My Ideal Blog : Globalartisticfusion.blogspot.com di Patrizio De Santis Patrizio De Santis è titol

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Questo blog è nato come se fosse un'isola felice dove sperimentare una scrittura personale e condividere le mie passioni con qualsiasi internauta interessato alla bellezza. La sua dinamo propulsiva è la passione e l'amore per l'Arte. Ho realizzato uno spazio libero e autogestito, impostando tale contenitore come se fosse un potenziale Magazine cartaceo di approfondimenti culturali e artistici. Global Artistic Fusion è una sintesi della mia ricerca popolare e culturale: un mondo che vi offro nel My Ideal Blog 2.0

domenica 9 ottobre 2022

Il Disco è Cultura! Analisi del progetto Alias con recensione del cd autoprodotto The Second Sun: un nuovo mondo sonoro per ricordare e dare giustizia a Nikola Tesla.




Il Disco è Cultura! 

La vera musica è una legge morale che dà un'anima all'universo, le ali al pensiero, uno slancio all'immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza e la vita  e a tutte le cose, essa è l'essenza dell'ordine, ed eleva ciò che è buono, giusto è bello, di cui essa è la forma invisibile, ma tuttavia splendente, appassionata ed eterna. 

Platone

Dialoghi 400 A.C.) 



Tra le migliori realtà musicali del panorama indipendente campano troviamo gli Alias, un progetto musicale che rinverdisce i fasti dell underground mediterraneo: parlo di un mondo sonoro peculiare e originale, situato tra il Rosso Napoletano di Toni Esposito e Paul Buckmaster, i Sant Just di Jenny Sorrenti e il sorprendente Dialoghi del Presente di Luciano Cilio -  ma anche in quel sottobosco ethno rock e jazz fusion originatosi tra gli anni ottanta e  gli anni novanta intorno ai musicisti Daniele Sepe, Bisca, E Zezi - Gruppo Operaio, Enzo Gragnaniello (vedere Neapolis Mantra) Rino Zurzulo, James Senese e Lino Cannavacciolo (Acquadia, Segesta). 

Gli Alias non producono musica derivativa e non rifuggono nella stucchevolezza tipica  dell'effetto nostalgia che imperversa, per esempio, nel neo progressive autoctono 2.0. I membri della band  si sono fatti le ossa in formazioni musicali nate all'interno di un humus creativo di matrice etnico popolare e jazz fusion: Los ImpossiblesOrchestra Multietnica Mediterranea e gli storici e rappresentativi Napoli Centrale. Oggi vogliono evolversi per compiere un passo nell'ignoto senza rinnegare le proprie radici. 

Gli Alias si costituiscono a Napoli nel 2019 grazie all'unione di Romilda Bocchetti - voce, pianoforte, tastiere e darbuka - Giovanni Guarrera - chitarra classica, cori - Ezio Felaco - basso - e Freddy Malfi - batteria. L'idea di base è quella di realizzare un ensemble dinamico di world prog music per fondere stili musicali differenti, quali la musica classica, il folk e il jazz, con una forte e predominante ritmica rock che resti, nel contempo meticcia e mediterraneadanzante e solare: proprio come certe onde del mare che bagnano il Golfo di Napoli ( o baia di Napoli


Alias - The Second Sun

L'energia può essere trasformata in qualsiasi cosa noi vogliamo. Sono i nostri sentimenti, i nostri pensieri, a generare i fatti(Nikola Tesla)


Nel 2020 la band relizza il primo progetto discografico autoprodotto The Second Sun dedicato a Nikola Tesla. Tra le influenze dichiarate segnalo le peripezie e i virtuosismi strumentali dei Gentle Giant, il linguaggio genuino e popolare del rock dei Led Zeppelin, la psichedelia analitica e introspettiva dei Pink Floyd, l'elettronica cosmica dei Tangerine Dream e il minimalismo speziato d'oriente di Terry Riley. Nel cd queste differenti vibrazioni sonore emergono; ciò accade senza sovrastare gli interessanti rivoli stlistici etnico - folclorici che restano predominanti nel loro sound. La ricerca degli Alias gode di una base solida, perché è sorretta da una pregevole intelaiatura strumentale mediterannea, elaborata attraverso la fusione delle precedenti esperienze nell'ambito della musica popolare partenopea. Alla realizzazione del disco partecipa Max Fuschetto all'oboe.

Red Six (uno strumentale firmato Bocchetti - Falaco - Guarrera) è la migliore introduzione all'album; si tratta di una cavalcata sonora pregna di sapori mediterranei e aperture jazz rockcon lontani echi pinkfloydiani, valorizzati dall'oboe di FuschettoPitch Black è il primo dei tre brani cantati in lingua inglese: il chitarrista e la tastierista avviano un serrato dialogo che si risolve in un electrorock post moderno - vagamente schizofrenico e scanzonato nel ritornello cantato - il tutto è sostenuto da una ritmica pulsante e dinamica di basso e batteria, che favorisce anche delle inaspettate sezioni neo kraut e space rock di inusitata bellezza. 

Nella composizione successiva Romilda utilizza la voce strumento come complemento delle tastiere e del darbuka: gli altri strumentisti - coesi in un simpatetico interplay - la inseguono nelle atmosfere eteree di Mediterraneo Prog, per poi condurla in un'Odissea di suoni arabeggianti e ispano iberici.    

Around the Universe è il secondo brano in lingua inglese e si presenta con un andamento danzante e cantabile - memore dei migliori ritmi e canti latini del Sud America - ma pur sempre fedele alla tradizione partenopea dei neri del Vesuvio, e ai paesi e le isole bagnate dal Mar Mediterraneo. La musicalità degli Alias e la melodiosa e trasognante vocalità di Romilda ci invitano a viaggiare intorno all'universo a passo di danza, fino a quando lo spazio si dilata e il flamenco ci riporta a terra, passando per la Spagna con la sensualità e il romanticismo delle corde di Guarrera, che strizza di nuovo l'occhio alle sonorità tropicali dei caldi paradisi esotici dell'Atlantico

La Danza dei due mondi si apre con una eccellente introduzione di chitarra - dove i più avvezzi cultori di musica folclorico popolare potranno riconoscere - nella sua intro - una breve citazione di Asa Branca del cantore e fisarmonicista pernambucano Luiz Gonzaga, a cui si sussegue una fantasia di  arie partenopee ed europee.  Questa composizione rinvigorisce in modo frizzante quel crossover progressivo di world music e ricerca mediterranea degli anni settanta, documentata da gruppi e solisti quali: Il Canzoniere del Lazio, Mauro Pagani, Marcello Capra, Carnascialia, Toni Esposito. La matrice world fusion globale dell'ensemble emerge maggiormente nel brano che chiude l'opera: Samsara. Tale composizione è un vertice messo a sugello di un esordio discografico più che promettente: si contraddistingue per i vocalizzi e i melismi orientali di Romilda Bocchetti amalgamati con le corde di Guarrera e dal fantasioso apporto ritmico di Falaco e Malfi; il risultato è una fusione meticcia e contaminata di differenti culture e tradizioni speziate dall'esotismo e dal panteismo dell'Oriente

The Second Sun è la ballata epica e portante del CD: posta tra La Danza dei due Mondi e Samsara, è l'ultimo brano cantato in inglese e si pone come una rispettosa e attenta sintesi del pensiero e della rivoluzione scientifica e umanistica di Tesla [...]  



L'opera è dedicata a Nikola Tesla, una delle menti più geniali della storia dell'uomo, mai ricordato abbastanza. La leggenda vuole che Nikola Tesla sia nato in una notte tempestosa tra il 6 e il 7 luglio del 1856. Le sue scoperte furono lampi di genio, scientifico ma anche visionario, oltre alla fertile immaginazione e inventiva c'era anche una straordinaria memoria e la capacità di visualizzare, nella sua mente, i progetti fin nei minimi dettagli e anche nel funzionamento. A suo tempo il mondo scientifico lo considererà un ingegnere contadino matto e fissato, proveniente da un luogo sperduto della Serbia non riportato neanche sulle cartine geografiche e i suoi studi, le sue idee, il suo genio vennero sfruttati, e poi boicottati, dall'establishment e dall'elite dell'epoca, costituito da industriali spietati che avevano come unico obiettivo quello di fare profitto piuttosto che migliorare le condizioni di vita dell'umanità. Uno fra tanti Thomas Edison, oggi incoronato dalla letteratura scientifica come un grande inventore, ma sarebbe più corretto definirlo un imprenditore senza scrupoli. Molte delle sue invenzioni furono occultate e rubate dopo la sua morte; tra quelle di cui oggi possiamo godere, ci sono il motore ad induzione e la trasmissione di energia elettrica in forma di corrente alternata. Per onestà intellettuale, bisognerebbe attribuirgli anche l'invenzione della radio che, invece viene attribuita al nostro Guglielmo Marconi, il quale in realtà non aveva particolari doti scientifiche ma era pieno di soldi e si sa con i soldi si può ottenere tutto. L'omaggio a Tesla è evidente nell'artwork di copertina e nella title track dell'album.

All'inizio del XX secolo, Tesla propose il World Wireless System, un rivoluzionario sistema di telecomunicazione e di erogazione di energia elettrica basato su alcune sue teorie riguardo ad un possibile utilizzo della Terra e della sua atmosfera, in particolare della ionosfera, come conduttori elettrici.

Secondo Tesla, sarebbe stata possibile la trasmissione di energia elettrica senza fili. Oggi questo avviene nelle telecomunicazioni wireless e nella radiodiffusione. 

Il progetto ottenne un cospicuo finanziamento dal banchiere J.P. Morgan e fu così che venne realizzata la Wardenclyffe Tower a Long Island, una stazione wireless che avrebbe dovuto trasmettere messaggi attraverso l'Atlantico all'Inghilterra nonchè energia elettrica a distanza e senza fili sotto forma di onde elettromagnetiche.

Chiaramente un'energia senza fili non può essere controllata e questo può avere implicazioni sul profitto che se ne può ricavare, per cui fu lo stesso Morgan a sospendere i finanziamenti.

La Wardenclyffe Tower che il Maestro Raffaele Bocchetti ha rappresentato nell'artwork del disco in diversi scenari in cui i colori diventano energia, non è altro che una gigantesca bobina di Tesla, un dispositivo costituito da un trasformatore a risonanza che sfrutta l'induzione elettromagnetica ad alta frequenza per generare scariche elettriche simili ai fulmini atmosferici, la rottura dielettrica dell'aria genera un suono la cui frequenza è quella di risonanza del circuito.

Nel brano “The Second Sun” – The Sweet Song of Reel – cerchiamo di evocare le atmosfere dell'esperimento Colorado Springs che precede la realizzazione della WCT. Tesla costruì un potente oscillatore all'interno di un granaio, sormontato da una torre di legno, sulla quale era installata un'asta di metallo di 43 metri con in cima una sfera di rame, un fulmine uscì da quest'ultima e crebbe di dimensioni fino ad allargarsi in un globo elettrico che mandava verso il cielo fulmini di 50 m.; molti testimoni videro accendersi 200 lampadine senza collegamento di fili elettrici a 40 Km. di distanza. Era la prima trasmissione di energia elettrica senza fili.

Per noi Nikola Tesla rappresenta non solo lo scienziato ma è soprattutto l'uomo che la storia scritta dai forti ha fatto il possibile per cancellare e resta difatti un esempio di vittoria del pensiero sul denaro, del debole sul forte; un esempio per tutti coloro che lottano per affermare le proprie idee e che impiegano la loro esistenza per migliorare le condizioni di vita dell'intera umanità. 

(Ezio Falaco/Alias)


The Second Sun 

play



"Sulla terra c’è abbastanza elettricità per diventare un secondo sole. La luce brillerebbe intorno all'equatore, come un anello intorno al Saturno. A Colorado Springs, ho illuminato la Terra con l’elettricità. Inoltre, la possiamo illuminare con altre energie, come, per esempio, l’energia positiva mentale. Tali energie sono evidenti nelle musiche di Bach o Mozart, o nei versi di un grande poeta. Al’interno della Terra, ci sono energie di allegria, pace e amore; si manifestano con un fiore che cresce dal terreno, ed il cibo che riceviamo da esso e tutto ciò che fa risiedere l’uomo in quella determinata area. Ho trascorso alcuni anni a cercare il modo in cui questa energia potrebbe essere influenzata dalle persone. La bellezza e il profumo delle rose può essere usata come una medicina, ed i raggi del sole come il cibo. Tante persone mi chiamano sognatore, ridendo delle mie idee. Il nostro mondo è prodigo di persone superficiali. Il tempo farà da giudice."  

Nikola Tesla




La formazione è già da tempo a lavoro per il nuovo progetto discografico. Non si è fatta fiaccare dalle difficoltà sopraggiunte durante il funesto periodo pandemico. Lo studio e l'amore per la musica sono stati determinanti per poter sopperire alla mancanza di opportunità concertistiche. The Second Sun ha compiuto due anni il 2 ottobre 2022. Il 14 ottobre gli Alias si esibiranno al Teatro Costabile di Lamezia Terme per la rassegna musicale Suoni del Sud Lamezia Festival

Il disco è in distribuzione presso la G.T. Music di Vannuccio Zanella e Antonino Destra; quindi pur trattandosi di una piccola autoproduzione underground è facilmente reperibile nel loro punto vendita: vi allego il link   https://www.gtmusic.it/it/compact-disc/4380-alias-the-second-sun-cd-8001202080120.html

Per quanto riguarda l'acquisto dell'album in formato liquido digitale lo trovate nella piattaforma di musica indipendente Bandcamp. Link  https://aliasbgf.bandcamp.com/album/the-second-sun 

Servizio e recensione di Patrizio De Santis con la disponibilità e la consulenza di Ezio Falaco, laddove sono state necessarie delle delucidazioni e informazioni sulla natura del progetto dedicato al grande Nikola Tesla


lunedì 30 maggio 2022

Jukeboxe all'idrogeno & Undergroud Records - note di libertà e creatività musicale! Billy Parker's Fourth World ‎– Freedom Of Speech ( Strata - East, US - 1975)




INTRO 
Note di libertà e creatività musicale!

Billy Parker è un musicista poco noto e celebrato all'interno del percorso storico e evolutivo della grande tradizione afroamericana; a torto, perché questo batterista - oltre a essere un brillante studioso delle opere di Duke Ellington e attento conoscitore del blues e delle forme musicali tradizionali e popolari africane, si è distinto come insegnante formando tanti strumentisti e improvvisatori al Rockland Community College della State University di New York (fino al 1996, l'anno della sua dipartita)   Il nostro ha dato i natali ai Fourth World -  tra l'altro una delle migliori formazioni del Jazz moderno - per incidere un lp di culto finito nel prestigioso catalogo della Strata - East records. Come turnista è presente in uno dei maggiori capolavori di Charles Tolliver: l'orchestrale Impact (Strata - East, US -1976)

Stiamo parlando di una label indipendente fondata a New York nel 1971 per merito del trombettista Charles Tolliver e del pianista Stanley Cowell - sia per incidere e promuovere i dischi e le attività concertistiche del Music Inc che, per offrire alla comunità afroamericana una valida alternativa di autogestione creativa: questo attraverso l'associazionismo politico e una rete autonoma di autofinanziamento per una libera  promozione e distribuzione. Nell'atto pratico si tratta di una delle realtà indipendenti di maggiore successo - almeno fino al 1980 - completamente svincolata dai diktat dell'industria biancamainstream del jazz (sulla stessa scia troviamo la Tribe di Detroit e la Nimbus di Los Angeles). 

La Strata - East Records vanta nel proprio catalogo lp fondamentali: Impact del Charles Tolliver Music Inc & Orchestra, Musa: Ancestral Stream di Stanley Cowell, Clifford Jordan in the World, Izipho Man di Pharoah Sanders, Max Roach M'Boom Re: Percussion, Gil Scott - Heron & Brian Jackson con Winter in America, Capra Black di Billy Harper, Rhythm X: The music of Charles Brackeen, Mutima di Cecil McBee, Long Before Our Mothers Cried di Sonny Fortune, One for Me di Shirley  Scott - e altri titoli decisamente underground - Mtume Umoja Ensemble,  Akebu-lan - Land of the Blacks: Live At The East, JuJu - futuri Oneness of Juju - con A Message From Mozambique e Chapert TwoNia, Shamek Farrah, First Impressions, The John Betsch Society Earth Blossom ( tra quest'ultimi si situa l'unico album di Billy Parker) 

Il logo storico della STRATA - EAST rec.1971





Billy Parker's Fourth World ‎
 Freedom Of Speech 
(Strata - East, US - 1975)


Freedom Of Speech è la massima espressione di un combo di musicisti eccellenti che grida libertà in nome della comunità afroamericana - e lo fa trovando una propria sintesi musicale, evitando di emulare la disperata veemenza e la radicalità politica di alcune opere abrasive di Archie Sheep ( Yasmina, a Black Woman e Poem for Malcom) e Sonny Murray ( Homage To Africa). Il risultato complessivo è comunque riconducibile alla stessa idea di maifesto politico dei due pionieri della New Thing, memori del tormentato cammino della diaspora africana. E' bene però specifare che il Billy Parker's Fourth World non si muove nel solco tracciato dal free e dal post free,  e non aderisce nemmeno alle ridondanze cosmicheesoterico-afrocentriche dello spiritual jazz. L'ensemble è sostanzialmente fedele al post bop/hard bop, sotto la guida di un leader interessato a tracciare una griglia di azione e improvvisazione tra la tradizione jazz e il blues con una connaturazione popolare. Lo stesso Parker dice: - il Fourth World è nato dalla necessità di preservare e sviluppare una tradizione portata su queste coste dall'Africa secoli fa". 

Freedom Of Speech  è la summa delle arti e delle scuole che hanno aderito al movimento della black consciousness. Il 33 giri segna dunque un percorso coerente con la storia della cultura afroamericana: suona ancora oggi fresco e moderno, ricco di spazi trasversali per le improvvisazioni free e alcuni azzardi funky - fino a richiamare  lo spiritualismo coltraniano (non aderendo però a nessuna corrente d'avanguardia). L'intento di Parker e dei suoi compagni è stato quello di rinnovare i differenti stili della musica afroamericana in una nuova forma sonora creativa, libera, unitaria e popolare: bop, blues, swing, soul, folk e free; infine la tradizione e la poliritmia delle musiche del continente africano.

Per certi versi il Fourth World segue lo stesso flusso del Music Inc di Tolliver e Cowell allineandosi all'estetica delle migliori produzioni della Strata - East. La formazione è la seguente: Billy Parker alla batteria; Cecil McBee al contrabbasso; Donald Smith al pianoforte (tracce A1-3, B1), rhodes (traccia B2), voce (A1) e infine la famiglia Bridgewater con Dee Dee Bridgewater alla voce (A1, A2); Ronald Bridgewater al sassofono tenore  e Cecil Bridgewater alla tromba. Nomi di prestigio presenti sia come turnisti che da titolari di progetti discografici  - vedere il bellissimo Mutima di C. McBee - nel catalogo della casa.

Il brano Dance Of The Little Children apre la facciata A con un andamento swingante e dinamico, ma nello sviluppo del tema la musicalità si apre a ritmiche funky, impreziosito dal cantato black e soulful del pianista Donald Smith e dalla  esplosiva sezione fiati dei fratelli Bridgewater. Il drive di Parker e il basso pulsante e profondo di McBee fanno di Gemini’s Lullabye una perla; terreno fertile per la meravigliosa vocalità d'ebano di Dee Dee. Ai tempi era sposata con Cecil e interessata all'attivismo politico del marito - dopo alcune spiacevoli ripercussioni con l'F.B.I - divorzia e abbandona gli U.S.A per raggiungere l'Europa. Accolta con calore dalla Francia raggiunge il successo mondiale. Oggi figura nelle classifiche delle migliori cantanti del Jazz popolare moderno.
Home chiude la prima facciata in maniera magistrale; una prova d'insieme orchestrale ricca di passaggi strumentali interessanti: l'alternanza tra la tromba di Cecil e il sax tenore di Ronald, il pianoforte di Donald Smith, il contrabasso febbrile e narrativo di Cecil McBee, la torrida esecuzione africana di Parker.
Il lato B risente delle innovazioni stilistiche maturate dalle avanguardie degli anni sessanta: la rivoluzione modale, come nel caso del brano Get With It -  con  i lontani echi di Fillies de Kilimanjaro di Miles Davis, oppure l'Herbie Hancock di The Prisoner - e la conclusiva Freedom of Speach, una lunga cavalcata impro che si avvicina alla lezione spirituale e trascendente dell'ultimo John Coltrane, rievocando il Max Roach free degli anni settanta e lo spiritualismo esotico e afrocentrico di Babatunde Olatunji. In questo brano emerge anche il piano elettrico di Donald Smith - fatello più giovane del talentuoso Lonnie Liston Smith con cui condivide il gruppo The Cosmic Echoes ( pianista e cantante di derivazione soul funkdeep jazz, molto richiesto come turnista nei dischi di Pharoah Sanders e Gato Barbieri) 

Freedom Of Speech è il manifesto di Billy Parker scivolato nel limbo durante gli anni ottanta e novanta, per poi essere ristampato più vote in vinile soltanto nel nuovo millennio. Non si conoscono altre incisioni discografiche. Lo studio e l'insegnamento saranno per lui delle scelte totalizzanti. Aaron Fuller ha detto: "Billy Parker era mio zio. Era un uomo incredibilmente talentuoso, intelligente e gentile. Solo per darti qualche informazione in più su di lui ... È nato e cresciuto a Buffalo, NY e poi ha frequentato il college alla Michigan State University. Ha conosciuto mia zia a Lansing. Hanno vissuto a New York e sono stati in tour in Europa per un bel po '. Qualche tempo dopo si trasferirono a Nyack, NY e lui finì nella facoltà del community college mentre seguiva la laurea specialistica alla NYU. Era uno studioso di Ellington. Sebbene il suo nome non sia ben noto nemmeno tra i fan del jazz più accaniti, penso che se parlassi con alcuni dei grandi musicisti di New York che erano in giro alla fine degli anni '60 e '70, scopriresti che la maggior parte lo conosceva. Ha avuto anche un enorme impatto come insegnante di musica e non ho dubbi che i suoi ex studenti siano dappertutto, continuando a mettere in pratica il suo amore per l'arte ". 

Recensione 

di Patrizio De Santis 





Billy Parker's Fourth World ‎– Freedom Of Speech 1975

play




Side

- Dance of the Little Children 
- Gemini's  Lullabye
- Home

Side

- Get With It
Freedom Of Speech



Billy Parker's
Fourth World ‎


Billy Parker - drums 

Cecil McBee - Bass

Donald Smith - piano, rhodes, voice

+  

Bridgewater Brothers:


Cecil Bridgewater - trumpet 

Ronald Bridgewater - tenor sax

featuring

Dee Dee - voice




domenica 29 maggio 2022

IMPROPOP: RACCONTI DI CANTERBURY. La storia e le storie dei ...

 
RACCONTI DI Canterbury 



La storia e le storie dei nostri protagonisti prendono avvio dalla Simon Langton Grammar School for Boys di Canterbury ...  per leggere l'articolo allego il link di IMPROPOP - Di improvvisazioni e cultura Pop! 


Buona Lettura


sabato 28 maggio 2022

IMPROPOP: Il sistema dei cerchi concentrici: una metodologia per la definizione della musica di Canterbury





IMPROPOP: Il sistema dei cerchi concentrici: una metodologia...: Il sistema dei cerchi concentrici: una metodologia per la definizione della musica di Canterbury      
La definizione di “scena di Canterbu... / Continua a leggere il servizio nel sito IMPROPO di Improvvisazioni e cultura pop! 

Buona lettura!


sabato 11 dicembre 2021

Il Disco è Cultura! Disamina per un romanzo di Bulgacov e un disco Jazz: Woland - omaggio a "Il Maestro e Margherita" / un progetto culturale - musicale del trio Barbiero - Manara - Sartoris. (Autoproduzione Indipendente - 2020)





Il Disco è Cultura! 

La vera musica è una legge morale che dà un'anima all'universo, le ali al pensiero, uno slancio all'immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza e la vita  e a tutte le cose, essa è l'essenza dell'ordine, ed eleva ciò che è buono, giusto è bello, di cui essa è la forma invisibile, ma tuttavia splendente, appassionata ed eterna. 

Platone

Dialoghi 400 A.C.) 


Ho un certo timore reverenziale verso questo progetto musicale realizzato da Massimo Barbiero, geniale compositore, batterista e percussionista dalle mature e consapevoli capacità concettuali e organizzative, qui affiancato dalla bravissima violista Eloisa Manera e da un giovane talento del pianoforte qual è Emanuele Sartoris. Woland omaggio a "Il Maestro e Margherita" è un capolavoro. Non potrei aggiungere nulla a quanto è già stato scritto da Davide Lelmini nelle note di copertina. 
Woland è un lavoro pervaso di una profondità espressiva e riflessiva totalizzante e appagante: e in virtù di ciò vorrei approcciare questo lavoro utilizzando una scrittura critica altrettanto in linea con tali prerogative. Sarà stimolante viaggiare in un  doppio binario dove il Jazz e la letteratura si osservano e si incontrano per ricondurre la nostra musica in una dimensione artistica di prima eccellenza.  La mia rubrica è nata per  approfondire tutti i mondi e gli universi che ruotano attorno alla musica. Cercherò dunque di sfruttare al meglio questa occasione,  perché Il Disco è Cultura e questo album musicale è ispirato al celebre romanzo  Il Maestro e Margherita di Michael Afanas'evic Bulgacov 






Il Maestro e Margherita di Bulgacov


Il Maestro e Margherita è l'opera magna di Bulgacov, uno scrittore e drammaturgo sovietico  - nato a Kiev, il 15 maggio del 1891 - e morto a Mosca, il 10 marzo del 1940 - ricordato come un uomo di grande spessore culturale e intellettuale nel novero dei grandi romanzieri del 900. Una personalità in perenne conflitto con se stesso - sovente vissuto in condizioni di indigenza - tuttavia amato da Stalin e i Soviet per via di alcuni racconti e opere teatrali in linea con la politica dei tempi, anche  per merito di alcuni romanzi che impressionarono positivamente Gogol e Hoffmann: La guardia bianca e Cuore di cane
Nonostante ciò il capolavoro conclamato di Michael Bulgacov venne pubblicato postumo - completato su indicazioni scritte del defunto dalla consorte - e ciò avvenne a causa della censura sovietica. A partire dalle traversie dell'opera in esame lo scrittore perse il consenso del regime, subendo un pesante boicottaggio. 

Il Maestro e Margherita è un'opera innovativa e si contraddistingue per via della complessità strutturale: il romanzo prende vita contemporaneamente su tre piani narrativi differenti che - in un intrigante intersecazioni di azioni - immergono il lettore in una dimensione caleidoscopica e allucinante di registri - tragico, drammatico, lirico, grottesco, satirico - come se il tutto avvenisse attraversando dei piani fisici paralleli. L'impianto teatrale forte e deciso ne regge l'apparente impossibile equilibrio: il lettore stesso si trova catapultato in un'esperienza straordinaria, come se si trovasse a trascendere in un artifizio diabolico e metafisico

In primo luogo Bulgacov traccia un ritratto della vita socialista degli anni trenta tra il realismo e il sarcasmo, poi narra la vicenda di uno scrittore - Il Maestro - emarginato dalla cultura ufficiale di regime per aver scritto un romanzo incentrato sulla figura di Ponzio Pilato. Le vicende raccontate dallo scrittore si discostano dai vangeli ufficiali e quel che ne viene fuori è una narrazione ben più ardita (a tratti comparabile con l'età contemporanea). 
Il Maestro viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico dopo aver bruciato il suo manoscritto e aver perduto Margherita (amante, artefice e fervente sostenitrice del romanzo)   Nel manicomio il Maestro incontra un poeta di regime pentito e sconvolto dall'apparizione del diavolo Woland e alcuni suoi demoni, tra cui un gatto grasso come un ippopotamo di nome Behemoth 
 
Woland appare un mattino dinanzi a due cittadini: il mediocre poeta Ivan Nicolaevic e lo scrittore e intellettuale Michael Aleksandrovic Berlioz; uno dei quali sta enumerando le prove dell'inesistenza di DioIl neovenuto non è di questo parere e cerca di convincere i due letterati. Ma c'è ben altro: egli sostiene di esser stato presente al secondo interrogatorio di Gesù da parte di Ponzio Pilato e ne dà ampia relazione. Trovandosi di fronte allo scetticismo di entrambi predice la morte di Berlioz tramite un'improvvisa e accidentale decapitazione. 
La morte dello scrittore avviene poco dopo la scomparsa del Diavolo sotto gli occhi sconvolti del poeta, che perde progressivamente il senno (una volta lanciatosi alla caccia di alcuni strani individui presenti durante l'accaduto: Korov'zev e  Behemoth)

Il Diavolo facendosi passare per professore di magia nera si presenta come un famoso artista di varietà internazionale e prende possesso di un teatro locale, mandando all'aria l'equilibro che regna nella Mosca socialista. Alimentando scandalo e sovversione per via dei suoi numeri e dei suoi sortilegi demoniaci Woland corrompe uomini e donne, dimostrando quanto la società moscovita sia fragile e inerme agli eventi, senza più né Dio a cui affidarsi e né un Diavolo da temere
.
Dunque il signore degli inferi  -  con l'aiuto dei suoi demoni - si esibisce al Teatro di Varietà di fronte a un pubblico enorme e gli accadimenti sono cosi fenomenali che alcuni spettatori devono essere ricoverati in una clinica psichiatrica [...] La stessa dove sono stati internati Ivan e il Maestro. 

Woland sceglie Mosca per il grande Sabba e appare Margherita che viene coinvolta in varie peripezie dal Diavolo e dai suoi sinistri e oscuri adepti: il pallido Abadonna con il suo sguardo mortale, il gatto Behemoth, la strega Hella, il valletto Korov’ev - soprannominato Fagotto -  e il sicario Azazello. Una delle scene più famose del libro è quella in cui Margherita vola su Mosca a cavallo di una scopa, nuda e trasformata in strega, e distrugge la casa di uno dei critici di regime che hanno rovinato la vita al Maestro.

Bulgacov scrive un romanzo nel romanzo: prendono così vita anche gli accadimenti della Gerusalemme dell'Egemone PilatoDi fronte alla bontà assoluta e all’amore di Cristo il procuratore della Giudea non resta indifferente; tuttavia egli è un uomo vile, come tale è troppo schiavo del potere per andare contro i sacerdoti e risparmiare la vita di Ha-Nozri, il Nazareno
Pilato è un personaggio tormentato, consapevole di avere crocifisso il vero Dio. Le parole pronunciate dal profeta “ogni potere è violenza sugli uomini” [...] “e verrà un tempo in cui non ci sarà un potere […]. L’uomo entrerà nel regno della verità e della giustizia […]” risuonano nel suo animo tormentato e si manifestano con forti emicranie diurne, o tetre inquietudini notturne.

E' chiaro fin da subito che Bulgacov utilizza il romanzo del Maestro incentrato sulle vicende di Pilato a pretesto, per toccare delle argomentazioni scomode e affatto gradite al regime sovietico degli anni trenta: Il potere, la verità e la giustizia! Difatti troveremo la figura di un discepolo di Ha-Nozri, tale Levi Matteo, in una delle scene più emblematiche e significative di questa storia: poco dopo essersi concluso il Grande Ballo di Satana, accanto a Woland  

L'arrivo di Satana e della sua congrega di fedeli porta scompiglio non solo fra i membri di un'importante associazione letteraria sovietica, la Massolit - luogo di convegno dell'alta società moscovita - ma in tutta Mosca.  Al gran ballo (il sabba tenutosi il giorno di Venerdì Santo) Margherita vedrà spalancarsi le porte dell’inferno e conoscerà i dannati invitati (personaggi di fantasia ma riconducibili alla società russa e al regime bolscevico)

La Margherita prescelta dal diavolo in verità ha una lontana discendenza con una regina di Francia vissuta nel sedicesimo secolo e proprio in virtù di ciò Woland le promette il ricongiungimento con il Maestro e la possibilità di salvare il manoscritto su Pilato andato bruciato. 

A Satana e allo stesso Ha-Nozri - il figlio di Dio - quanto realizzato dallo scrittore non resta indifferente. Levi Matteo raggiunge il signore dell'Inferno sul tetto di un palazzo, proprio mentre quest'ultimo osserva una Mosca terrorizzata dalle folle azioni di Korov’evBehemoth comodamente appoggiato su di una spada. Ora tutto viene discusso e deciso: la felicità eterna promessa ai due amanti e il destino del manoscritto. 

Le sorti dell'Egemone si compiranno grazie ad un passaggio di consegna: il poeta di regime Ivan Nicolaevic dovrà completare l'opera, cosicché nel regno delle ombre perfino Pilato conoscerà la gioia della quiete (non senza dei sinistri e inquietanti colpi di scena... a voi lascio la scelta di giungere all'epilogo!)

Nel 1930 Bulgakov bruciò il manoscritto al seguito delle vessazioni e delle censure di regime. Lo scrittore tornò più volte sulla storia de Il Maestro e Margherita: alla sua morte lasciò appunti e annotazioni alla moglie, che ne scrisse l'ultimo capitolo. 

Il romanzo è riuscito ad emergere dalle rigide maglie della censura, conquistando proseliti e glorie soprattutto all'estero. Ad oggi resta il libro più tradotto e celebre della letteratura russa. 
Perfino i Rolling Stones hanno attinto dalla penna immaginifica e sulfurea di Michael Bulgacov per i versi introduttivi del brano Sympathy for the Devil; per non parlare della più recente Pilate dei Pearl Jam

In Italia il massimo sostenitore del romanzo fu Eugenio Montale che contribuì alla diffusione del classico letterario maudit: Il Maestro e Margherita è un romanzo-poema o, se volete, uno show in cui intervengono numerosissimi personaggi, un libro in cui un realismo quasi crudele si fonde o si mescola col più alto dei possibili temi: quello della Passione... È qui che Bulgakov si congiunge con la più profonda tradizione letteraria della sua terra: la vena messianica, quella che troviamo in certe figure di Gogol' e Dostoevskij e in quel pazzo di Dio che è il quasi immancabile comprimario di ogni grande melodramma russo. 





Massimo Barbiero 


Massimo Barbiero nasce a Ivrea nel 1963. Studia batteria e percussioni con Fiorenzo Sordini e Giorgio Gandino - entrambi docenti affermati e percussionisti della Rai di Torino  -  successivamente partecipa a diversi stage con Jack DeJohnette, Roy Haynes, Pierre Favre, Bob Moses, Daniel Humair, Jon Christensen, Andrea Centazzo e Marylin Mazur, Steve Gadd e Peter Erskine. Si avvicina alla classica contemporanea e all'avanguardia e nel contempo si avvia  agli studi del vibrafono e della marimbaNel 1989 costituisce gli  Odwalla, un ensemble di sole percussioni, aperto anche alle voci femminili e ai danzatori: un laboratorio musicale in costante movimento di  ricerca sonora e improvvisazione ethno Jazz e di  composizione mutuata dalla musica contemporanea del novecento ( per esempio Iannis Xenakis)   

Nel lontano 1984 fonda gli Enten Eller: si tratta del progetto musicale più longevo e duraturo, originatosi dalla sinergia creativa e artistica che intercorre tra Massimo Barbiero e il chitarrista Maurizio Brunod. Nel corso del tempo gli Eller hanno affrontato diversi cambi di formazione, evolvendosi in un nucleo di compositori e improvvisatori aperto alle collaborazioni e alle interconnessioni tra  professionisti e artisti proveniente da mondi culturali differenti: la danza, la poesia, la letteratura, la recitazione, la fotografia e la videoperformance
Il cd Melquiades con ospite Tim Berne è stato votato miglior disco del mese di dicembre dalla prestigiosa rivista di settore americana Down Beat  e  l'ambizioso E(x)stinzione, un lavoro per gruppo, orchestra e guest - rigorosamente dal vivo - con stralci e momenti di poesia e denuncia sociale e politica  - è stato accolto all'estero come il The Wall del Jazz.

Lo studio che Barbiero ha svolto nell'ambito della composizione per percussioni e batteria è confluito anche in una serie di cd in solitudine legati da un tema concettuale - tra l'altro  registrati con una qualità audio pressoché eccellente -: Nausicaa, Keres, Sisifo, Mantis, Simone De Beauvoir e Fili d'ErbaOltre alle incisioni in solo troviamo quelle con i quartetti Silence Quartet e Marmaduke, e in più altre per differenziati progetti in duo e trio. 
Segnalo che alcune registrazioni di concerti dal vivo includono la performance e la coreografia per danza.  Molto coraggioso il cd Gabbia, un lavoro magistrale e sperimentale condiviso con la cantante Marta Raviglia; avventuroso Denique Caelum, con la collaborazione della cantante Rossella Cangini del Silence Quartet  
Massimo Barbiero è riuscito a creare un proprio linguaggio universale partendo dalla cultura mediterranea, per poi guardare all'Europa e al resto del mondo. E' un bravissimo insegnante e  anche un affermato animatore e organizzatore di eventi culturali a Ivrea: Ivrea Jazz e il Papyrus Festival. Per approfondimenti http://www.massimobarbiero.com/IT/index.php



Eloisa Manera


Eloisa Manera è una violinista, compositrice di origini italospagnola con studi classici e orientamenti musicali sperimentali, attiva in svariati ambiti: dal post free all'avanguardia, alle contaminazioni con la minimal music e l'elettronica post rock. Questa vasta gamma di stili le ha permesso di dare vita ad una fioritura di progetti interessanti e trasversali, dove la tradizione classica e le forme sperimentali si sono amalgamate in un'attitudine originale allo sperimentalismo dell'Impro Jazz
Senza mai risultare ostica Eloisa Manera si è ritagliata una voce personale nel Jazz contemporaneo italiano e internazionale.  Ha collaborato con Herbie Hancock, Karl Berger, Ralph Alessi, Chris Cutler, Keith e Julie Tippett, Mike e Kate Westbrook, Adam Rudolph, Cyro Baptista, Enrico Intra, Andrea Dulbecco, Paolo Fresu, Roberto Cecchetto, Marco Remondini, Amalia Lopez Chueca, Yigit Ozatalay, Yasuno Katsuki ecc ecc. 

Eloisa Manera ha iniziato a suonare a 8 anni senza mai fermarsi. Si è laureata nei conservatori di Venezia, Cremona e Milano e ha studiato anche in U.S.A, Germania e Spagna. La troviamo nei meravigliosi progetti di classica contemporanea dei violoncellisti Giovanni Sollima e Mario Brunello.

Il cd Rondine - pubblicato dalla Almendra Music - è un'incisione concepita in completa solitudine dove lei esplora le infinite possibilità del violino, grazie all'utilizzo di loops e field recordingsInvisible Cities è un pregevole e raffinato lavoro orchestrale per medio ensemble, ispirato all'opera di Italo Calvino e si tratta di un libero adattamento del romanzo le Città Invisibili. L'album è un viaggio sonoro negli undici gruppi tematici che abbracciano le cinquantacinque città, dove sei duetti improvvisati si intersecano con cinque settetti (uno schema che rievoca la struttura del romanzo). Il Cd viene pubblicato dalla Aut Records ed è dedicato alla madre Juanita. Segnalo alcuni album in duo e in trio: Phase Duo con Stefano Grego, Hobo con Massimo Giuntoli, IST Italian String Trio con Maurizio Brunod e Emanuele Sartoris 

Per approfondimenti e informazioni dettagliate vi consiglio caldamente di entrare nel sito ufficiale di Eloisa Manerahttps://www.eloisamanera.com/ 



Emanuele Sartoris 


Emanuele Sartoris è un giovane pianista di talento che si avvia ai rudimenti dello strumento fin dai 10 anni, apprendendo rapidamente tutti gli stili classici e moderni: tra cui il blues e il Jazz.  Approda allo studio della musica afroamericana da studente professionale frequentando i seminari di improvvisazione e composizione, e si diploma sotto la guida di Dado Moroni presso il conservatorio di Torino, dove consegue anche la Laurea di Composizione e Orchestrazione con il massimo dei voti sotto la guida di Furio Di Castri  e di Giampaolo Casati. Presso la prestigiosa Julliard di New York frequenta dei corsi di perfezionamento e prende contatti con gli ambienti musicali del posto, per poi fare ritorno nel capoluogo piemontese con un ricco background e una piena sicurezza delle proprie possibilità espressive e strumentali. 

Suona in numerosi festivals nazionali e internazionali, tra cui il Torino Jazz Festival e Open Papyrus Jazz Festival  di Ivrea (dove prende contatto con Massimo Barbiero e Maurizio Brunod) Partecipa al disco celebrativo del chitarrista Maurizio Brunod titolato Maurizio Brunod Ensemble (Caligola,2020.): si tratta di un'incisione eponima che vanta la presenza di musicisti eccellenti, quali Daniele Bonaventura e Gianluigi Trovesi. Viene coinvolto da Massimo Barbiero in Woland  - omaggio a "Il Maestro e Margherita". Ha inciso per la Dodicilune l'interessante I Suoni del Male - un cd in duo con i contrabbassista Marco Bellafiore - e il piano solo I Nuovi Studi. I due lavori sono stati ben accolti; sia dalla critica che dal pubblico.  

Sartoris fa anche un'esperienza televisiva di una certa importanza come ospite fisso del programma musicale Nessun Dorma, condotto da Massimo Bernardini  e andato in onda su Rai5. Questa opportunità frutta anche un cd dal titolo Téchne, condiviso con i compagni di studio Night Dreamers (la resident band del contenitore culturale) Grazie a questa vetrina mediatica si confronta con dei musicisti storici: il pianista  Patrizio Fariselli degli Area, il trombettista Enrico Rava, il cantautore Eugenio Finardi (e molti altri protagonisti della musica italiana di qualità)  

Per delle  informazioni più dettagliate e complete vi allego il link del sito di Emanuele Sartoris. Nella home page trovate la presentazione del suo ultimo progetto discografico: http://www.emanuelesartoris.com/index.htm     



La recensione del cd  Woland - omaggio a "Il Maestro e Margherita" 


E' particolarmente emozionante recensire questa autoproduzione discografica indipendente, poiché a mio avviso si tratta di un capolavoro in parte ignorato dalle riviste di settore e dalla critica nazionale, nonché il  migliore album di jazz italiano del 2020. 
Ogni progetto artistico e creativo ruotante intorno alla persona di Massimo Barbiero si trasforma in un risultato eccellente e ogni musicista coinvolto ha la fortuna di vivere un'esperienza professionale e umana rara e significativa. 
Il maestro si è distinto da sempre come catalizzatore di idee originali e all'avanguardia. Il suo è un percorso ricco di humus culturale, eterogeneo e complesso: gli anni passati dentro la Olivetti, la costituzione degli Enten Eller e degli Odwalla, i primi festivals, l'insegnamento e tante altre iniziative professionali che gli hanno permesso di raggiungere differenti pubblici e mercati nel resto del mondo.
Massimo Barbiero non è soltanto un musicista che sa ciò che vuole dai propri collaboratori per ottimizzare degli eccellenti risultati artistici: da studioso e uomo pratico e meticoloso è prima di tutto un leader creativo, ma generoso, perciò chiede ai suoi compagni di viaggio una grande fiducia e onestà intellettuale: requisiti necessari per originare un modus operandi paritetico, senza individualismi narcisistici e spettacolarizzazioni da divi capricciosi dello strumento (una deriva plateale sempre più ricorrente nel Jazz odierno)

Woland - omaggio a "Il Maestro e Margherita" potrebbe catturare l'attenzione degli ascoltatori particolarmente esigenti che sono soliti frequentare il Jazz da camera e la musica classico contemporanea di confine. Altri, ascoltandolo, potrebbero pensare di incasellarlo in etichette come il folclore immaginario e l'impro Jazz - a mio parere a torto, perché Woland non è niente di tutto questo - e ogni tentativo di etichettarlo in uno stile musicale non renderebbe giustizia all'opera, che gode di un fascino letterario e poetico senza precedenti.  
Ogniqualvolta che l'ho ascoltato - leggendo e rileggendo alcuni passi del romanzo di  Bulgacov - sono come entrato in una dimensione sonora a sé stante, felicemente emozionante e descrittiva, ma anche pregna di un silenzioso equilibrio contemplativo e riflessivo interiore. La ricerca musicale di Massimo Barbiero è scaturita  da innumerevoli indagini e quesiti filosofici e  letterari, svolti  in completa solitudine (dal mito e le gesta di Sisifo a Il Maestro e Margherita

Il nostro ha saputo scegliere i compagni di lavoro più congeniali e ricettivi, sia in quanto a sensibilità umana e maturità artistica, sia per quel che concerne la giusta e doverosa serietà professionale: requisiti  che sono necessari per trattare tali tematiche di alta erudizione umanistica e letteraria. Il trio ha interiorizzato e trasmutato in suoni un capolavoro del novecento sfiorando il miracolo della visione (di cui mi faccio testimone!) 
Eloisa Manera è la migliore rivelazione degli ultimi anni: la violinista si è distinta grazie ai suoi bellissimi lavori solistici; inoltre ha saputo arricchire il proprio linguaggio musicale partecipando a una cospicua serie di collaborazioni di ragguardevole spessore.  Emanuele Sartoris è un pianista dal tocco raffinato, pervaso dalla grazia emotiva e una fine sensibilità melodica: sotto la direzione di Barbiero ha offerto il meglio di se, componendo due temi: Hella (il tema della strega e della sensualità, scelto per il video promozionale) e il conclusivo Pilato (il tema del potere temporale) 

I temi di Massimo Barbiero sono predominanti: la sua visione sonora è un jazz mediterraneo di narrazione che abbraccia il mondo in un sacrale e trascendente flusso di suoni "danzanti". Nel convogliare il proprio sapere umanistico e filosofico in una certosina organizzazione concettuale di suoni, egli sviluppa le proprie azioni musicali in una fusione erudita e universale: in relazione alle immagini, al pensiero, alla parola e alla danza.
Woland rientra in un novero di incisioni caratterizzate da tematiche e concetti alti che animano da sempre il cammino della razza umana (la filosofia, la letteratura e la spiritualità) Sintetizzando il significato di alcuni brani: se Abadonna è associato alla guerra, Il Maestro viene identificato con la ragione e Margherita con l'istinto, Woland è il male necessario: che cosa sarebbe il tuo bene, se non esistesse il male, e che aspetto avrebbe la terra se le ombre sparissero?  

La suite dei tre demoni è il magistrale contributo come compositrice di Eloisa Manera. E' suddivisa in tre sezioni - o voci narranti - che si identificano nella decadenza del potere e nella corrosione sociale: Behemoth (il caos) Korov'ev (la corruzione) Azazello (la violenza). 
I tre demoni sono la caratterizzazione perfetta dei drammi di ogni civiltà, passata e moderna: quando le ombre del male subentrano e l'eclissi della ragione e dello spirito acceca temporaneamente ogni soggetto sociale. La violinista firma anche il disegno di copertina con uno dei suoi dipinti.

Senza il male Michael Afanas'evic Bulgacov non avrebbe concepito un romanzo annoverato tra i più significativi del novecento: Il Maestro e Margherita.  Se non esistessero le ombre io non avrei di certo preso a pretesto la recensione di un disco come Woland per comprendere meglio me stesso come uomo, imparando a leggere il senso della mia stessa esistenza. 
La mia scrittura ha preso forma nel corso del 2021, durante la seconda gestazione della crisi pandemica Covid -19, in uno scenario globale infausto e complesso, assai greve e non troppo distante dalla Mosca del romanzo. Il fallimento della globalizzazione, la cui crisi di sistema è  sotto gli occhi di tutti, lascia ai posteri una disperata scia di decadenza sociale, politica e umana. 

Alcuni musicisti hanno il talento di tradurre in emozioni musicali il corso della storia: sta poi a noi intercettare la vibrante bellezza che trascende dalle loro creazioni.  Per acquistare l'album Woland - omaggio a "Il Maestro e Margherita"  e sostenere i musicisti che lo hanno realizzato vi allego il seguente linkhttps://barbieromanerasartoris.bandcamp.com/album/woland-2

Il Disco è Cultura - esattamente come la grande letteratura - per mantenere viva la memoria storica e attuare un significativo e sostanziale cambiamento, almeno per quel che concerne il nostro privato.
 


 








Il Disco è Cultura! Here and Now - I ritratti in Jazz per voce e contrabbasso di Marilena Paradisi e Bob Nieske. Losen Records, 2024

  Intro : Here and Now   I ritratti in Jazz per voce e contrabbasso di Marilena Paradisi e Bob Nieske  Tra le uscite discografiche che hann...