dell'opera " La morte di Kasper , messa in scena dai vecchi compagni del teatro studentesco di Stoccolma , nel 1942., dove ebbe modo di fare breccia 
sulle illustri personalità di Carl Anders Dymling, e Stina Bergman della Svensk Filmindustri,
Nel 1944 , grazie all'assunzione presso questa casa di produzione artistico cinematografica,
uno dei sui scritti inediti venne portato dal teatro al film , Spasimo , per la  regia di Alf Sjoberg e la collaborazione dello stesso Bergman come segretario di direzione , che venne
molto apprezzato per il suo J' Accuse verso il nazismo , mentre nel 1946 con il titolo Tormento , vincerà il primo festival di Cannes del secondo dopo guerra. 
Nel 1946 , Ingmar Bergman trasferitosi a  Goteborg , verrà nominato primo regista presso il teatro della città , dove debutterà con un opera da egli tanto amata , la personale rappresentazione del Caligula di Albert Camus , personaggio e intellettuale affine e assai caro ; in questo contesto sarà assai intenzionato a portare avanti entrambe le attività come regista da teatro e film , con alternanza ma prolifera costanza. Nel 1947 , complice la stima 
e la profonda ammirazione guadagnata nel settore, sarà la volta dei film " La Terra del desiderio " e " La musica nel buio " entrambi incentrati su di un romantico disagio giovanile , tematica costante anche nelle successive produzioni, almeno fino a " Un estate d'amore " con cui andrà a chiudere la sua prima fase romantica.
Dopo una serie di vicissitudini non favorevoli e qualche insuccesso all' interno della
Svensk Filmindustri , nel 1948 , grazie all'interesse e l'aiuto di Loris Marmsted , Ingmar 

conseguirà il suo primo successo cinematografico con il film " La prigione " destando
un certo interesse a tal punto di convincere la sua vecchia casa di produzione ad una rinnovata fiducia.
La firma del grande Ingmar Bergman però arriverà al raggiungimento della prima maturità solo nel 1950 , con il già citato " Un estate d' amore " ,  poiché l'opera risentirà dello stato d'animo del regista cosi nel profondo da lasciare la seguente dichiarazione : Fu il primo film in cui cominciai a sentirmi veramente in grado di esprimermi.
Nel 1952 , dopo aver concluso il suo rapporto lavorativo con la Svensk Filmindustri, attraverso un altro film , il regista , oramai consapevole del proprio potenziale , realizzerà
" Donna in attesa " presentandolo a Venezia e con buon successo ma nel 1953 avrà qualche problema con il successivo " Monica e il desiderio " , ai tempi considerato scandaloso , per via dell' insolente sensualità dell'attrice Harriet Anderssons , a cui si legherà sentimentalmente e con cui realizzerà ben nove film ( A detta di Bergman , la migliore attrice e musa di sempre !)
Nel corso degli anni cinquanta , complice qualche crisi artistica , e la stanchezza , l'artista
si dedicherà nuovamente al teatro , rappresentando in diverse occasioni autori come 
Pirandello e Kafka , questo prima di giungere al suo primo e grande successo internazionale , il celebre " Settimo Sigillo " , nel 1956 (To be continued !)

Fine della seconda parte di questa mia appassionata cronistoria sul grande Ingmar Bergman , ovviamente scriverò ancora altro e non vi resta che seguirmi , sempre e solo
se potete e sopratutto volete. Grazie mille dell'attenzione !




sabato 16 dicembre 2017

Ingmar Bergman - Biografia parte prima : La vita di Ingmar Bergman attraverso la formazione dello studio e del teatro.



Oggi parliamo del grande regista svedese Ingmar Bergman in maniera più o meno , e spero , esaustiva , seppur in forma essenziale , visto che la sua vicenda e il suo percorso umano non è facilmente condensabile nella parole scritte ; egli è sopratutto l'artista visionario e complesso che si manifesta attraverso l'occhio magico della sua opera , e quindi con il suo grandioso e immenso lascito cinematografico. Bergman nasce il 14 Luglio del 1918 a Uppsala , figlio di un  cappellano della corte
reale. Questo piccolo particolare della sua biografia, ci rivela già molte delle tematiche che egli ha sviscerato attraverso il suo cinema , infatti , fin da piccolo , viene educato  in maniera austera secondo i concetti luterani del peccato ,  di conseguenza alla confessione religiosa , alla punizione e al perdono , quindi alla purificazione della grazia attraverso la religione. Ovviamente , tutto questo, come ho già accennato qualche riga sopra, sarà tematica ricorrente dei suoi film più per esorcizzare e convivere con un dolore insostenibile ; non era infrequente che il povero Ingmar fosse rinchiuso in un armadietto a scopo punitivo , e che in tale stato di cattività maturasse rabbia verso il suo padre padrone e il temuto Dio forzatamente introiettato, fra mille ipocrisie in quel clima culturale. A diciannove anni si iscrive all' Università di Stoccolma , stabilendosi così nella capitale , ma l'emancipazione culturale a cui aspira non è affatto facile, poiché il giovane ha alle spalle una famiglia tutto sommato non troppo benestante , ma sopratutto un disagio esistenziale che non gli permette di integrarsi con i coetanei ,  e quindi conduce una vita " boema " da artista scapestrato. Tutto questo non gli impedisce di approfondire i suoi studi e i tanti interessi culturali che gli stanno a cuore e lo arricchiscono , compiendo così un personale percorso di riscatto sociale e umano. La sua vicenda artistica parte dunque dal teatro e dal pentagramma delle sette note ma ben presto tutta questa passione per l'arte si trasforma in un discorso radicale , di fatto, non più associabile con tutte le altre attività , di cui si è manifestato un ottimo e brillante studioso.
Questa inquietudine , più simile ad una pulsione febbrile che rasenta l'ossessivo, lo porta a definire meglio il suo percorso artistico , quello che poi si è manifestato successivamente nel cinema, e quindi abbandona il teatro studentesco in maniera definitiva , per approdare ad un teatro professionale , e sopratutto di denuncia , provocatorio e ferocemente satirico. Nel 1940 diventa aiuto regista presso " Il Teatro dell' Opera " ma senza essere stipendiato e una ragazza del corpo di ballo alto borghese e di ricca famiglia lo aiuta finanziariamente , riuscendo cosi anche ad ottenere un ruolo di suggeritore per
" L' Orfeo all' inferno " con un compenso di tredici corone a sera. Raggiunta un minimo di tranquillità economica, Ingmar Bergman  si concentra sulla sua scrittura, e nel giro di pochi anni produce una dozzina di drammi e un opera lirica , fra cui " La Morte di Kasper " che nel 1942 ,  messa in scena per decisione del buon vecchio teatro studentesco, produce la sua fortuna. Bergman , non ostante il suo cupo e difficile carattere , ha lasciato una breccia nel cuore dei suoi vecchi compagni che lo ammirano e lo sostengono. Da questo momento in poi il giovane artista inizia a consolidare la sua arte. Ad assistere allo spettacolo vi sono in platea nomi di tutto prestigio quali Carl Anderson Dymling , neodirettore della Svensk Filmindustri , e Stina Bergman , vedova del drammaturgo Hjalmar Bergman , responsabile della sezione manoscritti , quest'ultima colpita dalla rappresentazione , lo convoca il giorno seguente , assumendolo con uno stipendio di cinque corone
al mese. Ora , il passo dal teatro al cinema è solo una questione di tempo !



venerdì 15 dicembre 2017

Ingmar Bergman, La lanterna magica, autobiografia, 1987 - estratto



« In realtà io vivo continuamente nella mia infanzia: giro negli appartamenti nella penombra, passeggio per le vie silenziose di Uppsala, e mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi, mi sposto con la velocità a secondi, e abito sempre nel mio sogno: di tanto in tanto, faccio una piccola visita alla realtà »

Nell'attesa di una bio da me scritta su di Ingmar Bergma , condivido qui il suo pensiero, sperando di farvi cosa gradita.
Domani si inizia il viggio verso le trame
del Settimo Sigillo !

martedì 12 dicembre 2017

Antonius Block e la Morte (Settimo Sigillo)

« Questa è la mia mano, posso muoverla, e in essa pulsa il mio sangue. Il sole compie ancora il suo alto arco nel cielo. E io... io, Antonius Block, gioco a scacchi con la Morte. »
(Antonius Block)

Ho intenzione di celebrare il film Settimo Sigillo e la figura del regista Igmar Bergman , un lungo special che si dipanerà di servizio in servizio nel corso di questa settimana. Avremo modo di sviscerare a fondo sopratutto la poetica di Settimo Sigillo , non  senza un giusto e dovuto timore referenziale. Con My Ideal Blog io mi sto affacciando ad un mondo per cui mi sento di avere l'umiltà come minimo di una maggiore responsabilità , almeno verso le opere in questione e il possibile fruitore dei miei special. Per me è sempre un grande impegno , quindi cercherò di centellinare i vari segmenti di questa storia , come ho già fatto con altri temi da me trattati in precedenza. Grazie della cortese attenzione !

PIETAS - Enten Eller


Esiste una musica in grado di farsi parte epidermica, ovvero sia di pelle che di pancia, emotivo- emozionale, con l'ascoltatore ?
No, non può esistere, a meno che ci sia una sensibilità tale da permetterlo, visto che i musicisti, come tutti gli artisti, non creano miracoli, ma danno vita e voce ad' emozioni eccezionali, questo si.
nel mio caso, nello specifico di Pietas, opera degli " Enten Eller " c' era una particolare predisposizione, dovuta a tanti fattori, legati al mio privato come al sentirmi parte viva, attiva e consapevole nel mondo, attraverso le mie radici, così come il mio essere Italiano in un Italia che provoca dolore, soprattutto alla mia generazione e ai più giovani. Pietas, già dal titolo, parla non solo del mio vivere ma ingloba tutto un sentire collettivo e si pone come un qualcosa di essenziale, un particolare ingresso fra il sacro e il profano, per trovare uno slancio di vita più consapevole e costruttivo, di fatti il Jazz degli Enten Eller, è tipicamente Italiano e Mediterraneo,
si nutre, concettualmente delle nostre fondamenta storico-culturali , greco - latine, così come degli umori meticci e migranti, del Mar Mediterraneo.
Il jazz Afro-Americano è qui, interiorizzato, parla attraverso un sentir la musica, nitidamente Italiano, un opera come Pietas non potrebbe esistere altrove, il contributo che l'italo-Argentino Javier Girotto dà, come elemento esterno invitato ad' interagire, appare determinante, in quanto rivela la stupidità delle barriere socio-culturali e politiche, il suono di Javier completa il tessuto mistico-spirituale di questa opera, attraverso canti di sax e flauti etnici, tipicamente fragili, nel senso Alto del termine, al mio orecchio, rappresentano un' umanità emotivamente coinvolta dentro il grande disegno della vita, invocante Pietas !


Patrizio De Santis ringrazia Massimo Barbiero visto che gran parte dei dischi degli Enten Eller, fra cui questo, non sono più disponibili, per cause legate alla distribuzione e la promozione del prodotto.
l'Italia in campo musicale, vive ora un momento bruttissimo, un vero collasso artistico, non legato alla vendita dei dischi ma alla mancata fruizione della musica stessa, quindi una buona educazione alla Musica, Enten Eller, come lo stesso Odwalla sono entità musicali profondamente consolidate e apprezzate  all'estero ma ignorate qui da noi, non ostante le tante occasioni da Barbiero concesse, anche grazie a Ivrea Jazz, che con molto coraggio, porta avanti attraverso l' associazione e gli eventi live promossi attraverso il festival.

Il Disco è Cultura! Here and Now - I ritratti in Jazz per voce e contrabbasso di Marilena Paradisi e Bob Nieske. Losen Records, 2024

  Intro : Here and Now   I ritratti in Jazz per voce e contrabbasso di Marilena Paradisi e Bob Nieske  Tra le uscite discografiche che hann...