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lunedì 17 marzo 2025

Il Disco è Cultura! Here and Now - I ritratti in Jazz per voce e contrabbasso di Marilena Paradisi e Bob Nieske. Losen Records, 2024

 


Intro:

Here and Now 

 I ritratti in Jazz per voce e contrabbasso di Marilena Paradisi e Bob Nieske 


Tra le uscite discografiche che hanno lasciato un segno nell'autunno del 2024 - e continuano a fare proseliti in questo scorcio del 2025 - si è distinto il nuovo parto discografico di Marilena Paradisi con il contrabbassista americano Robert Bob NieskeHere and Now - pubblicato il 18 ottobre per l’etichetta norvegese Losen Records  - fondata da Odd Gjiessen presso la società di distribuzione Musikklosen. La cantante - originaria di Roma - aveva già realizzato un CD in duo con il pianista statunitense Kirk Lightsey per la prestigiosa label nel maggio del 2017 - il  melodioso e armonioso Some Place Called Where.

In data sabato 15 febbraio 2025 Bob Nieske ha raggiunto la cantante nella capitale per eseguire i brani del nuovo progetto artistico alla  Casa del Jazz - una ex villa confiscata alla malavita  - appartenuta al boss della Banda della Magliana Enrico Nicoletti - e in seguito assegnata al comune di Roma dall'allora sindaco Walter Veltroni per farne un punto di ritrovo culturale. Il concerto di Here and Now porta in nuce dei ritratti in musica fantasiosi ed emotivi per voce e contrabbasso, di conseguenza gli standards eseguiti si disvelano a noi come dei  prodigi emozionali - contrassegnati da una magistrale libertà creativa. Tutto ciò che possiamo ascoltare nel disco rivive nella gremita sala auditorium  in maniera passionale, vibrante, intensa:  i critici di settore - insieme ai fortunati spettatori  - ne hanno lodato l'interplay.  Oltre ai dodici brani in scaletta il duo ha scelto di eseguire tre composizioni di Jimmy Giuffre: Phoenix, Moonlight e Mosquito Dance  





Brevi cenni biografici su Marilena Paradisi e Bob Nieske


Marilena  è una cantante particolare - tra le più originali e inclassificabili della scena nazionale e internazionale - rifugge da sempre l'ovvio in favore di progetti artistici atipici e trasversali e multidisciplinari: ha dunque esplorato tantissimi linguaggi musicali - dagli standard jazz alla canzone d'autore fino ad implementare nel proprio background tutte le possibilità del canto strumentale e contemporaneo

Marilena Paradisi ha studiato con la grande cantante giapponese Michiko Hirayama (1923-2018) nota per I Canti del Capricorno di Giacinto Scelsi ( 1905-1988)  Nel 2013 pubblica Prelude for Voice and Silence Silta records) ed ha l'onore di immortalare in un supporto fonografico alcuni esperimenti in solitudine e dei duetti con la Hyrayama 

Ha inciso dischi con dei maestri indiscussi: Intimate Conversation  ( 2004, Abeat records) in duo con Pietro LeverattoPensiero - Omaggio a Gino Paoli ( 2006,Philology) in trio con Renato Sellani e Dino Piana

I lavori discografici pubblicati per la Silta records The Cave - Dialogues Between Echoes of Stone -  coaccreditato al percussionista, flautista Ivan Macera - e Rainbow Inside: Free Improvvisations to watercolors - scritto e concepito con il contributo del  sensibile chitarrista Arturo Tallini -  traggono ragione di essere nei luoghi siti di particolari ambienti naturali, o nella pittura, nella poesia e nell'essenza della creatività totale.

Bob Nieske ha stretto un sodalizio decennale con Jimmy Giuffre diventando una colonna portante del quartetto senza strumenti armonici - documentato nei 33 giri Soul Note di Giovanni Bonandrini - Quasar, Dragonfly e Liquid Dancers. Ha approfondito il metodo Lidio cromatico di George Russell.  Si è distinto suonando e collaborando con la leggenda del violino Jazz Stephane Grappelì. Ha suonato e inciso musica con la formazione di avanguardia Either/Orchestra. Tra i suoi progetti và segnalata una suite per trio Jazz e Lyndian String Quartet, documentata nel CD Semplicity ( Accurate,2000) molto acclamata dalla critica.  





Marilena Paradisi/Bob Nieske - Here and Now 

Losen Records, 2024


La scintilla creativa da cui si è originato il duo di Here and Now và individuata in una esibizione dal vivo antecedente alla pandemia. Nel comunicato stampa della Losen Records Marilena Paradisi ce ne parla in prima persona:  "Nel 2019 feci un concerto con Bob Nieske a Cambridge: era la prima volta che suonavo con lui, trovammo una inaspettata intesa musicale, fu davvero come se avessimo suonato insieme chissà da quanti anni. È una cosa davvero rara, soprattutto quando si tratta di un duo formato da voce e contrabbasso. Il Covid ha fermato tutto, quando è stato possibile ci siamo incontrati di nuovo a Boston e abbiamo finalmente registrato insieme. Con Bob ho trovato una comunicazione totalmente spontanea, con una libertà di espressione che ci ha consentito di vivere l’estemporaneità del momento. Il titolo “Here And Now” nasce proprio da questo"

La cantante romana e il contrabbassista statunitense si sono trovati sulla stessa corda e si è innescata la giusta vibrazione alchemica - il risultato che ne è scaturrito è eccellente. La seduta di registrazione del 21 Maggio a Boston ci riporta al concerto di Cambridge: nelle note interne di copertina scritte da Gerlando Gatto il giornalista paragona l'ascolto del cd a un buon live da gustare con prudenza, brano dopo brano - " ché la sorpresa è sempre dietro l'angolo"

L'incedere ipnotico e blues di Life B's Poem - un tema poco battuto di Bobby Hutcherson - e il flusso energico di Black Nile - un classico di Wayne Shorter -  la cui vivacità sonora rimanda allo scorrere di un percorso fluviale,  vengono esaltati da un dialogo voce e contrabbasso alla pari. Marilena passa dal testo cantato alla vocalità strumentale - da non confondere con il tradizionale scatt - mentre Bob Nieske utilizza il basso da strumento solista, evitando così la rassicurante, ma ovvia funzionalità di accompagnamento e sostegno ritmico. Aleggia lo stile libero e lineare di Jimmy Giuffre simile alla tecnica del contrappuntodove pattern e piccole sequenze in movimento aiutano a costruire le linee forti e portano con se l'orecchio dell'ascoltatore. In un'intervista rilasciata a doppiojazz.it Bob Nieske paragona il feeling musicale del duo alla metodologia di lavoro del gruppo senza strumenti armonici di Giuffre.  

Il contrabbassista si lancia nel tema più frizzante di My Friend Flora di Astrud Gilberto, una bossa louge sottoposta alla versatile vocalità della cantante. Two for the Road di Henry Mancini colora l'ascolto di romanticismo -  contrabbasso e voce tessono le trame del racconto in un jazz cinematico e i musici ci amaliano nella sezione centrale strumentale. Menzione a parte per Chelsea Bridge di Billy Strayhorn, uno standard dal taglio struggente e malinconico rivitalizzato dalla formula adottata per Here And Now - e per l'inclusione di Del Sasser del contrabbassista Sam Jones: una perla oscura del sottobosco jazz che personalmente non conoscevo.

Marilena scrive il testo per Lawns di Carla Bley e lavora sui charoscuri di Portrait in Black and White di Jobim cantandoli in lingua italiana; non paga di tanta creatività cesella i versi poetici de Il Mercante di Venezia per adattare le liriche di William Shakespeare con le musiche di Duke Ellington sounds of Love  - tra le migliori ballate di Mingus.  

Poetica è anche la spazialità ariosa e liquida della fotografia di copertina ( scattata dalla Paradisi) - non rievoca forse lo stesso impressionismo trasognante e materico della cover del 33 giri Crystall Silence? La balland di Chic Corea - condivisa nei primi anni settanta con il vibrafonista Gary Burton  - è presente nella scaletta di questo CD come terza traccia, ed è stato il primo brano che ho scelto di  ascoltare, affascinato dalla copertina dell'album. Nel complesso Here and Now mi fà pensare ad un felice incontro di kindred spirits ascesi nell'etere dei nostri ascolti con dei giochi di fantasia, poesia, improvvisazioni e ritratti in musica per voce e contrabbasso 


Il Disco è Cultura!




CD info

Catalogue No: LOS 310-2

EAN: 7090025833106


    ISRC:

1 Little B´s Poem (Bobby Hutcherson) 3:26 NO2NJ2410010

2 Black Nile (Wayne Shorter) 2:12 NO2NJ2410020

3 Crystal Silence (Chick Corea) 4:12 NO2NJ2410030

4 My Friend Flora (Astrud Gilberto) 2:27 NO2NJ2410040

5 Don´t Misunderstand (Gordon Parks) 2:48 NO2NJ2410050

6 Two For The Road (Henry Mancini) 3:51 NO2NJ2410060

7 Portrait In Black And White (A.C. Jobim / Italian lyrics Marilena Paradisi) 5:12 NO2NJ2410070

8 Del Sasser (Sam Jones) 2:52 NO2NJ2410080

9 Duke Ellington´s Sound Of Love (Charles Mingus / lyrics by William Shakespeare,

adapted by Marilena Paradisi from “The Merchant of Venice, act III scene II”) 2:36 NO2NJ2410090

10 Lawns (Carla Bley / lyrics Marilena Paradisi) 4:36 NO2NJ2410100

11 Chelsea Bridge (Billy Strayhorn) 2:31 NO2NJ2410110

12 Never Will I Marry (Frank Loesser) 2:31 NO2NJ2410120


Total Time: 39:14


Marilena Paradisi 

voice

Bob Nieske 

double bass


Artistic Project and arrangements by Marilena Paradisi & Bob Nieske


Recorded May 21, 2024 by Peter Kontrimas at PBS Studio Westwood, Boston, Mass. USA

Mixed and mastered by Clive Simpson at Extra Beat Studio, Rome, Italy

Produced by Marilena Paradisi

Executive producer Odd Gjelsnes

Front cover photo by Marilena Paradisi

Musician´s photo by Peter Kontrimas

Design by Max Franosch


martedì 11 febbraio 2025

Il Disco è Cultura! LISISTRATA - il ritorno discografico degli Enten Eller con la partecipazione speciale di Iva Bittovà ( autoproduzione discografica indipendente, 2024)


 LISISTRATA 

( autoproduzione discografica indipendente, 2024)




Il Disco è Cultura!

Introduzione 

Il 2024 è stato un anno importante e particolarmente impegnativo per Massimo Barbiero: tra le iniziative che si sono svolte nella prestigiosa cornice della 44esima edizione dell'Open Papyrus Jazz Festival - indetto e organizzato dal maestro  - va segnalata una data molto importante: il 6 settembre al Cortile del Museo Garda di Ivrea si è tenuto il concerto celebrativo per i 37 anni di attività degli Enten Eller.  

La formazione non suonava più dal 2019, tuttavia è riuscita magistralmente a integrarsi con le special guest Iva Bittovà e Danilo Gallo.  Uno dei tratti peculiari del loro modus operandi è quello di essere un gruppo aperto per favorire delle collaborazioni con musicisti versatili e eterogenei, caratteristiche necessarie per la realizzazione di progetti sempre differenti e di largo respiro. 

Per il nuovo parto discografico  Barbiero - leader e cofondatore storico insieme a Maurizio Brunod - ha scelto di evitare  la consueta formula del live celebrativo canonico, così da realizzare un progetto totalmente inedito su cui poi costituire l'idea portante per un'opera di musica totale: di conseguenza il live di Lisistrata è una preziosa occasione per approfondire un'esperienza artistica e creativa che non ha equali in Italia e in Europa  e nel resto del mondo 


 LISISTRATA  

Enten Eller & Iva Bittovà  


Per il concerto di Lisistrata non ci sono state prove, solo un lavoro di scrittura di Massimo Barbiero e di Alberto Mandarini, una costruzione strutturale dove i brani o i background sono usati all’interno di una conduction che mette in gioco più combinazioni (duo, trio, quartetto, collettivo) il tutto spiegato nel backstage con partiture alla mano. 

Lisistrata ha il costrutto narrativo di una suite a tema: la storia di Lisistrata ruota intorno alla protagonista delle commedia Aristofanea risalente al 411 a.C. Il mito racconta di come la donna ateniese - con la complicità  della spartana Lampitòsia riuscita a unire le donne greche in uno sciopero del sesso ad oltranza,  così da reprimere la guerra nel Peloponneso. 

Il CD si apre con un brano inedito Aquarius - scritto da Barbiero - e introduce il Mito: a questo tema si susseguono le tracce dei brani classici del repertorio rivisti nella formula a suite: Pragma ( guerra) - Mostar - Denique Caelum ( macerie) - Praxis - Torquemada ( speranza)  - Per Emanuela - Sud ( illusione rabbia)  

La struttura complessiva di Lisistrata permette agli strumentisti di permeare nel loro background impro jazz la musica erudita extra-colta contemporanea e il folclore immaginario di un mediterraneo che convive in simbiosi con le tradizioni popolari dell'Europa del Nord e dell"Est. Una sintesi espressiva e artistica dove il valore aggiunto è la gamma di sperimentazioni vocali portate in dote dalla Bittovà che conferiscono alla performance una fascinazione particolarnente emozionante: segnalo la dolente melodia di Mostar trasmutata in un canto malinconico e lunare (  il tema  rievoca la guerra nella ex Jugoslavia)

Le possibilità di dialogo interattivo offerte dai due contrabbassi sono molteplici e vanno dal free alla melodia,  fino a conferire al ritmo una cantabilità felicemente descrittiva. Danilo Gallo ha alle spalle una lunga storia nel mondo del jazz alternativo e si è contraddistinto anche come un brillante e efficace musicista, compositore e produttore discografico indipendente. Il bassista si è integrato nell'economia musicale degli Enten Eller in modo spontaneo e ha supportato la peripezia strumentale di Giovanni Maier senza prendere la scena.  

La chitarra di Brunod ha offerto attimi di trasognante progressive nel segmento Per Emanuela, i cui echi dei Genesis e dei King Crimson restano udibili nelle percussioni di Barbiero e nel suadente solo di violino con cui Bittovà si abbandona per far librare in aria il potere del proprio canto. Il concerto ha il suo epilogo in Sud ( illusione rabbia); il brano rievoca le sonorità etnico mediorientali e quelle dell'Europa centrale: impreziosito da melismi e vocalizzi, trilli armonici e canto muezzin di cui Iva Bittovà è conoscitrice ( nelle note di copertina Davide Ielmini cita Cathy Berberian e Demetrio Stratos

Tutto è sorretto da una tessitura orchestrale vicina alla sensibilità multiculturale di Don Cherry, Don Ellis e Charlie Haden. Alberto Mandarini ( tromba e flicorno) condivide con Massimo Barbiero la propensione alla melodia e a un progressivo recupero delle note essenziali.  

Va ricordato che il gruppo si è costituito nella seconda metà degli anni 80 e nel corso dei decenni le origini free e impro dei loro componenti si sono sedimentate nel DNA del collettivo per lasciare respiro alla musicalità mediterranea. Stiamo parlando di un tratto peculiare che non è passato inosservato all'estero ( la collaborazione con Tim Berne segnalata da DownBeat) L'incontro con la compositrice, violista e cantante ceca è un capitolo destinato a iscriversi alla voce capolavoro!

Forse Lisistrata è un pretesto per riflettere sulle grevi e minacciose guerre che funestano la striscia di Gaza in medioriente e il conflitto tra l'Ungheria e la Russia; senza dimenticare tutte le altre situazioni belliche nei differenti e oppressi Sud del mondo. 

Se ci soffermiamo sulla citazione di Pavese “L’unico modo di sfuggire all’abisso é di guardarlo e misurarlo e discendervi” possiamo leggere il progetto anche in questo modo: LISISTRATA è una proposta artistica degna di essere documentata perché nel caso specifico degli Enten EllerIva Bittovà Il Disco è Cultura! 




SCHEDA TECNICA/ 
CREDITI 


Alberto Mandarini: Trumpet ,flugelhorn
Maurizio Brunod: Electric guitars, live sampling, effects
Giovanni Maier : Double Bass
Massimo Barbiero: Drums e percussion

Special guest
Danilo Gallo : Double Bass
Iva Bittova: Voice violin

Intro
1) Aquarius Violino voce / batteria (Massimo Barbiero) 03:31
2) Pragma (guerra) (Massimo Barbiero) 06:49
3) Mostar (Background 1 chitarra contrabbasso Gallo) (Brunod Lodati) 03:35
4) Denique Caelum (macerie) (Massimo Barbiero) 05:22
5) Praxis (Background 2 Tromba Percussioni contrabbasso Maier) (Massimo Barbiero) 03:36
6) Torquemada (speranza) (Alberto Mandarini) 11:09
7) Per Emanuela (Background 3 collettivo (Massimo Barbiero) 07:44
8) ) Sud (illusione rabbia) (Walter Leonardi) 06:10

Total time: 48:01

“L’unico modo di sfuggire all’abisso é di guardarlo e misurarlo e discendervi”
Cesare Pavese

Recorded on 6 Settembre 2024 at Ivrea (44° Open Papyrus Jazz Festival)
Mixed on 24 ottobre 2024 Sound engineer Mario Bertodo

Cover e Photos:Luc Buti Ugo Cometto
liner notes: Davide Ielmini
Graphic design: Fabio Rodda

Il disco è un'autoproduzione di Massimo Barbiero ed è ordinabile contattando il musicista in privato. Allego il link del sito internet ufficiale del maestro: https://www.massimobarbiero.com/IT/ e il link del profilo Bandcamp per l'ascolto e l'acquisto di tutti i suoi album in formato digitale: https://massimobarbiero.bandcamp.com/

mercoledì 22 gennaio 2025

Il Disco è Cultura! STOICHEIA un progetto di musica e danza a cura di Massimo Barbiero, Markus Stockhausen e Roberta Tirassa. Autoproduzione/2024



STOICHEIA

 Il mito dell'origine degli elementi e della scintilla creativa cosmogonica secondo la sensibilità di Massimo Barbiero, Markus Stockhausen e Roberta Tirassa


STOICHEIA è il titolo di un CD registrato dal vivo durante lo svolgimento della 44esima edizione dell'Open Papyrus Jazz Festival e documenta l'eccellente esibizione di arte creativa e performativa tra due compositori e esecutori musicali di primordine: Massimo Barbiero - batteria, percussioni, crystal bowl e effetti - e Markus Stockhausen - tromba, flicorno e live electronics - a cui si è aggiunta la danzatrice e coreografa  Roberta Tirassa. 

E' riduttivo catalogare tale proposta alla voce concerto dal momento che Barbiero è un rigoroso uomo di cultura assemblatore di idee, progetti, eventi, stage e festival che hanno lasciato un segno indelebile a Ivrea - la città di Adriano Olivetti - e nella scena creativa italiana. Chi lo conosce e lo segue fin dagli anni ottanta può individuare nel titolo del disco un significato filosofico e umanistico di indubbia importanza. Le note di presentazione di Davide Lelmini ci spiegano che Aristotole - coniando la parola Stoicheia - indicò negli elementi acqua, aria, terra e fuoco la sintesi primigenia della vita ( un processo comune in tutte le cosmogenie) 

Ai quattro elementi viene aggiunto il Vento e dall'iterazione con il silenzio gli artisti coinvolti pongono le basi per rielaborare lo stesso processo cosmogonico in simbiosi con la natura del sito prescelto, in data 2/9/2024: il Giardino di Villa Casana, all'interno dell'Archivio Storico Olivetti. Va inoltre segnalato che la scelta del sito rientra nel progetto artistico ambientale di Roberta Tirassa 4000 dances for the Earth, il cui obbiettivo primario è una raccolta fondi per piantare alberi e fare rewilding tramite il team di Mossy Earthhttps://www.mossy.earth/



All'ascolto del disco si ha l'impressione che i due esecutori suonino da una vita; nella realtà non c'è nulla di preparato: I musicisti stanno improvvisando e creando un lavoro di musica e danza concettuale ispirati dal vento e dagli elementi naturali, senza mai essersi incontrati precedentemente per scrivere una partitura su cui sviluppare delle conductions; il tutto in simultanea con l'apporto coreografico di una danzatrice affermata qual è Roberta Tirassa.

E' Barbiero che ufficia l'inizio del rito con percussioni, cristalli e legni tessendo lievi trame di pura melodia; a cui fanno seguito i soli di Stockhausen: note essenziali per una connessione alchemica dove l'acustico si alterna ai loop elettronici. L'interplay è tra i più felici, in grado di sublimare  tutta la gamma strumentale - la batteria, il campionario di sfere di cristallo, il flicorno, la tromba - fino a trasmutare la spazialità misterica del silenzio in una musica avvolgente. Stoicheia ha preso forma, e seguendo la tracklist del disco viene identificata con il titolo di una suite: La Danza del silenzioaquarius) consta di sei movimenti: Ventointro) Terra ( felicità) Acqua ( illusione) Fuocodisillusione) Etereabbandono) VentofinaleL'insieme delle sezioni giungono al nostro orecchio come deve essere una composizione armoniosa e ben strutturata 

La registrazione audio non ci restituisce il linguaggio gestuale e trascendentale della danza di Roberta Tirassa; tuttavia  possiamo chiudere gli occhi  e lasciare che la musica e la danza si incontrino nel nostro spazio interiore, così da immaginare di essere parte del pubblico, galvanizzati dalla sacralità espressiva e creatrice dei tre artisti e dalle suggestioni naturalistiche e ambientali pregne di bellezza evocativa del Giardino di Villa CasanaAnche nell'ascolto di un disco si percepiscono i prodigi di un Etere che diviene Ascesi: in  quel breve ma numinoso silenzio che precede l'applauso estasiato del pubblico - proprio alla fine della riproduzione del CD - c'è la ragione d'essere dell'Arte ( Il Disco è Cultura!)





Le foto dell'evento sono di proprietà di Carlo Mogavero e le ho caricate direttamente dalla pagina Facebook di Massimo Barbiero Odwalla Percussionhttps://www.facebook.com/odwalla.percussion?locale=it_IT

La foto della copertina del CD è di Carlo Mogavero e il Graphic design è a cura di Fabio Rodda. Il disco è un'autoproduzione di Massimo Barbiero ed è ordinabile contattando il musicista in privato. Allego il link del sito internet ufficiale del maestro: https://www.massimobarbiero.com/IT/ e il link del profilo Bandcamp per l'ascolto e l'acquisto di tutti i suoi album in formato digitale: https://massimobarbiero.bandcamp.com/


sabato 6 maggio 2023

KARU - Place Memory #1 - Trascendenze e nuove forme sonore e visuali nella Chiesa sconsacrata di Sant'Agostino a Montalto delle Marche





Introduzione: cenni biografici e background + metodo e processo di lavorazione del collettivo KARU 


Per parlare di questo interessante progetto musicale di Alberto Brutti & Co. partiamo dal significato della parola KARU e dalle sue origini. Nella lingua Swahili delle etnie bantu - idioma diffuso in gran parte del continente africano che si affaccia sull'Oceano Indiano - tale entità creativa indica il principio mitologico del Chaos. Il significato archetipo di questa simbologia può essere identificato in un mito: il musicista semidio e sciamono che agisce - a tratti in forma caotica e inconsapevole - sotto la guida di un influsso trascendentale; la cui musica ha effetti guaritrici. Gli studiosi di fisica quantistica asseriscono che Dio ha originato l'universo suonando una partitura musicale: può darsi che in un'epoca remota i KARU abbiano raccolto queste vibrazioni divine e siano stati riconosciuti dai nostri avi come dei guaritori.

Non ci deve stupire che il giovane musicista, contrabbassista e compositore marchigiano sia partito dal così lontano per dare vita al suo ensemble, poiché tra le influenze musicali dichiarate troviamo John e Alice Coltrane, Charles Mingus; anche compositori di musica contemporanea, quali Iannis Xenakis - noto per il suo lavoro sulle infinite possibilità della musica scritta per percussioni - e altri pionieri della musica elettronica e elettroacustica del novecento: da Edgar Varèse a Steve Reich

In KARU la matrice sonora riconducibile al ritmo è chiara. L'aspetto spirituale della proposta artistica non è artificioso: il contenuto musicale non rifugge nella mistificazione, perché Brutti ha assimilato la grande lezione di John Coltrane  

[ Durante l'anno 1957 sperimentai, per grazia di Dio, un risveglio spirituale che doveva condurmi ad una vita più ricca, piena e produttiva. A quel tempo, per gratitudine, chiesi umilmente che mi venissero concessi i mezzi ed il privilegio di rendere felici gli altri attraverso la musica. Sento che ciò mi è stato accordato per sua grazia. Ogni lode a Dio - J.C.]

La band ha elaborato e sintetizzato un percorso artistico e culturale con indirizzo afrocentrico perfettamente in linea con le origini mistico-ancestrali e antropologiche del significa bantu di KARU: la Black Consciousness delle avanguardie afroamericane degli sessanta, l'afrofuturismo di Sun Ra e l'associazionismo dei collettivi sperimentali e politici degli anni settanta e ottanta, le  contaminazioni elettroniche e il post rock, l'ambient jazz e l'avant-garde dance degli anni novanta e del nuovo millennio Flying Lotus, Kieran Hebden, Mike LaddD'Angelo

Questo flusso sonoro per affinità risuona con gli altri compagni di viaggio: Mario D'Alfonso alle ance, Andrea Di Nicolantonio alla chitarra elettrica, Cristano Amici alla batteria. Il collettivo si è costituito in un'area geofrafica situata tra le Marche e l'Abbruzzo, ma è operativo in quelle città dove è stato possibile maturare un percorso di formazione musicale dalla risonanza internazionale: Bologna e Milano





An 

Immaginary 

Journey


An Immaginary Journey è un brillante disco di musica spiritual Jazz contaminato con suoni elettronici e etnici e attraversato da umori Trip hop e psichedelici. E' nato da differenziate  Jam session, grazie a un metodo di lavoro ormai affinato da anni di studio, prove, incisioni discografiche e concerti. E' caratterizzato da risoluti colpi di contrabbasso, linee di sax eccentriche e a tratti spirituali e sciamaniche, accentuate da samples di musica elettronica, la chitarra elettrica che oscilla tra reminescenze acido lisergiche e noise, e frenetiche sessioni di batteria.  In un secondo tempo è subentrato Matteo Castiglioni che ha suonato i sintetizzatori nelle tracce A3, B2 e B3, campionando anche le tracce di batteria. Nella fase conclusiva Alberto Brutti è intervenuto sulle registrazioni in studio utilizzando due Software per PC che si chiamano  Max Msp e Ableton Live necessari  per il processo di editing  e  di modulazione. Così il connubio tra il Jazz e l'elettronica ha preso la forma definitiva nei solchi del disco in vinile.  


Potete ASCOLTAREAQUISTARE l'album  nella piattaforma Bandcamp https://karumusik.bandcamp.com/


[ An Immaginary Journey, l'ultimo LP uscito per la Beat Machine records di Milano, è stato segnalato dalla testata The Guardian: https://www.theguardian.com/music/2022/dec/09/lea-bertucci-xtended-vox-review-contemporary-ben-vida-phil-minton ]


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KARU 

Live at Commerce Bookshop


Due parole a proposto del concerto avvenuto all'interno della moderna libreria Commerce di Milano.  In questa occasione si esplica il lato ImproJazz di Karu: si odono gli echi degli esoterismi panafricani e etnici di John e Alice Coltrane, Sun Ra e il Davis elettrico ( quello dei mitici live degli anni settanta) Nel video potete vedere i KARU in una dimensione a loro congeniale. Emergono comunque anche gli stili recenti tipici di un combo giovanile che opera nell'era del postmodernismo underground 2.0 ( le incursioni post rock noise




KARU 

Place Memory #1 

Trascendenze e nuove forme sonore e visuali nei luoghi sacri e storici delle Marche.


Andando ad analizzare Place Memory #1 parleremo di un percorso già volto al futuro;  dunque in fase embrionale e fortemente voluto da Brutti (originario di Grottammare, provincia di Ascoli Piceno) Il suo fine è quello di sfruttare i siti storici dei paesi dell'entroterra e dintorni ( marchigiani e abruzzesiper creare una rete di avvenimenti culturali e offrire al nostro territorio la possibilità di rifiorire, anche grazie alla buona volontà di una gioventù desiderosa di riappropriarsi delle proprie radici e di contaminarle con i linguaggi e le esperienze artistico-creative maturate nelle grandi metropoli urbane e nel resto del mondo. 

Si tratta di una nuova fase concettuale e audiovisiva in Work in Progress, perciò non possiamo ancora comprendere la sua prossima evoluzione:  gli scenari futuri di questo esperimento sound&vision dipendono molto da come Place Memory sarà accolto dal pubblico ( e naturalmente dall'aiuto materiale delle comunità locali) 


Il primo sito scelto è la Chiesa sconsacrata di Sant'Agostino che sorge isolata a poca distanza da Montalto delle Marche, lungo la strada che conduce al cimitero comunale

Sant'Agostino  è una location assai suggestiva, in quanto pervasa da una riminescenza mistico - spirituale riconducibile a un vecchio ordine monastico agostiniano.  La Chiesa  si cela tra il verde dei cipressi secolari e i silenzi di una quiete complice e atemporale.

Non tutto però è filato liscio come si potrebbe pensare. Sono stati necessari almeno tre giorni di immersivo sopralluogo da parte dei musicisti e degli operatori, prima del giorno effettivo delle riprese e delle registrazione di Place Memory #1 

Alberto Brutti è stato così gentile da invitarmi ad assistere all'ultima fase di questo lavoro e in quella occasione ho avuto modo di sottoporlo ai miei quesiti. Vi riporto uno stralcio della mia intervista: 

" Abbiamo fatto circa tre sopralluoghi. Il primo con il tecnico del suono, abbiamo studiato la profondità del riverbero e calcolando i transienti abbiamo appurato che la chiesa ha una nota di riferimento il Mi bemolle.

Il secondo è stato fatto con i musicisti. Abbiamo preso confidenza  con il luogo, cercando di entrare nel suo suono. Abbiamo accordato gli strumenti in risposta a quello che l’ambiente ci offriva, abbiamo camminato e fatto esercizi di respirazione lungo tutto il perimetro per entrare in perfetta sintonia con il reverbero della  chiesa. 

Il terzo è stato eseguire il brano. Nel sopralluogo precedente abbiamo registrato con un piccolo registratore le varie session (ovviamente tutto eseguito a livello improvvisativo), abbiamo riascoltato quello che avevamo suonato e trovando spunti molto interessanti, abbiamo cercato di replicare alcuni di quelli. Anche e sopratutto con una grande parte di improvvisazione è nata Place Memory"





CHIESA DI SANT'AGOSTINO

Song "Place Memory #1"


In data 03/02/2023 Alberto Brutti, Matteo Castiglioni (visual) e Riccardo Ciabò (regia) sono partiti da Bologna per recarsi nel sito e fare un ultimo sopralluogo: utile sopratutto a Castiglioni per mappare l’abside della Chiesa. L’idea iniziale era quella di avere un cerchio di polistirolo su cui proiettare una seconda immagine al centro del palco, e creare una sorta di tridimensionalità. Purtroppo la qualità del secondo proiettore non era abbastanza performante per questa soluzione alternativa e quindi l'idea è stata scartata. 

Il giorno dopo intorno alle 11. Alberto e il tecnico del suono studiavano i microfoni e la loro posizione; oltre ai microfoni per gli strumenti musicali, sono stati piazzati un’altra coppia di panoramici per catturare interamente l’ambiente sonoro. Dopo di che  è stato deciso la posizione per l’inquadratura principale.

Lo scopo era entrare in perfetta sintonia con il luogo. Dal momento che ero presente posso confermare che tale procedimento è stato complesso e ha richiesto diverse prove prima delle registrazioni definitive. Ho avvertito una profonda dedizione alla musica, all'arte e alIa sacralità espressiva del luogo ( sottolineo: una chiesa che riserva inaspettate sorprese anche in un contesto di ardita sperimentazione!) I ragazzi hanno registrato in tutto sette take. Tra una take e l'altra si dicuteva su quali fossere le scelte migliori per raggiungere il risultato positivo. Alla fine delle take Riccardo Ciabò ha fatto le riprese per i primi piani

Il brano musicale è introdotto da un crescendo estatico e si evolve su differenti piani strumentali, fino a lambire ritmi frenetici e sezioni psichedeliche. Ascoltando questa composizione ho notato un'ambivalenza tra l'acustico e l'elettrico: nel video questi mondi si completano sia nella parti solistiche che nei momenti di improvvisazione collettiva. Sono i miracoli del discorso simpatetico di KARU ( un ensemble rodato anche dal legame familiare dell'amicizia)

Menzione a parte a Matteo Castiglioni per la parte visual di Place Memory #1: spirali e effetti di luce che avvolgono la band nel logo disegnato da Alberto Brutti, poi elaborato da Unolab Studio ( ex Hybrida Studio) di Milano per il disco omonimo del 2020    

Parliamo di un musicista e artista visivo classe 1993 con una biografia densa di esperienze differenziate e di un certo prestigio ( https://matteocastiglioni.com/it ) sia in ambito strettamente musicale - il duo t.e.s.o e i gruppi Studio Murena e Bo!led - che in tutti quei settori audiovisivi dell'arte contemporanea, per esempio istallazioni A/V e opere site specifiche: il palazzo Litta, l'Acquario e MiArt a Milano, la Michigan Technological University, il Palazzo Ducale e la Commenda di Prè a Genova.  

Matteo espone le proprie opere a Palazzo Reale di Milano e  alla Fondazione Bevilacqua LaMasa di Venezia. Collabora  anche con il conservatorio di Birmingham, il museo del 900, la Triennale ecc ecc. Conversando con lui abbiamo ricordato la recente dipartita del grande fotografo e artista audiovisivo Roberto Masotti (1947/2022), i luoghi della Milano dell'arte contemporanea, Keith Jarrett e Glenn Gould.   


Video 

"Place Memory #1"

KARU present an immersive audio and visual performance in the quaint Sant’Agostino church in Montalto delle Marche.





KARU present an immersive audio and visual performance in the quaint Sant’Agostino church in Montalto delle Marche. This first act takes place in an historical location which fascinates not only for its cultural value but also for its architectural elements. Inspired by their affection for this site, the artists have decided to explore its potential as a means of communication. 

Through the use of reverbs and delicate arrangements of sax, double bass, guitar, and drums, #KARU initiates a dialogue that gradually builds in rhythmic intensity. Accompanied by a video projection that allows spectators to time travel, the performance creates a unique sonic and visual spectacle that responds to the building's distinctive spiritual character. KARU mould their sound in response to the acoustics of the location, resulting in a performance that fits perfectly with the features of the space.




Double Bass by Alberto Brutti | Sax by Mario D’Alfonso | Drums by Cristiano Amici | Guitar by Andrea Di Nicolantonio 

Visuals by Matteo Castiglioni.

Audio Engineer Mix and Master by Fabio Cardone.

Director Riccardo Ciabò.

Produced by Beat Machine Records.

© ℗ Beat Machine Records 2023




Postilla 

( o nota ai margini per il lettore)


Il servizio che avete letto è anche il sunto di gentili e cortesi conversazioni avvenute nel corso del tempo. Si è trattato di una vera e propria collaborazione tra un cittadino di Montalto delle Marche ( quale sono) e uno di Grottammare -  Alberto Brutti - per rendere omaggio alle nostre terre. Grazie per l'attenzione e il vostro tempo di lettura. 





giovedì 27 ottobre 2022

Il Cinema è Cultura! Onibaba - Le Assasine di Kaneto Shindo (1964)


Onibaba, Le Assassine 
un film di 
Kaneto Shindo 
(1964)




“My mind was always on the commoners, not on the lords, politicans, or anyone of name and fame. I wanted to convey the lives of down-to-earth people who live like weeds.

Kaneto Shindo

Kaneto Shindo (新藤 兼人 Shindō Kaneto, 22 aprile 1912 – 29 maggio 2012) è stato un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e autore giapponese. Era sposato con l'attrice Nobuko Otowa (1925–1994), che è apparsa in molti dei suoi film. Ha diretto 48 film e scritto sceneggiature per 238. I suoi film più famosi come regista includono Children of Hiroshima, The Naked Island, Onibaba, Kuroneko e A Last Note. Le sue sceneggiature sono state filmate da registi come Kon Ichikawa, Keisuke Kinoshita, Fumio Kamei e Tadashi Imai. Nel 1996 ha vinto il Japan Academy Prize come Regista dell'anno per A Last Note. Shindo è nato nella prefettura di Hiroshima e ha girato diversi film su Hiroshima e la bomba atomica. Come il suo primo mentore Kenji Mizoguchi, molti dei suoi film presentano forti personaggi femminili. È stato un pioniere della produzione cinematografica indipendente in Giappone, fondando una società chiamata Kindai Eiga Kyokai. Ha continuato a lavorare come sceneggiatore, regista e autore fino alla sua morte all'età di 100 anni. Shindo ha realizzato una serie di film autobiografici, a cominciare dal primo film che ha diretto, Storia di una moglie amata del 1951, sulla sua lotta per diventare uno sceneggiatore, attraverso Tree Without Leaves del 1986, sulla sua infanzia, nata in una famiglia benestante diventata indigente, By Player degli anni 2000, sulla sua compagnia cinematografica, vista attraverso gli occhi del suo amico Taiji Tonoyama, e il suo ultimo film, Postcard, diretto all'età di 98, vagamente basato sul servizio militare. fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Kaneto_Shindo


Il Giappone è un luogo ancora oggi misterioso e a tratti austero e crudo: può offrirci degli interessanti spunti per parlare della settima arte; in particolar modo laddove si vuole analizzare e prendere in esame il periodo medioevale: un'epoca  che si è contraddistinta per via di una cultura estrema e completamente differenziata dalla nostra; le cui tradizioni e leggende hanno caratterizzato un  contesto storico indubbiamente affascinante e mitizzato in Occidente. Il cinema Horror, o dei fantasmi e dei demoni è una tradizione consolidata da decenni e decenni di produzioni di successo della cinematografia nipponica. 

Il caso di Kaneto Shindo è diverso, il suo neorealismo di stampo Horror nasce come una forma di denuncia, riprendendo degli spunti da storie popolari tramandate d'epoca in epoca, questo se si analizza le condizioni di vita nel Giappone feudale fra le civiltà contadine, dove miseria e superstizione nell'universo femminile erano alla base dei delitti e delle violenze ai limiti del demoniaco. Il film è ambientato in un Medioevo funestato da guerre e governato da due imperatori, e questo contesto storico  è la cornice  per raccontare una vicenda alquanto torbida e inquietante di due donne: una suocera e una nuora che per sopravvivere uccidono soldati e samurai feriti, depredandoli di ogni avere, per poi rivendere il bottino a un avido mercante, crudele e sfruttatore.

Noi Occidentali abbiamo un'idea stereotipata dei samurai e tendiamo a vederli come delle figure moralmente degne di rispetto, insignite e apprezzate per la nobiltà interiore, e in parte sarebbe così, a tal punto che ancora oggi lo stesso Giappone li ricorda con riverenza e onore: in verità in un mondo devastato dalla guerra bisogna contestualizzare e ricordare che fra poveri contadini e miserabili non c'era nessuna regola d'onore ma solo istinto alla sopravvivenza; ogni mezzo per sopravvivere era  lecito, anche per lo stesso samurai.  

L' equilibrio fra le due donne si interrompe quando la giovane nuora intreccia una relazione con Hachi, un disertore in fuga. Ciò crea una morbosa gelosia da parte della suocera. 

E' interessante precisare che entrambe le donne vivono allo stato brado, inconsapevoli di ciò che realmente accade intorno al rifugio: della guerra percepiscono solo lontani echi, e si comportano come delle bestie selvagge rintanate in un perimetro circoscritto, vivendo le pulsioni erotiche e passionali in una forma ruvida e istintiva, selvaggia e senza troppe morali. Questo spiega il perché la donna anziana provi certi sentimenti di avida invidia nei confronti della nuora. Come se non bastasse il disertore è colui che annuncia la morte del figlio adorato, defunto marito della giovane sposa. Ora la morte è sinistra e tetra e rompe tutte le certezze possibili, anche quelle corrispondenti al sostentamento del lavoro maschile. La vecchia e la giovane sono in preda di un disperato senso di solitudine e mollezza che non le rende più in grado di mantenere fede al tacito accordo stabilito con il mercante sfruttatore (in più come già scritto gli istinti sessuali e affettivi si fanno irrefrenabili, e si concentrano verso quel giovane da accudire, infinitamente bello e prestante, vigoroso e sensuale)

Come si può rendere l'idea di tutto questo, nel 1964, in formato Cinemascope e in bianco e nero? Kaneto Shindo sfrutta la notte con la luna piena, riprende la natura impervia fra grovigli d'erba e alberi secchi  e malformi, facendo correre i personaggi proprio come le bestie.  Autoesalta il tutto con la camera e il montaggio e gli effetti rudimentali, ricavando il meglio possibile dai suggestivi scorci naturali che può produrre una nottata da lupi: infonde crudezza nella crudezza. Nel rivedere il mio dvd della Raro Video ho percepito la stessa inquietudine della mia prima volta. Posso affermare che è l'occhio di Shindo "l'effetto speciale". Il regista sa come tirare il meglio da un film.  

Per approfondire l'arte cinematografica di Shindo consiglierei i primi film d'autore e di denuncia sociale Children of Hiroshima e Hadaka No Shima (L'isola nuda )   Per le pellicole di genere - dove la tradizione Kaidan è predominante - e la cui  trattazione prende in esame le anime dei morti che ritornano in vita per punire i vivi - vanno recupearati i capolavori Kuroneko (Black Cat) e Onibaba: plot che travalicano la crudezza sociale per oltrepassare una narrazione più convulsa e sessualmente malata, psicotica e orrorifica in un trionfo demoniaco di morbosità erotica. L'aspetto decisamente peculiare e interessante di questi underground movies, sta nel fatto che Kaneto Shindo si pone in maniera critica nei confronti del retaggio culturale maschilistico della cultura nipponica classica. 


Titolo originale 

ONIBABA


Lingua originale giapponese

Paese di produzione Giappone

Anno 1964

Durata 103 min

Dati tecnici B/N

Genere epico, orrore, drammatico

Regia Kaneto Shindō

Sceneggiatura Kaneto Shindō

Produttore Toshio Konya

Fotografia Kiyomi Kuroda

Montaggio Toshio Enoki

Musiche Hikaru Hayashi

Interpreti e personaggi

Nobuko Otowa: Madre di Kichi

Jitsuko Yoshimura: Moglie di Kichi

Kei Satō: Hachi


ONIBABA - LE ASSASINE

(doppiaggio in lingua italiana)

play 





mercoledì 26 ottobre 2022

Il Potere del Canto - rubrica musicale sullo studio e la comprensione della voce - strumento: Giorgio Pinardi

 Il Potere del Canto

Rubrica musicale sullo studio e la comprensione della voce - strumento


Spezza

Ogni inganno

Ha la forza

Di undici aquile

Ha la forza

Di undici aquile

Fa smuovere il cuore al faraone


(M.Sgalambro)




L'Idea di dare vita a una rubrica sul potere del canto come forma di espressione musicale,  strumentale e spirituale, aleggia da molto tempo. La voce strumento per affinità rientra tra le forme di ricerca artistica a me particolarmente care: Jeanne Lee, Joan LaBarbara, Phill Minton, David Moss, Michico Hyrayama, Marilena Paradisi, Meredith Monk; ma anche vocalist ancorati alla forma canzone avant-pop art rock evoluta, tra cui Dalila Kayros e Bjork, perfino Scott Walker
Per presentarvi la mia nuova idea ho estrapolato un frammento dai versi scritti da Manlio Sgalambro, musicati da Franco Battiato per Il Potere del canto: un brano dalla durata di circa 11 minuti e passa  che chiudeva il cd Ferro Battuto, pubblicato nel 2001 da Sony Music. Tale citazione và letta sia come omaggio ai due maestri che come chiave di lettura esoterica per accedere alla stanza della voce ( ovvero il titolo a cui avevo pensato per questa rubrica, speculare a una precedente esperienza: La Stanza della Musica)

Tempo addietro scrissi un servizio su MeVsMyself ( La voce strumento di Giorgio Pinardi) pubblicato in data 11 Maggio 2019: http://globalartisticfusion.blogspot.com/2019/05/la-stanza-della-musica-una-rubrica-di.html Ripartire da Aiòn - il nuovo album di MeVsMyself -  pregevole coproduzione Alterjinga Records / Panidea Studios  che chiude una trilogia sullo studio e sulle infinite possibilità tecnico espressive e comunicative del canto ( sotto forma di voce strumento) è inevitabile. Di quel testo riprendo soltanto la parte biografica rivista e perfezionata: al centro della trattazione però troverete Aiòn

Buona lettura!


Giorgio Pinardi  


Giorgio Pinardi si occupa di ricerca musicale vocale: ogni passo del suo percorso creativo e documentato nei seguenti album: Yggdrasil (2015) Mictlàn (2019) Aiòn (2022)

Sintetizzando il percorso biografico del cantante, studioso, compositore e improvvisatore scopriamo che fin dai sei anni si approccia alla voce con il desiderio di esserne parte preponderante: difatti inizia il background nel prestigioso Coro delle Voci Bianche della Scala di Milano, studiando la grande tradizione del canto lirico e partecipando fin da giovanissimo a opere quali il  Faust ( Piccolo Teatro Studio di Milano) e il Parsifal  (Teatro alla Scala).  

Lo step successivo è lo studio della musica attraverso tutte le possibili gamme strumentali: chitarra, pianoforte, tastiere e basso elettrico. Durante l'adolescenza avviene anche il passaggio dal canto lirico a quello moderno: una naturale evoluzione che lo porta a studiare e a diplomarsi al NAM di MilanoGiorgio Pinardi decide di esplorare tutte le possibilità del canto scegliendo diversi corsi di formazione e approfondimento gestiti da prestigiosi insegnanti:  per il canto armonico il maestro Trang Hang Hai, oltre che Roberto Laneri, Anna - Maria Hefele, Sainkho Namtchylak

Nel campo del fraseggio e dell'improvvisazione troviamo Bob Stolov, Daniela Panetta, Laura Fedele ( per quel che concerne il Jazz) poi il Beatbox e la Vocal Percussion con Jake Moulton e David Worm e Roxorloops, poi ancora Joey Blake, Luisa Cottifogli, Rhiannon ( Circle Song e Impro Vocal)  le polifonie africane con Anita Daulne delle Zap Mama, le Body Percussion con Javier Rumero Navanjo, Daniel Plentz e Charles Razi. 




MeVsMyself -  Aiòn


Nella tradizione cosmologica greca Aiòn ( o Eone) è la personificazione del tempo: insieme al più noto Crono, corrispondente al Saturno latino. Venerato come il Signore della Luce; egli rappresenta l'eternità, il tempo infinito e il susseguirsi delle ere, il ciclo vitale delle stagioni. Se Euripide riporta Aiòn come il figlio di Crono; Eraclito lo decanta in maniera gioiosa e creativa: "Lui è un bambino che gioca come un bambino e sposta le figure sul tavoliere. Il regno è di un bambino"

L'Aiòn può essere comparato anche al concetto induista del  Kundalini la scintilla divina e creativa insita in ognuno di noi, il cui potenziale umano e spirituale ci permette di compiere l'inaspettato miracolo della creazione. Per Carl Gustav Jung - psichiatra, psicoanalista, antropologo, filosofo, e accademico svizzero - Il Sé è la sola realtà fondamentale a cui l’uomo può attingere. Il risveglio della Kundalini può diventare il punto di partenza per un mondo totalmente diverso dal nostro: un mondo infinito.

La gestazione di Aiòn è avvenuta durante il periodo della pandemia di Covid - 19 e ha preso definitivamente vita nel post lockdown. Per il nostro si è trattato di un processo creativo maturato in  maniera del tutto serena e tranquilla. L'attuale proposta musicale si presenta eterogenea, variegata, e si differenzia dal passato per via di una spensierata giocondità.  Pinardi oltre ad amare le sonorità folcloriche e etnico - tradizionali del mondo, conosce tutti i linguaggi della cultura afroamericana:  dal jazz  alla fusion, dal  soul alla black music; inoltre  ha anche apprezzato e approfondito Jimi Hendrix e Demetrio Stratos. 

In Aiòn avviene una felice sintesi di tutte queste influenze e la voce ne è lo strumento definitivo: quello prescelto per portare a compimento una propria idea di musica totale (le Circle Song, l'improvvisazione, le stratificazioni e le sovrapposizioni vocali ottenute grazie alle moderne tecniche da studio)

La musica tradizionale africana nei suoi stili e ritmi sembra essere un'influenza primaria e una fonte inesauribile di stimoli da cui partire per poter espandere le pontenzialità del canto. Il lavoro si apre con Yielbongura: per la tribù Dagara questo termine indica e definisce tutte quelle cose che non si possono apprendere per conoscenza diretta.  Tale arcaico concetto è riferibile a un universo di sapere e significati di natura spirituale e trascendentale che non può essere codificato per mezzo della parola scritta: ma  può essere evocato e trasmesso attraverso l'espressione creativa!    

Gli aspetti più propiamente pop delle nuove composizioni ideate da Giorgio Pinardi prendono vita da un bagliore interiore luminescente (rispetto al precedente oscuro e introspettivo lavoro sperimentale Mitclàn, posto come ideale controparte di Yggdrasil) Se nei precedenti lavori il nostro demiurgo vocale traghetta l'ascoltatore in una in una dimensione sperimentale e avanzata, densa di ambienti sonori,  ora si avverte un tentativo di sottrazione; ciò favorisce un numero maggiore di elementi musicali più incisivi:  in Sgriob il cantante emula una chitarra elettrica hard, in Hyggeling e Leys troviamo il soul e il funk: così come lo scat del jazz e i passaggi in falsetto della miglior pop music.

Waldeinsamkeith corrisponde al polmone dell'album: il significato di questa espressione in tedesco non è facilmente traducibile in lingua italiana, ma possiamo attribuirgli un significato generico come il "sentirsi in connessione spirituale nella solitudine della foresta". Tutta la sezione centrale è caratterizzata da risonanze e echi mistici: Rwty è l'antico nome egizio della sfinge e Kamtar; secondo una leggenda greca, è la città di Ermete Trimegisto. Questo corpus di composizioni e improvvisazioni di ricerca etnica, sono un ponte sonoro per accedere agli ultimi vertiginosi e ipnotici brani  del CD

In aPHaSia e Nèkya avviene vera immersione psichedelica nei territori più reconditi della psiche umana. Superlativi esperimenti musicali dinamici che si contraddistinguono grazie all'ausilio di forme vocali coraggiose pronte a rincorrersi e sovrapporsi in spericolati  loop;  ben incastonati su dei tappeti elettronici simil kraut, post rock, dubstep e ambientNelle note di presentazione del cd Giorgio Pinardi ribadisce che la voce è l'unico strumento usato e manipolato per la realizzazione dell'album. 



Panidea Studios 

Un supporto determinante per la riuscita dei progetti di Giorgio Pinardi aka MeVsMyself licenziati da Alterjinga è indubbiamente lo studio di registrazione Panidea di Alessandria, dove si sono originate e verificate le condizioni ottimali per la realizzazione di Yggdrasil, Mitclàn e Aiòn. Il lavoro svolto da Paolo Novelli non è affatto secondario: in particolare modo  per quel che concerne gli aspetti tecnici legati all'editing, il mixing e il mastering dei suddetti lavori. Il contributo di questo professionista è stato indubbiamente prezioso anche nella resa tecnico creativa dell'arrangiamento. 

Il Panidea Studios si conferma un ottimo posto dove poter valorizzare  la registrazione di un qualsiasi progetto discografico raffinato, innovativo, sperimentale, centrato sull'innovazione del suono e della musica.


In conclusione [...]

La ricerca mistica definisce da sempre il senso del moniker MeVsMysel: il superamento dei propri limiti e l'annullamento dell'Ego individuale. 

Giorgio Pinardi ha definito Aiòn il suo album più pop, almeno rispetto alla fase di ricerca sperimentale tracciata nei precedenti  lavori

Pinardi celebra - con una inaspettata gicondità fanciullesca - la creazione del mondo infinito: la stessa riconducibile al regno del bambino di cui parla Eraclito. Ciò è avvenuto mentre una pandemia virale e inarrestabile funestava la vita umana. 

Durante un periodo di oscurità e decadenza globale la Terra ha ritrovato il proprio tempo naturale; tuttavia l'Occidente malato e corrotto dai falsi bisogni del consumismo ha condotto i più fragili verso la depressione, la rabbia, la frustrazione, il cinismo, il nichilismo e l'egoismo. Per quanto riguarda i creativiqualcuno di loro ha ritrovato la scintilla divina dell'Aiòn. 

Pinardi si occupa anche dell'insegnamento del canto attraverso l'Associazione Culturale Alterjinga lavorando su gruppi di Circle Song e Improvvisazione Vocale a Crema. Come docente ha creato il format didattico SuonoInCerchio che si basa su pratiche di condivisione del suono, della coralità, del corpo, della voce fuse in un formula personale e originale.  

Allego il link del sito https://www.alterjinga.com/index.html 




Per approfondimenti: 

link http://kultunderground.org/art/40939/

link https://collettivoinconscio.blogspot.com/2022/06/mevsmyself-lalbero-loltretomba-e-il.html

link https://www.blogfoolk.com/2022/09/mevsmyself-aion-alterjinga-2022.html

link https://ildiapasonblog.wordpress.com/category/musica-contemporanea/

link https://www.mevsmyself.it/index.html


Il Disco è Cultura! Here and Now - I ritratti in Jazz per voce e contrabbasso di Marilena Paradisi e Bob Nieske. Losen Records, 2024

  Intro : Here and Now   I ritratti in Jazz per voce e contrabbasso di Marilena Paradisi e Bob Nieske  Tra le uscite discografiche che hann...