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venerdì 28 settembre 2018

1976 NAGISA OSHIMA oppure NOBURO TANAKA ? ( L' Impero dei Sensi e Abesada)

1976 NAGISA OSHIMA O NOBURO TANAKA ? L'IMPERO DEI SENSI ! 


Il 1976 è un anno particolare per il cinema mondiale, dal Giappone sta per arrivare una doppia bomba in grado di scuotere e destabilizzare sia i bigottismi puritani delle religioni monoteistiche che le civiltà fallo-centriche, ma sopratutto il movimento femminista, ai tempi agguerrito e in pieno fermento culturale. 
Due film tratti da un fatto di cronaca cruento e passionale lontano nel tempo, nello specifico gli anni trenta, durante la guerra delle Manciurie. Prima di addentrarmi nella vicenda voglio specificare in cosa differiscono i film : Ecco l'impero dei Sensi di N. Oshima è un film d'autore e di notevole importanza , Abesada - L' Abisso dei Sensi è un prodotto di Genere, e quindi di serie B, nello specifico un Pink Movie, una particolare tipologia di pornografia Giapponese dove non possono essere esposti gli organi sessuali riproduttivi, per veto e cultura, tuttavia sono ammessi qualsiasi tipologia di perversione sessuale, sopratutto se esasperata e violenta; padre del genere è N. Tanaka.
Nella mia soffitta ho entrambe le VHS, una acquistata in edicola con l' Unità, il film nobile, l'altra per corrispondenza dalla Bloodbuster di Milano.
Io mi soffermo sul film di Oshima, anche se Tanaka in questo caso non realizza un semplice sottoprodotto di genere, anzi , si avvicina a un livello di qualità prossimo alla cinematografia nobile, elevandosi al di sopra della media dei coevi Pink Porno ma aggiungo solo che il successivo La Casa delle Perversioni è un sequel mal riuscito, cosa che gioca a suo sfavore. 
Inizio con la trama di Ecco l' Impero dei Sensi , e chiudo con qualche info, restando sull'opera di Nagisa Oshima. Tokyo, 1936. Il legame tra la giovane cameriera Sada Abe e Kichizo "Kiki san" Ishida, proprietario della pensione presso cui presta servizio, è un legame d' amore sconvolgente, senza controllo, una passionalità totalmente dominata dai sensi. 
La relazione, la cui attrazione è corrisposta in maniera fin troppo corrosiva per non evolvere nel dramma, si nutre di una greve estasi sensuale che prelude a un tormentato baratro erotico. I due amanti vivono alimentandosi di questa fatale e ossessa sacra fiamma di amore e passione,  l'uno in funzione del piacere che può dare all'altro, annullandosi, e annullando, con il maniacale ripetersi degli amplessi, ogni forma di quotidianità tradizionale. Non esiste più ragione e razionalità poiché la costante necessità che hanno l'uno dell'altra è implacabile a tal punto che non possono impedirsi di copulare nemmeno in presenza di altre persone o all'aperto.
Il compulsivo consumarsi del gesto carnale si fa però sempre più estremo, e si conclude con la morte di Kiki, l'uomo tanto amato viene cosi soffocato nell'ora dell' ultima e mortale trasgressione. Nel finale Abe Sada recide il membro di Kiki - valore simbolico e affettivo - e se ne appropria, serbandolo con cura nel kimono per tre giorni, fino all'arresto da parte della polizia.
Il film non è un opera oscena ma molto studiata e raffinata, a partire dagli ambienti che ricordano il teatro, con rimandi al Giappone feudale, giusto un impressione estetica visto i treni, le sigarette e i soldati in partenza per la Manciuria, fra l'altro i pochi personaggi, i colori, le musiche, i canti tradizionali, riescono a esaltare l'aspetto drammatico della relazione, allontanando il rischio di travalicare il labile confine del Pink Movie, dove il sesso la fa da padrone, seppur in forma esasperata e senza gli organi sessuali esposti. Questa opera resta un caposaldo della cinematografia d'autore mondiale che ai tempi scosse l'Occidente ma ancora oggi è un battuto tema da Cineforum , con tanto di dibattiti interessanti.

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