My Ideal Blog : Globalartisticfusion.blogspot.com di Patrizio De Santis Patrizio De Santis è titol

La mia foto
Montalto delle Marche, AP, Italy
Questo blog è nato come se fosse un'isola felice dove sperimentare una scrittura personale e condividere le mie passioni con qualsiasi internauta interessato alla bellezza. La sua dinamo propulsiva è la passione e l'amore per l'Arte. Ho realizzato uno spazio libero e autogestito, impostando tale contenitore come se fosse un potenziale Magazine cartaceo di approfondimenti culturali e artistici. Global Artistic Fusion è una sintesi della mia ricerca popolare e culturale: un mondo che vi offro nel My Ideal Blog 2.0

martedì 4 novembre 2025

Storie di Jazz e dintorni presenta: Alessio Obino - Un ritratto di donna in Jazz dalle radici all'afrofuturismo.


Alessio Obino 

 Un ritratto di donna in Jazz dalle radici all'afrofuturismo.


 

 

INTRO


Era da parecchio tempo che meditavo di scrivere una disamina sulla carriera musicale di Alessia Obino, immergendomi nella sua esigua ma essenziale produzione discografica; tuttavia ho rimandato a lungo il mio buon proposito perché i tempi erano prematuri e come tanti suoi estimatori attendevo la definitiva pubblicazione del terzo capitolo musicale della cantante ( più volte annunciato nel corso del tempoA Sound’s a Million Shapes

Alessia è un'artista autentica e genuina: per una personale propensione all'anticonformismo lei non si congede alle lusinghe del mercato e sceglie di interfacciarsi con l'ambiente musicale con parsimonia, centellinando le uscite dei suoi CD/LP.  La musicista  non sente la necessità di proporsi al pubblico se non ha maturato un progetto equilibrato e coerente con la propria ricerca creativa e personale. Di lei ho imparato ad apprezzare tutte le sfumatore, i colori, i timbri, le armonie e le storie che germogliano e fioriscono attraverso il suo canto in ogni album e in tutti i concerti reperibili in rete ( cercateli pure nella piattaforma Youtube) 

Conosce a menadito la tradizione afro americana e la musica popolare derivata dalla diaspora nera ha sviluppato ed elaborato un linquaggio personale, dove c'è spazio per una scrittura autografa e moderna. La Obino è jazz in tutte le forme e gli stili, memore anche del blues del Mississipi e del folclore dei Griot del Mali. Come vedremo non disdegna il soul, il pop e il rock, e ama la bossanova e il Brasile. Per il sottoscritto la maggiore dote di questa artista è proprio l'equilibrio su cui poggia la voce: una fioritura di elementi musicali che lei fa danzare, senza artificio e manierismo, nel canto ( e nell'incanto


Biografia di Alessia Obino


Alessia Obino Inizia il suo percorso musicale studiando canto e pianoforte presso diversi insegnanti privati. Frequenta seminari intensivi tenuti da alcuni fra i più importanti vocalist stranieri ed italiani fra i quali Sheila Jordan, Jay Clayton, Maria Pia de Vito, Roberta Gambarini, Jen ShyuPhil Minton, Peter Churchill, Ines Reiger e Donna McEllroy. Contemporaneamente approfondisce lo studio dell’improvvisazione prendendo parte a workshop tenuti da Steve Coleman, Ralph Alessi, Tim Berne, Vijay Iyer, Ethan Iverson, Jim Black, John Hollenbech, Tyshawn Sorey ed altri.

Nel 2006 consegue, con il massimo dei voti, il Diploma Accademico di primo livello presso il Conservatorio Tartini di Trieste e nel 2011 il Diploma Accademico Sperimentale di 2° livello in Discipline musicali ad indirizzo interpretativo-compositivo presso il Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza. Dal 2000 dopo aver conseguito la laurea in Lingue e Letterature Straniere inizia ad insegnare canto e a tenere laboratori di teoria e musica d’insieme oltre ad organizzare workshop tenuti da importanti artisti internazionali in Trentino, Veneto ed Emilia Romagna.

Attualmente è docente Jazz al conservatorio di Pesaro.  Ha collaborato con numerosi musicisti del panorama jazz italiano ed internazionale tra i quali, Javier GirottoRobert Bonisolo, Greg Burk, Peter Churchill, Gilad Atzmon, Elliott Sharp, Markus Stockhausen, Rita Marcotulli, Fabrizio Bosso, Quintorigo - per citarne alcuni - e ha preso parte ad importanti rassegne in Italia e all’estero.

Nel 2009 ha inciso per l’etichetta Caligola il suo primo disco da leader intitolato Echoes firmando musica e testi. Nel 2016 costituisce il gruppo CORdas e pubblica il secondo album Deep Changes ( sempre per l'etichetta Caligola) Nel 2023 viene finalmente rilasciato A Sound’s a Million Shapes per l‘etichetta Domanda Music del musicista padovano residente a Los Angeles Tommaso Cappellato.


Alessia Obino 

Echoes 

( Caligola records, 2009)



Echoes l'esordio discografico del 2009 ci disvela il ritratto di una giovane Alessia Obino con le idee già chiare e mature: i brani scritti di proprio pugno hanno in nuce il solco raffinato del prestigioso patrimonio jazz congiunti all'urgenza espressiva di una femminilità moderna e intraprendente - aspetto che si evince nell'audacia tipica dell'artista; manifestata sia nel volersi misurare con la narrazione mingusiana del blues Strollin' ( Charles Mingus) che nel sapersi dare con passionalità interpretando il romantismo retrò di Love for Sale ( Cole Porter) aggiungendo un piglio di audace ironia sottotraccia - dove eccelle

Echoes rappresenta il cuore e il respiro del progetto, Stone non è da meno; in entrambe le composizioni la cantante riscrive la sua idea di tonalità blù con una vocalità straordinaria, duttile ed eclettica fino alla teatralitàMidnightmare e Lasting Dream scandagliano l'immaginario onirico e sensuale di Alessia, fin qui magistralmente evocato da un gruppo di strumentisti ricettivo e simpatetico: Antonio Vitale al vibrafonoDaniele Santimone alla chitarra elettricaAlessandro Fedrigo al contrabbasso, Gianni Bertoncini e Carlo Canevali rispettivamente  alla batteria ( a secondo dei brani in scaletta) 

Menzione a parte per la lanquida bossanova di A ilha onde tudo começouposta a sugello del disco risuona come uno struggente congedo/arrivederci per l'ascoltatore - intriso di saudade brasiliana, antiche reminescenze di fado portoghese e morna capoverdiana 

Echoes è un'opera prima di  fine pregio registrata, mixata e masterizzata da Stefano Amerio nel prestigioso Artesuono Recording Studio di Cavalicchio (Udine), un prodotto discografico che non strizza l'occhio alle tendenze del momento e non guarda ai modelli patinati e di successo d'oltremanica. 

Veniamo alla veste grafica del disco: l'artwork ideato da Giorgio Finamore è valorizzato da una foto di copertina di Luisanna Serra particolarmente inquietante, nel contempo affascinante. Ritrae Alessia che ci osserva con seducente mestizia, immersa in una realtà liquida, a tratti estraniante,  celata tra le ombre del torbido verdeacqua. All'interno del booklet sfilano le immagini dei musicisti in studio fotografati da Giacomo Raffaelli; oltre  ai testi delle canzoni e i crediti non poteva di certo mancare la testimonianza di una madrina artistica d'eccezione ( la voce più autorevole del nostro Jazz

" ... Il lavoro di Alessia rientra per me nella categoria di chi il jazz e i suoi grandi modelli (penso a Mingus, Porter, Monk, Ella, e Betty Carter, Anita 'O Day e forse Joni Mitchell) li ha conosciuti, amati e assimilati; è una cantante ed autrice che sta provando a trasformarli in carne e tendini della sua musica, anziché gabbia... Ha misura e nel contempo osa nella costruzione dei temi, nella coerenza dell'utilizzo delle timbriche. E' bella e moderna la scelta del vibrafono e di una chitarra straniata, che usa elettronica senza ridondanze, supportata da una ritmica inteliggente ed agile. I compagni assecondano queste sensazioni di misura e pacatezza dialogando con grande senso delle campiture sonore e bella energia" -  Maria Pia de Vito

   

Alessia Obino CORdas 

"Deep Changes"

( Caligola records, 2016)



CORdas è il progetto più riuscito di Alessia Obino e il disco Deep Changes andrebbe ascoltato proprio come se fosse il diario di bordo di una carovana nomade di artisti e musici capitanati e diretti magistralmente dalla cantante. Rispetto al precedente Echoes questo lavoro è galvanizzato e supportato da un gruppo di musicisti che si è plasmato in concerto nel corso del tempo - la cui genesi è raccontata nelle note di presentazione dell'album digitale, caricato nella pagina Bancamp della CaligolaNato nel 2011 con le chitarre di Enrico Terragnoli e Domenico Caliri, Cordas diventa quartetto nel 2013 con l’innesto del violinista Dimitri Sillato, e nel 2014 vede la sostituzione di Caliri con il chitarrista Giancarlo Bianchetti. Un biennio di relativa stabilità e di grande attività ha condotto a quest’album, sin troppo a lungo atteso dai suoi numerosi estimatori, e che, considerate le premesse, poteva esser tutto fuorché banale.

Inizialmente le priorità dell'Alessia Obino CORdas erano quelle di riuscire a sviluppare un percorso di rivitalizzazione del patrimonio afroamericano attraverso l'improvvisazione dal vivo - una scelta ambiziosa da come si evince dal repertorio portato nei concerti, completamente incentrato sui classici del jazz e del blues: si parte dal Dixieland per arrivare a Hoagy CarmichaelMingus e Duke Ellington fino a raggiungere la summa teatral-musicale del genio di Kurt Weill.  

Si è poi giunti alla realizzazione Deep Changes seguendo la rotta di un viaggio avventuroso da cui i nostri hanno tracciato una linea concettuale e matura ricca di chiaroscuri, tonalità blue e contaminazioni equilibrate nel pieno rispetto della tradizione e dei suoi immortali autori. Il risulato lo sentiamo vibrare nella matura timbrica di questo ensemble fatto di vocalità stralunate, teatrali e sensuali, violino, banjo, chitarre acustiche ed elettriche.

Il CD si apre con la superlativa canzone The Saga of Jenny  ( estratta dal musical Lady in The Dark di Kurt Weil Ira Gerswhwin) - dilatata oltre i dieci minuti e introdotta con un'insolita spoken word di 2:20 di intensa fascinazione,  efficace nel lanciare gli strumentisti in un danzante arraggiamento di corde ottenuto dal dialogo sinergico tra il banjo, la chitarra acustica e elettrica con il valore aggiunto di un festante violino gypsy. 

Deep Henderson è ancora più avvincente e i coup de théatre della cantante ci riportano magicamente negli anni venti (secolo breve) ben sorretti dall'estro esuberante dei suoi sodali Dimitri Sillato, Giancarlo Bianchetti ed Enrico Terragnoli lasciati liberi di inscenare siparietti strumentali di impudiche sarabande luciferine
Deep Night è un altro standard degli anni venti ( 1929) composto da Charles E. Henderson e Rudy Vallee, melodico e sensuale, arrangiato in maniera ironica, stravagante e zingaresca ( le caratteristiche vincenti del gruppo diretto dalla nostra signora in Jazz) 

Sue's Changes - l'omaggio di Charles Mingus alla sua devota e amata compagna Sue Graham  - si contamina di art rock a tal punto che pare emergere dai profondi fondali oceanici narrati da Robert Wyatt ( quelli di Sea Song e  del 33 giri Rock Bottom interamente dedicata alla consorte e poetessa Alfreda Benge) pertanto la quarta traccia da sola trafigge il cuore degli ascoltatori: la Obino dimostra di saper utilizzare la propria voce come uno strumento virtuoso al pari delle altre voci strumentali, riuscendo a creare soluzioni sonore originali, tanto oniriche quanto estranianti, come del resto si confà al sentimento dell'amore. 

Hong Kong Blues di Hoagy Carlmichael ( 1944) subisce un trattamento blues stregonesco, a metà strada tra un vertiginoso voodoo hendrixiano e un sabba notturno - e Alessia  si lancia in peripezie vocali inquietanti, senza mai abbandonare la giocondità e l'ironia che la contraddistinguono. C'è ancora spazio per omaggiare il genio di Kurt Weill  con Lonely House ( estrapolata dall'opera Street Scene del 1946/47) e per l'unico brano originale autografo Nightime.

L'apice viene raggiunto con Hard Times Killing Floor Blues (un classico di Skip James) dove  per chiudere in bellezza i CORdas affrontano il blues e la musica nordafricana, grazie ad una formazione ampliata e i contributi del musicista italo marocchino Reda Zine al canto e al guembrì ( Reda Zine è noto anche come filmaker produttore, artista multidisciplinare operativo bolognese) e le percussioni di Danilo Mineo. Se amate le contaminazioni elettriche occidentali con i musicisti del Mali, documentate nei progetti di Ry Cooder, Taj MahalJustin Adams e Dee Dee Bridgewater in questo lungo brano Alessia Obino ottiene un risultato alla pari, senza scadere nella facile e prevedibile imitazione.  




La cover e l'artwork di Deep Changes si avvalgono dei preziosi scatti fotografici di J.C. ( John Calvin) Coovert: l'illustrazione principale di copertina ritrae  una scuola di bambini mista, figli di immigrati italiani, irlandesi, europei dell'est, afroamericani e ispanici: un sincretismo etnico e culturale americano che ancora oggi non si è concretizzato nella sua forma egualitaria e solidale

Svetta come un cadeau la prima testimonianza  fotografica di una pianta di cotone, che potete ammirare impressa nel CD. Mr D. Gorton, che detetiene i diritti di J.C. Coovert ha cortesemente acconsentito affinché il grafico Giorgio Finamore potesse adattare il materiale scelto allo standard del disco. 

Deep Changes è stato registrato da Andre Scardovi al Duna Studio, Russi ( Ravenna) durante il mese di luglio nel 2015. Per ascoltare e acquistare Echoes e Deep Changes - e tante altre produzioni discografiche di jazz indipendente - vi allego il link dello store Bandcamp della Caligola Recordshttps://caligolarecords.bandcamp.com/ 


Alessia Obino 

A Sound’s a Million Shapes 

( Domanda Music, 2023)



La necessità di rinnovamento stilistico e creativo spinge la nostra artista a riproporsi in una veste ( o meglio ancora dimensione afroturista) quasi lisergica, a tratti perfino rock subentrando nel piccolo gruppo di musicisti della Domanda Records ( in sede a Los angeles) di Tommaso Cappellato: musicista, batterista e produttore discografico indipendente.  Il primo contatto tra i due è avvenuto nel 2013 con il progetto  Tommaso Cappellato Astral Travel dove Alessia si è distinta al canto incidendo l’album Cosm’ethic per l'etichetta londinese Jazzrefreshed
A Sound’s a Million Shapes ci dà un immagine fresca, avventurosa e trasgressiva della musicista e si presenta come un ottimo album di spiritual jazz contaminato con sonorità elettroniche e soul jazz attraversate da umori progressive rock e afro-psichedelici a metà strada fra il Canterbury sound e Sun Ra, con reminiscenze cosmic soulfull degne dei Rotary Connection e Curtis Mayfiled. Essendo scritto e concepito pensando a Sun Ra e nel contempo alla black music,  risulta essere piacevolmente accessibile e pop anche nei momenti più acidi e rock  
La formazione allestita dalla capobanda Alessia Obino - che si occupa della voce, dei testi, della composizioni e degli arrangiamenti - è un originale combo di  giovani ben predisposti agli azzardi e alle differenti fusioni di stili  ( esattamente come una piccola Arkestra):  Piero Bittolo Bon: sax alto e baritono, clarinetto basso, flauti, synth Giancarlo Bianchetti: chitarre Rosa Brunello: basso elettrico Marco Frattini: batteria, percussioni Luisa Torresan, Sara Simionato, Francesca Della Puppa, Giovanna Castellano, Alice Busato: cori

Thursday Surrender ha un suggestiva introduzione lisergica e noise con effetti vocali sovrapposti che declamano il titolo del concept sunriano A Sound’s a Million Shapes, da cui poi si sviluppa un andamento ipnotico e soulful che avanza tra scariche elettriche rock e giocose melodie. Il basso elettrico di Rosa Brunello e l'elettrica di Bianchetti preparano il terreno per Journey Through, la batteria di Frattini avanza a ritmi sfalzati, quasi Jungle, le ance di Piero Bittolo Bon si librano nei sentieri del miglior jazz funk. La prestazione canora di Alessia risuona nello stereo nella sua tipica forma smagliante e audace ... una graffiante espressione musicale in grado di danzare tra le note,  festante e impudica
Outshined è jazz rock progressivo, almeno per quel pubblico che conserva la memoria di dischi come Septober's Energy dei Centipide di Keith & Julie Tippetts, Escalator Over the Hill di Carla Bley & Paul Haines, Elastic Rock e Solar Plexus dei Nucleus, Revenge e Dual Unity di Annette Peacock e Paul Bley: qui entrano in gioco i cori in un'alternanza di  spoken words e voci effettate, con declamazioni che sollecitano il popolo della terra alla consapevolezza. Come nel precedente brano si distinguono la Brunello, Bianchetti e Frattini
L'apogeo saturniano di Somebody Else'Idea ( Obino)/The Soul Vibrations Of Man ( Sun Ra) è un sinuoso medley per piccola orchestra, vocalità corali e rituali che precedono la catarsi cosmica trascendentale del brano strumentale su cui è impressa la firma prestigiosa di Herman Poole Blount ( passato alla storia con il nome Sun Ra
Abbiamo raggiunto l'anima e il respiro cosmico  di una musicalità totale e all'avanguardia, sospesa tra passato e futuro, attualizzata in un presente postmoderno contraddistinto di funk, soul, rock permeato dalla sensibilità femminile contemporanea di Alessia.   

La chiusura del cerchio è affidata al musicista ospite Greg Burk: l'americano porta in dote i suoi sintetizzatori e un brano scritto di proprio pugno Needles of you; un trip psichedelico che omaggia al meglio il pionieristico stile cosmico di Sun Ra al Synth e alle tastiere analogiche, quanto le meditazioni astrali del free jazz coltraniano e il Krautrock

L'album è stato registrato al Dunastudio, Russi ( Ravenna) da Andrea Scardovi, composto e prodotto da Alessia Obino con la produzione aggiuntiva di Tommaso Cappellato, mixato da Mick Woodmansey ( aka Emanative) infine masterizzato da Max Trisotto.
Viene pubblicato in vinile 12 pollici limited edition ( rigorosamente numerato a mano) impreziosito da una visionaria fotografia di Margherita Luce Maniscalco - artista sorella del compositore e polistrumentista Emanuele Maniscalco.  Il design è curato da Mattia Tono

La Domanda records non produce CD preferisce immettere sul mercato una propria linea ideale di musica retrofuturista, molto curata nella parte grafica e incisa su supporti fonografici da 33/12 pollici, affiancati ai moderni album digitali. Vi allego il link dello store Bandcamp https://domanda.bandcamp.com/ 





Dalle radici jazz di Echoes e Deep Changes all'afrofuturismo di A Sound’s a Million Shapes la nostra di tanto in tanto ritorna nei palcoscenici dei Club e dei Festival intonando Moon River e altri classici. Per lei il futuro è ancora una possibilità costellata da buone stelle e da infinite fortune tutto da scrivere. Storie di Jazz e dintorni ha provato a tracciare un ritratto di donna in musica e ora vi invita a cercarlo nei dischi analizzati e recensiti, nei concerti ... poichè la musica è cultura e tutti i musicisti vanno sostenuti! 

Qui trovate il profilo Bandcamp di Alessia Obino  https://alessiaobino.bandcamp.com/music





Storie di Jazz e dintorni presenta: Alessio Obino - Un ritratto di donna in Jazz dalle radici all'afrofuturismo.

Alessio Obino    Un ritratto di donna in Jazz dalle radici all'afrofuturismo.     INTRO Era da parecchio tempo che meditavo di scrivere ...