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sabato 14 aprile 2018

Anidride Solforosa - Tu parlavi una lingua meravigliosa (Lucio Dalla e Roberto Roversi nel secondo atto di una trilogia libertaria senza precedenti storici )


Anidride Solforosa - Tu parlavi una lingua meravigliosa

Anidride Solforosa è di fatto il secondo atto di una collaborazione storica fra due carismatiche figure della Bologna più trasversale e anticonformista, l'inclassificabile cantautore Lucio Dalla e il poeta, scrittore, professore Roberto Roversi, un ex partigiano che si era distinto nella resistenza. 
Rispetto all'esordio "Il giorno aveva cinque teste", la cui stravaganza proto-progressive aveva offerto ottimi spunti ma anche un senso di straniante incompiutezza, sicuramente voluta, in Anidride Solforosa tutti gli ingredienti sono pienamente a fuoco e i versi del poeta riescono a penetrare a fondo il formato canzone, in quanto prossimi alla forma cantautorale di Lucio, ovviamente c'è la stessa ricerca di soluzioni musicali inedite del precedente atto, però vengono dispensate con cautela, anche perché in questo lp l'intento di entrambi gli autori è quello di produrre un risultato ottimale e più popolare. Purtroppo la risposta del pubblico sarà limitata al circuito off dei tempi ma c'è anche da dire che il fenomeno del cantautorato politico era una novità e Dalla pagava lo scotto del festival di Sanremo e di un lp fortunato come "Storie di casa mia" realizzato con Francesca Pallottino e in parte con i contributi del fedele amico Rosalino Cellamare ( Ron ). La collaborazione con la Pallottino non si era del tutto estinta e infatti nel 1974 si concretizza un tiepido successo di classifica con il singolo Anna bellanna

Con questo lavoro i due tornano ad occuparsi delle tematiche della precedente opera ma attraverso un linguaggio sicuramente più coeso e immediato, seppur originale, come nel caso dei brani Mela di scarto, riguardante il carcere minorile, con di nuovo Torino protagonista visto che si fa riferimento al Ferrante Aporti (nel disco "Il giorno aveva cinque teste", Torino era stata citata in diversi brani) mentre nel caso di Carmen Colon si tracciava l'inquietante storia di cronaca nera di un  Alphabet Killer. Interessanti casi di nuova canzone di denuncia sociale sono anche le originali trame del brano "Le parole incrociate" dove lo sfruttamento proletario del meridione da parte della nuova borghesia industriale del nord viene sottolineato da una indovinata citazione di un traditional siculo," Ciuri Ciuri ", alla fisarmonica, mentre nell'eloquente "Borsa valori" il situazionismo musicale si concretizza con dei brevi intermezzi d'archi che riprendono le celebri Raindrops Keeps on my hand e Singing' in the rain. Le punti di diamante  di questo 33 giri sono veramente tante a partire dalla stessa "Anidride Solforosa", complessivamente è un lavoro in cui ogni cosa funziona in un equilibrio perfetto al di fuori della stessa trilogia Dalla-Roversi e lo possiamo anche considerare il capolavoro dello stesso cantautore, poiché mai più il bolognese vorrà inseguire questo sentiero, anche se il successivo "Automobili" è ancora oggi di qualità eccelsa e forse è invecchiato meglio. Ritornando nei solchi di questo vinile vi sono brani che risplendono più di tutti gli altri a cominciare dalla visionaria "Ulisse coperto di sale", a mio avviso un brano manifesto degli anni settanta , un vero inno all'utopia di una stagione che sembrava destinata a fare proseliti in ogni campo ma fallisce proprio nell'impossibilità di rendere concreto un discorso fin troppo radicale, visto che il mondo stava andando in un altra direzione, e l' estremismo delle frange armate della politica extra-parlamentare è di fatto il canto del cigno di un epoca, in quanto astutamente manovrato dal sistema; la strategia della tensione non è altro che la fine di un sogno collettivo.

Ma cosa resta alla fine di tutta questa storia se non la poesia melanconica e struggente dell' amore, visto già da lontano, in una stazione dove riaffiora il ricordo di un fuoco mai spento, come nel caso di "Tu parlavi una lingua meravigliosa ", un ritratto dolce-amaro che possiamo immaginare come un film ambientato in una Bologna non ancora funestata dalla strage di stato di quel terribile 1980. In questa dolcissima visione di "miele aspro" il binomio Dalla e Roversi rifugge il sociale e l'anarchia e si concede uno struggimento senza precedenti, perché "Tu che parlavi una lingua meravigliosa " è anche il riaffiorare di un piccolo sogno sentimentale giovanile che sfuma per sempre nel passato. L' utopia di quella stagione dopo tutto può benissimo convivere con la stessa "lingua meravigliosa" del sentimento dell'amore, e poi entrambi gli autori erano e resteranno dei poeti, un cantautore e uno scrittore che per un attimo si sono sfiorati sulla stessa lunghezza d'onda. Automobili è il principio della fine, il pomo della discordia realizzato con il contributo del professor Roversi solo per obbligo contrattuale, poiché non farà sua l'esigenza di una forma canzone più lineare e nazional popolare voluta da Lucio, e  firmando come Norisso egli mette un punto definitivo a questa storia.

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