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giovedì 7 novembre 2019

Officina Zoè - Mamma Sirena : un concept album dove le storie del Mare Nostrum trovano la purificazione tra i canti delle sirene e le musiche tradizionali e nomadi del Mediterraneo.






[ - Officina Zoè - Mamma Sirena : un concept album dove le storie del Mare Nostrum trovano la purificazione tra i canti delle sirene e le musiche tradizionali e nomadi del Mediterraneo - ]


L'Officina Zoè è una delle realtà musicali più interessanti emerse dal rinascimento della "pizzica" salentina, all'interno del fenomeno antropologico - storico - e culturale del neotarantismo. L'ensemble si è costituito nel lontano 1993 dall'incontro di Donatello Pisanello (organetto diatonico, chitarra a mandola) con la cantante Cinzia Marzo e il percussionista Lamberto Probo. L'esordio discografico arriva soltanto nel 1996 e si chiama "Terra" - un disco autoprodotto dal titolo programmatico - che possiamo considerare una buona introduzione alla musica del Salento. Oggi questa preziosa incisione è fuori catalogo.  
L'Officina Zoè si è distinta fin dagli esordi per un discorso di ricerca e innovazione, in particolar modo per essere riuscita a coniugare perfettamente il binomio "sound & vision", grazie alla collaborazione con il regista di talento Edoardo Winspeare, che li ha voluti al centro della scena negli acclamati docufilm " Pizzicata " del 1996,
"Sangue Vivo" del 2000, a cui seguono le musiche per  "Miracolo" del 2003. Nel caso di  Pizzicata e Sangue Vivo, si tratta  di due pellicole dove la musica, la danza e il Salento vengono esaltati come patrimonio vigoroso e poetico del Sud, riconosciute come le migliori opere cinematografiche - sulla taranta - dai tempi del compianto Gianfranco Mingozzi.  La discografia della Officina Zoè è costituita prevalentemente da incisioni dal vivo, colonne sonore e antologie a tema di materiale tradizionale - rivisto in una chiave strumentale moderna e dinamica - a tal punto che le ultime pubblicazioni discografiche documentano alcuni incontri musicali, avvenuti durante i tour internazionali: "Live in Japan 2007" della Polo Sud, "Taranta Nera", con il "griot" Baba Sissoko per la Irma rec del 2012,  "Incontri - Live" e  "Live in India" per la Kurumuny, del 2018. Tutti questi cd  sono stati accolti bene, sia da parte del pubblico che della critica di settore, ma purtroppo vengono relegati nella circoscritta nicchia dei mercati della World Music indipendente, spesso promossi e distribuiti soltanto nei festival etnici, quali "La Notte della Taranta"  Gli album "Crita" del 2004, e "Maledetti Guai" del 2008 - entrambi prodotti e licenziati dalla Polo Sud - sono gli eredi della seminale autoproduzione carbonara di "Terra", e insieme alle colonne sonore dei film "Sangue Vivo" e "Miracolo" corrispondono alla discografia completa realizzata in studio. Il cd Sangue Vivo, pubblicato dalla CNT. Cantoberon nel 2000 è essenziale, accolto con un successo di critica e di vendita senza precedenti, ma sopratutto è il capolavoro acclamato, il manifesto della band salentina. 

Mamma Sirena è l'ultima produzione discografica concepita come un vero e proprio album in studio, ma si differenzia da tutti gli altri progetti, in quanto si tratta di un vero album a tema sul mito della sirena, dea e signora del Mare Nostrum. Realizzato nel 2015 per AnimaMundi Edizioni, una piccola label pugliese, lo potete acquistare a buon prezzo esclusivamente on line presso : animamundiedizioni.com/shop/musica/mamma-sirena




Recensione [ - Officina Zoè Mamma Sirena (AnimaMundi Edizioni 2015) + Videotrip di Edoardo Winspeare - Luca De Paolis - ]


Oggi non mi trovo  a scrivere semplicemente della Morsa della Taranta e della Pizzica del Ragno ma di un concept album, da cui è stato tratto lo spunto per la realizzazione del primo "videotrip" della storia della musica - ethno - popolare italiana. Nel caso della Officina Zoè la musica popolare del Salento non è soltanto danza e folclore, ma una grande espressione culturale della passionalità del Sud e del Mediterraneo, il pubblico lo sa, e vive ogni progetto di questo ensemble come un'appagante e completa esperienza d'ascolto. Il cd Mamma Sirena è l'ultimo lavoro in studio. Da allora l'attività di questa formazione si è concentrata nella dimensione dei festival e dei tour internazionali.


Mamma Sirena è un concept album del 2015, purtroppo passato quasi inosservato - pubblicato per la piccola label indipendente "AnimaMundi Edizioni" - dove il lavoro della Officina si concentra sul tema omerico dell'Odissea, e utilizza un legato concettuale che racconta la figura " tentatrice" della sirena attraverso una narrazione diversa. La Zoè fa riferimento ad una femminilità sacra, esoterica e salvatrice, come lo possono essere divinità antiche quali Ishtar, Iside e Afrodite. La sirena come elemento naturale, che si fa guida protettrice del viaggio, signora del Mare Nostrum. Tutti questi aspetti sono sviscerati  in maniera approfondita nell'esaustivo booklet del digipack, che include  dei passi letterari trascritti dal libro  "Il Canto delle Sirene " di Maria Corti, valorizzati anche da alcune suggestive icone medioevali, poste accanto ai testi dei tradizionali.
Mamma Sirena è una felice e riuscita sintesi di canti folclorici arrangiati con una prospettiva sonora del tutto aperta alla commistione di stili e linguaggi differenti. L'opera trae linfa vitale attingendo dal solco storico dei viaggi che hanno reso il Mediterraneo un mondo a parte, ricco di humus popolare, ma sopratutto un crocevia di civiltà in perenne trasformazione e migrazione. Il brano "Mare d'Otrantu Mia" - di Antonio Sforza e Angelo Piconese - apre il lavoro, ed è indubbiamente molto originale e interessante, per via degli efficaci arrangiamenti moderni della cantante Cinzia Marzo e di Giorgio Doveri (violinista e polistrumentista) ma anche per il contributo del " guest musician" Francesco Probo ( figlio di Lamberto)  che con la sua chitarra elettrica infonde al canto una personale suggestione " sirtaki blues".
Questo progetto, a differenza dei precedenti album in studio "Crita" e "Maledetti guai", si concentra su di un repertorio poco noto, i canti marinari, dove le vicende dei pescatori, delle sirene, ma anche dei navigatori nomadi - o conquistatori - si rincorrono. I canti di tradizione marinara non sono molto diffusi nel Salento, perché le popolazioni locali nel corso dei secoli si sono insediate sempre di più nell'entroterra, e quindi le forme di pizzica abituali sono quelle tipiche del neotarantismo che abbiamo conosciuto attraverso gli studi degli etnomusicologi Diego Carpitella e Ernesto De Martino, poi raccontati nei docufilm di Gianfranco Mingozzi. Vi sono dei brani particolarmente affascinanti, come nel caso di "Do Lampi", i cui arrangiamenti sembrano proprio evocare il suono del mare in tormenta, dove si staglia il lirico e intenso canto della Marzo. Bisogna dare merito all'ensemble di essere sempre riuscito a dare il massimo della suggestione in ogni ambito e frangente della musica popolare, di conseguenza i successi internazionali degli ultimi tour sono più che meritati. 
Un altro brano interessante è "Venti e burrasche", e si tratta di un tradizionale  molto raro; Cinzia Marzo lo ha ereditato oralmente da suo padre, che coinvolge in un sentito duetto poiché nell'intenzione della cantante c'è la volontà di rappresentare un simbolico passaggio di consegna tra la vecchia e la nuova generazione. Bellissima è la poetica di alcuni canti amorosi, quali "Li Billizzi " e "La Marinara". La pizzica da ballo appare sopratutto in "A Nuvaie ", il cui testo è un esplicito richiamo ad altri  tradizionali, come si evince nel frenetico rincorrersi dei versi sospinti e avvolti dal vortice ritmico del tarantismo, dove il contributo magistrale delle due voci, Cinzia Marco e Silvia Gallone viene sostenuto dai tamburi a cornice - e delle corde - trafitti dal violino " narrante " di Giorgio Doveri. 
Il momento topico di questo pregevole concept album è la suggestiva progressione strumentale della lunga title track "Mamma Sirena", a mio avviso una composizione innovativa, perché il canto popolare sembra essere completamente riscritto attraverso tutti gli umori esotici ed etnici della cultura mediterranea, sebbene sia suonato in presa diretta e registrato dal vivo.  Entrando nel dettaglio le voci di Cinzia Marzo e Silvia Gallone si completano come se fossero fuse in un melisma corale d'abbacinante bellezza, una pura estasi femminile che ci introduce al "viaggio". L’arrangiamento del brano della Marzo è sapientemente sorretto dai tamburi a cornice di Lamberto Probo - e della stessa Gallone - ma una menzione speciale va al chitarrista Luigi Panico, che costruisce un tappeto sonoro in grado di legare un'elaborata sezione centrale valorizzata dall'organetto diatonico del maestro Donatello Pisanello, in un crescendo musicale dove eccellono i virtuosismi di Giorgio Doveri al violino.  L'atmosfera torrida - e drammatica - emanata da questa musica, si acquieta poco prima della coda, che scema in una rarefazione di voci femminili ricongiunte con la profondità del mare. Tutta la costruzione musicale ha la struttura di una suite, dove le percussioni e la chitarra sono il legato - che sfuma in un epilogo onirico- di fatti l'ultima sezione sembra suggerirci un'idea di simbolismo ancestrale: l'ascoltatore riesce a percepire un canto che si fa congedo di pregnante bellezza, come se  la voce di questa Dea del mare fosse un possibile esperanto del mar Mediterraneo che governa - e protegge - le sorti di ogni Odissea.




La title track Mamma Sirena rinnova la collaborazione con Edoardo Winspeare e Luca De Paolis grazie alla realizzazione di un clip “promo” sperimentale, che è stato presentato anche come un’esperienza musicale, culturale ed estetica nella pizzica della Zoè, denominato Videotrip. La bellezza del mini film in questione risiede anche nel contributo che la compagnia di danza " Tarantarte" offre - con generosità - al progetto, valorizzando la preziosa e affascinante "cornice coreografica" di Mariastella Martella, che dirige con sapienza quelli che sono gli " elementi " danzanti - e in movimento - del lavoro.
Mamma Sirena è un concept davvero unico nella storia della musica popolare italiana, perché la tradizione della pizzica salentina viene trasposta in un'interessante racconto musicale, che può essere vissuto anche come un ideale viaggio trascendente. Lo stesso Videotrip  corrisponde a una trasmigrazione di suoni e immagini, poiché la musica e la danza diventano il rituale per ricongiungersi nel concetto del sacro femminile, che si libera da secoli e millenni di oblio, riscattando la navigazione di ogni popolo migrante. Non c'è un significato politico, ma un simbolismo arcaico e ancestrale, dove è importante la piena consapevolezza del significato spirituale del viaggio, vissuto anche come catarsi con la Natura. La Madre Terra è Mamma Sirena. Il Mare Nostrum rappresenta la vita e la morte, che sono esperienze imprescindibili, e complementari.    




REGIA      Edoardo Winspeare - Luca De Paolis

FOTOGRAFIA:     Guglielmo Bianchi - Davide Micocci

MONTAGGIO:    Luca De Paolis


MUSICA: Cinzia Marzo

                                               Cinzia Marzo - Voce
                                               Giorgio Doveri - Violino
                                               Donatello Pisanello - Organetti diatonici
                                               Luigi Panico  - Chitarra
                                               Silvia Gallone - Voce e Tamburello
                                               Lamberto Probo - Tamburrello


DANZA:   Coreografia di Maristella Martella

Compagnia Tarantarte
Silvia De Ronzo, Manuela Rorro, Antonella Boccadamo, Laura De Ronzo, Veronica Calati, Cristina Frassanito,  Maristella Martella, Carla Stasi



COSTUMI:           Ivana Pantaleo  ATELIER NANNAALEO


   

Ass. Operatore:  Diego Silvestri
Drone: Renato Capece


RINGRAZIAMO

Associazione Magna Grecia Mare, Porto Museo di Tricase, Ecomuseo di Venere.
                                  
Tutto l’equipaggio del Portus Veneris





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