Francesca Woodman (1958–1981) e le sue "disordinate geometrie interiori"
“Ho dei parametri e la mia vita a questo punto è paragonabile ai sedimenti di una vecchia tazza da caffè e vorrei piuttosto morire giovane, preservando ciò che è stato fatto, anziché cancellare confusamente tutte queste cose delicate”.
„ I feel like I am floating in plasma I need a teacher or a lover I need someone to risk being involved with me. I am so vain and I am so masochistic. How can they coexist? “
" Am I in the picture? Am I getting in or out of it? I could be a ghost, an animal or a dead body, not just this girl standing on the corner…? "
F. Woodman.
Il " canto delle sirene " di un artista che ha fatto delle proprie disordinate geometrie interiori un opera d' Arte. Una passionale ricerca della bellezza dove la solitudine è riuscita ad attraversare il corpo femminile e i corrispettivi ambienti desolati, esaltando una natura impervia e spuria, il tutto come se fosse parte di un eterno orgasmo
cosmico. Un fluido mondo femminile fanciullo idealizzato in una crescente progressioni di immagini, che nell' insieme sono la poetica della Musa interiore di Francesca Woodman. Un maniacale lavoro proteso verso l' esaltazione di una purezza immortale, dove la foto si è fatta strumento d' amore per giungere fin qui, nel nostro attuale presente, come se fosse stata l' Epitaffio definitivo per essere il Testamento del nostro Tempo più metafisico.
( Patrizio De Santis)
[ Francesca Woodman, Denver, 3 aprile 1958 – New York, 19 gennaio 1981, fotografa statunitense.]
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