My Ideal Blog : Globalartisticfusion.blogspot.com di Patrizio De Santis Patrizio De Santis è titol

La mia foto
Montalto delle Marche, AP, Italy
Questo blog è nato come se fosse un'isola felice dove sperimentare una scrittura personale e condividere le mie passioni con qualsiasi internauta interessato alla bellezza. La sua dinamo propulsiva è la passione e l'amore per l'Arte. Ho realizzato uno spazio libero e autogestito, impostando tale contenitore come se fosse un potenziale Magazine cartaceo di approfondimenti culturali e artistici. Global Artistic Fusion è una sintesi della mia ricerca popolare e culturale: un mondo che vi offro nel My Ideal Blog 2.0

martedì 4 novembre 2025

Storie di Jazz e dintorni presenta: Alessio Obino - Un ritratto di donna in Jazz dalle radici all'afrofuturismo.


Alessio Obino 

 Un ritratto di donna in Jazz dalle radici all'afrofuturismo.


 

 

INTRO

Biografia di Alessia Obino


Alessia Obino Inizia il suo percorso musicale studiando canto e pianoforte presso diversi insegnanti privati. Frequenta seminari intensivi tenuti da alcuni fra i più importanti vocalist stranieri ed italiani fra i quali Sheila Jordan, Jay Clayton, Maria Pia de Vito, Roberta Gambarini, Jen ShyuPhil Minton, Peter Churchill, Ines Reiger e Donna McEllroy. Contemporaneamente approfondisce lo studio dell’improvvisazione prendendo parte a workshop tenuti da Steve Coleman, Ralph Alessi, Tim Berne, Vijay Iyer, Ethan Iverson, Jim Black, John Hollenbech, Tyshawn Sorey ed altri.

Nel 2006 consegue, con il massimo dei voti, il Diploma Accademico di primo livello presso il Conservatorio Tartini di Trieste e nel 2011 il Diploma Accademico Sperimentale di 2° livello in Discipline musicali ad indirizzo interpretativo-compositivo presso il Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza. Dal 2000 dopo aver conseguito la laurea in Lingue e Letterature Straniere inizia ad insegnare canto e a tenere laboratori di teoria e musica d’insieme oltre ad organizzare workshop tenuti da importanti artisti internazionali in Trentino, Veneto ed Emilia Romagna.

Attualmente è docente Jazz al conservatorio di Pesaro.  Ha collaborato con numerosi musicisti del panorama jazz italiano ed internazionale tra i quali, Javier GirottoRobert Bonisolo, Greg Burk, Peter Churchill, Gilad Atzmon, Elliott Sharp, Markus Stockhausen, Rita Marcotulli, Fabrizio Bosso, Quintorigo - per citarne alcuni - e ha preso parte ad importanti rassegne in Italia e all’estero.


Alessia Obino 

Echoes 

( Caligola records, 2009)



Echoes l'esordio discografico del 2009 ci disvela il ritratto di una giovane Alessia Obino con le idee già chiare e mature: i brani scritti di proprio pugno hanno in nuce il solco raffinato del prestigioso patrimonio jazz congiunti all'urgenza espressiva di una femminilità moderna e intraprendente - aspetto che si evince nell'audacia tipica dell'artista; manifestata sia nel volersi misurare con la narrazione mingusiana del blues Strollin' ( Charles Mingus) che nel sapersi dare con passionalità interpretando il romantismo retrò di Love for Sale ( Cole Porter) aggiungendo un piglio di audace ironia sottotraccia - dove eccelle

Echoes rappresenta il cuore e il respiro del progetto, Stone non è da meno; in entrambe le composizioni la cantante riscrive la sua idea di tonalità blù con una vocalità straordinaria, duttile ed eclettica fino alla teatralitàMidnightmare e Lasting Dream scandagliano l'immaginario onirico e sensuale di Alessia, fin qui magistralmente evocato da un gruppo di strumentisti ricettivo e simpatetico: Luigi Vitale al vibrafonoDaniele Santimone alla chitarra elettricaAlessandro Fedrigo al contrabbasso, Gianni Bertoncini e Carlo Canevali rispettivamente  alla batteria ( a secondo dei brani in scaletta) Doveroso segnalare che Carnevali è morto prematuramente ormai diversi anni fa (più o meno 6/7 anni fa)

Menzione a parte per la lanquida bossanova di A ilha onde tudo começouposta a sugello del disco risuona come uno struggente congedo/arrivederci per l'ascoltatore - intriso di saudade brasiliana, antiche reminescenze di fado portoghese e morna capoverdiana 

Echoes è un'opera prima di  fine pregio registrata, mixata e masterizzata da Stefano Amerio nel prestigioso Artesuono Recording Studio di Cavalicchio (Udine), un prodotto discografico che non strizza l'occhio alle tendenze del momento e non guarda ai modelli patinati e di successo d'oltremanica. 

Veniamo alla veste grafica del disco: l'artwork ideato da Giorgio Finamore è valorizzato da una foto di copertina di Luisanna Serra particolarmente inquietante, nel contempo affascinante. Ritrae Alessia che ci osserva con seducente mestizia, immersa in una realtà liquida, a tratti estraniante,  celata tra le ombre del torbido verdeacqua. All'interno del booklet sfilano le immagini dei musicisti in studio fotografati da Giacomo Raffaelli; oltre  ai testi delle canzoni e i crediti non poteva di certo mancare la testimonianza di una madrina artistica d'eccezione ( la voce più autorevole del nostro Jazz

" ... Il lavoro di Alessia rientra per me nella categoria di chi il jazz e i suoi grandi modelli (penso a Mingus, Porter, Monk, Ella, e Betty Carter, Anita 'O Day e forse Joni Mitchell) li ha conosciuti, amati e assimilati; è una cantante ed autrice che sta provando a trasformarli in carne e tendini della sua musica, anziché gabbia... Ha misura e nel contempo osa nella costruzione dei temi, nella coerenza dell'utilizzo delle timbriche. E' bella e moderna la scelta del vibrafono e di una chitarra straniata, che usa elettronica senza ridondanze, supportata da una ritmica inteliggente ed agile. I compagni assecondano queste sensazioni di misura e pacatezza dialogando con grande senso delle campiture sonore e bella energia" -  Maria Pia de Vito

   

Alessia Obino CORdas 

"Deep Changes"

( Caligola records, 2016)



CORdas è il progetto più riuscito di Alessia Obino e il disco Deep Changes andrebbe ascoltato proprio come se fosse il diario di bordo di una carovana nomade di artisti e musici capitanati e diretti magistralmente dalla cantante. Rispetto al precedente Echoes questo lavoro è galvanizzato e supportato da un gruppo di musicisti che si è plasmato in concerto nel corso del tempo - la cui genesi è raccontata nelle note di presentazione dell'album digitale, caricato nella pagina Bancamp della CaligolaNato nel 2011 con le chitarre di Enrico Terragnoli e Domenico Caliri, Cordas diventa quartetto nel 2013 con l’innesto del violinista Dimitri Sillato, e nel 2014 vede la sostituzione di Caliri con il chitarrista Giancarlo Bianchetti. Un biennio di relativa stabilità e di grande attività ha condotto a quest’album, sin troppo a lungo atteso dai suoi numerosi estimatori, e che, considerate le premesse, poteva esser tutto fuorché banale.

Inizialmente le priorità dell'Alessia Obino CORdas erano quelle di riuscire a sviluppare un percorso di rivitalizzazione del patrimonio afroamericano attraverso l'improvvisazione dal vivo - una scelta ambiziosa da come si evince dal repertorio portato nei concerti, completamente incentrato sui classici del jazz e del blues: si parte dal Dixieland per arrivare a Hoagy CarmichaelMingus e Duke Ellington fino a raggiungere la summa teatral-musicale del genio di Kurt Weill.  

Si è poi giunti alla realizzazione Deep Changes seguendo la rotta di un viaggio avventuroso da cui i nostri hanno tracciato una linea concettuale e matura ricca di chiaroscuri, tonalità blue e contaminazioni equilibrate nel pieno rispetto della tradizione e dei suoi immortali autori. Il risulato lo sentiamo vibrare nella matura timbrica di questo ensemble fatto di vocalità stralunate, teatrali e sensuali, violino, banjo, chitarre acustiche ed elettriche.

Il CD si apre con la superlativa canzone The Saga of Jenny  ( estratta dal musical Lady in The Dark di Kurt Weil Ira Gerswhwin) - dilatata oltre i dieci minuti e introdotta con un'insolita spoken word di 2:20 di intensa fascinazione,  efficace nel lanciare gli strumentisti in un danzante arraggiamento di corde ottenuto dal dialogo sinergico tra il banjo, la chitarra acustica e elettrica con il valore aggiunto di un festante violino gypsy. 

Deep Henderson è ancora più avvincente e i coup de théatre della cantante ci riportano magicamente negli anni venti (secolo breve) ben sorretti dall'estro esuberante dei suoi sodali Dimitri Sillato, Giancarlo Bianchetti ed Enrico Terragnoli lasciati liberi di inscenare siparietti strumentali di impudiche sarabande luciferine
Deep Night è un altro standard degli anni venti ( 1929) composto da Charles E. Henderson e Rudy Vallee, melodico e sensuale, arrangiato in maniera ironica, stravagante e zingaresca ( le caratteristiche vincenti del gruppo diretto dalla nostra signora in Jazz) 

Sue's Changes - l'omaggio di Charles Mingus alla sua devota e amata compagna Sue Graham  - si contamina di art rock a tal punto che pare emergere dai profondi fondali oceanici narrati da Robert Wyatt ( quelli di Sea Song e  del 33 giri Rock Bottom interamente dedicata alla consorte e poetessa Alfreda Benge) pertanto la quarta traccia da sola trafigge il cuore degli ascoltatori: la Obino dimostra di saper utilizzare la propria voce come uno strumento virtuoso al pari delle altre voci strumentali, riuscendo a creare soluzioni sonore originali, tanto oniriche quanto estranianti, come del resto si confà al sentimento dell'amore. 

Hong Kong Blues di Hoagy Carlmichael ( 1944) subisce un trattamento blues stregonesco, a metà strada tra un vertiginoso voodoo hendrixiano e un sabba notturno - e Alessia  si lancia in peripezie vocali inquietanti, senza mai abbandonare la giocondità e l'ironia che la contraddistinguono. C'è ancora spazio per omaggiare il genio di Kurt Weill  con Lonely House ( estrapolata dall'opera Street Scene del 1946/47) e per l'unico brano originale autografo Nightime.

L'apice viene raggiunto con Hard Times Killing Floor Blues (un classico di Skip James) dove  per chiudere in bellezza i CORdas affrontano il blues e la musica nordafricana, grazie ad una formazione ampliata e i contributi del musicista italo marocchino Reda Zine al canto e al guembrì ( Reda Zine è noto anche come filmaker produttore, artista multidisciplinare operativo bolognese) e le percussioni di Danilo Mineo. Se amate le contaminazioni elettriche occidentali con i musicisti del Mali, documentate nei progetti di Ry Cooder, Taj MahalJustin Adams e Dee Dee Bridgewater in questo lungo brano Alessia Obino ottiene un risultato alla pari, senza scadere nella facile e prevedibile imitazione.  




La cover e l'artwork di Deep Changes si avvalgono dei preziosi scatti fotografici di J.C. ( John Calvin) Coovert: l'illustrazione principale di copertina ritrae  una scuola di bambini mista, figli di immigrati italiani, irlandesi, europei dell'est, afroamericani e ispanici: un sincretismo etnico e culturale americano che ancora oggi non si è concretizzato nella sua forma egualitaria e solidale

Svetta come un cadeau la prima testimonianza  fotografica di una pianta di cotone, che potete ammirare impressa nel CD. Mr D. Gorton, che detetiene i diritti di J.C. Coovert ha cortesemente acconsentito affinché il grafico Giorgio Finamore potesse adattare il materiale scelto allo standard del disco. 

Deep Changes è stato registrato da Andre Scardovi al Duna Studio, Russi ( Ravenna) durante il mese di luglio nel 2015. Per ascoltare e acquistare Echoes e Deep Changes - e tante altre produzioni discografiche di jazz indipendente - vi allego il link dello store Bandcamp della Caligola Recordshttps://caligolarecords.bandcamp.com/ 


Alessia Obino 

A Sound’s a Million Shapes 

( Domanda Music, 2023)



La necessità di rinnovamento stilistico e creativo spinge la nostra artista a riproporsi in una veste ( o meglio ancora dimensione afroturista) quasi lisergica, a tratti perfino rock subentrando nel piccolo gruppo di musicisti della Domanda Records ( in sede a Los angeles) di Tommaso Cappellato: musicista, batterista e produttore discografico indipendente.  Il primo contatto tra i due è avvenuto nel 2013 con il progetto  Tommaso Cappellato Astral Travel dove Alessia si è distinta al canto incidendo l’album Cosm’ethic per l'etichetta londinese Jazzrefreshed
A Sound’s a Million Shapes ci dà un immagine fresca, avventurosa e trasgressiva della musicista e si presenta come un ottimo album di spiritual jazz contaminato con sonorità elettroniche e soul jazz attraversate da umori progressive rock e afro-psichedelici a metà strada fra il Canterbury sound e Sun Ra, con reminiscenze cosmic soulfull degne dei Rotary Connection e Curtis Mayfiled. Essendo scritto e concepito pensando a Sun Ra e nel contempo alla black music,  risulta essere piacevolmente accessibile e pop anche nei momenti più acidi e rock  
La formazione allestita dalla capobanda Alessia Obino - che si occupa della voce, dei testi, della composizioni e degli arrangiamenti - è un originale combo di  giovani ben predisposti agli azzardi e alle differenti fusioni di stili  ( esattamente come una piccola Arkestra):  Piero Bittolo Bon: sax alto e baritono, clarinetto basso, flauti, synth Giancarlo Bianchetti: chitarre Rosa Brunello: basso elettrico Marco Frattini: batteria, percussioni Luisa Torresan, Sara Simionato, Francesca Della Puppa, Giovanna Castellano, Alice Busato: cori

Thursday Surrender ha un suggestiva introduzione lisergica e noise con effetti vocali sovrapposti che declamano il titolo del concept sunriano A Sound’s a Million Shapes, da cui poi si sviluppa un andamento ipnotico e soulful che avanza tra scariche elettriche rock e giocose melodie. Il basso elettrico di Rosa Brunello e l'elettrica di Bianchetti preparano il terreno per Journey Through, la batteria di Frattini avanza a ritmi sfalzati, quasi Jungle, le ance di Piero Bittolo Bon si librano nei sentieri del miglior jazz funk. La prestazione canora di Alessia risuona nello stereo nella sua tipica forma smagliante e audace ... una graffiante espressione musicale in grado di danzare tra le note,  festante e impudica
Outshined è jazz rock progressivo, almeno per quel pubblico che conserva la memoria di dischi come Septober's Energy dei Centipide di Keith & Julie Tippetts, Escalator Over the Hill di Carla Bley & Paul Haines, Elastic Rock e Solar Plexus dei Nucleus, Revenge e Dual Unity di Annette Peacock e Paul Bley.  Nel brano in esame entrano in gioco il canto vigoroso e rock di Alessia e l'utilizzo dei sampling vocali: trattasi di interventi di alcuni esponenti delle pantere nere presenti all'interno di un documentario ( The Black Power Mixtape: 1967 - 1975le cui declamazioni sollecitano il popolo afroamericano all'autodeterminazione e alla conquista della propria consapevolezza. Come nella precedente traccia si distingue il groove strumentale di Brunello, Bianchetti e Frattini

The Black Power Mixtape: 1967 - 1975 
(Full Documentary)
Play



L'apogeo saturniano di Somebody Else'Idea/The Soul Vibrations Of Man è un sinuoso medley per piccola orchestra, vocalità corali e rituali, con  catarsi cosmico trascendentale nella lunga coda strumentale su cui aleggia lo spirito di Herman Poole Blount ( passato alla storia con il nome Sun Ra) Abbiamo raggiunto l'anima e il respiro cosmico  di una musicalità totale e all'avanguardia, sospesa tra passato e futuro, attualizzata in un presente postmoderno contraddistinto di funk, soul, rock permeato dalla sensibilità femminile contemporanea di Alessia.   

La chiusura del cerchio è affidata al musicista ospite Greg Burk: l'americano porta in dote i suoi sintetizzatori e un brano scritto di proprio pugno Needless to say; un trip psichedelico che omaggia al meglio il pionieristico stile cosmico di Sun Ra al Synth e alle tastiere analogiche, quanto le meditazioni astrali del free jazz coltraniano e il Krautrock

L'album è stato registrato al Dunastudio, Russi ( Ravenna) da Andrea Scardovi, composto e prodotto da Alessia Obino con la produzione aggiuntiva di Tommaso Cappellato, mixato da Mick Woodmansey ( aka Emanative) infine masterizzato da Max Trisotto.
Viene pubblicato in vinile 12 pollici limited edition ( rigorosamente numerato a mano) impreziosito da una visionaria fotografia di Margherita Luce Maniscalco - artista sorella del compositore e polistrumentista Emanuele Maniscalco.  Il design è curato da Mattia Tono

La Domanda records non produce CD preferisce immettere sul mercato una propria linea ideale di musica retrofuturista, molto curata nella parte grafica e incisa su supporti fonografici da 33/12 pollici, affiancati ai moderni album digitali. Vi allego il link dello store Bandcamp https://domanda.bandcamp.com/ 





Dalle radici jazz di Echoes e Deep Changes all'afrofuturismo di A Sound’s a Million Shapes la nostra di tanto in tanto ritorna nei palcoscenici dei Club e dei Festival intonando Moon River e altri classici. Di lei ho imparato ad apprezzare tutte le sfumatore, i colori, i timbri, le armonie e le storie che germogliano e fioriscono attraverso il suo canto in ogni album e in tutti i concerti reperibili in rete ( cercateli pure nella piattaforma Youtube) 
La Obino è jazz in tutte le forme e gli stili, memore anche del blues del Mississipi e del folclore di mamma Africa. Per il sottoscritto la maggiore dote di questa artista è proprio l'equilibrio su cui poggia la voce: una fioritura di elementi musicali che lei fa danzare, senza artificio e manierismo, nel canto ( e nell'incanto
Per lei il futuro è ancora una possibilità costellata da buone stelle e da infinite fortune tutto da scrivere. Storie di Jazz e dintorni ha provato a tracciare un ritratto di donna in musica e ora vi invita a cercarlo nei dischi analizzati e recensiti, nei concerti ... poichè la musica è cultura e tutti i musicisti vanno sostenuti! 

Qui trovate il profilo Bandcamp di Alessia Obino  https://alessiaobino.bandcamp.com/music





lunedì 30 giugno 2025

Music Reviuw 2.0 - i suoni del nuovo millennio - presenta: No Longer Human di Antonio Tonietti - DISSIPATIO records / 2024




Music Reviuw 2.0  

- i suoni del nuovo millennio -

presenta

No Longer Human di Antonio Tonietti

DISSIPATIO records / 2024


Antonio Tonietti nella sua vita da farmacista, si è dedicato con ottimi risultati all'attività di liutaio/inventore di strumenti, musicista e compositore/esecutore. Collabora a diversi progetti discografici (Icereport e De Musica et Fungorum Effectis, Francesco Paladino, Incredible!, Le forbici di Manitù, Gianluca Becuzzi, con cui collabora sia come liutaio che come musicista) e incrocia anche uno dei maestri del massimalismo americano, Glen Branca, partecipando alla sua Sinfonia N. 13 Hallucination City. Il primo album, "Improvvisi per Tavola Armonica", pubblicato per Sonorus records, è stato creato esclusivamente con i suoni provenienti da uno strumento di sua invenzione, che mescola corde, molle, kalimba, vari oggetti che permettono interessanti collage sonori. Ha anche prodotto due brani inclusi in pubblicazioni dedicate rispettivamente alla vita di Nick Drake e Ian Curtis

Il secondo album esce il 27 gennaio per l'etichetta Dissipatio ed è dedicato alla vita e all'opera di Osamu Dazai e al suo romanzo No Longer Human. Antonio utilizza esclusivamente strumenti rigorosamente fatti in casa. I dati biografici di Antonio Tonietti ci presentano una mente creativa particolarmente interessante e alternativa, indipendente anche per la capacità di autocostruirsi gli strumenti musicali e tracciare degli itinerari e delle trame concettuali, mai banali, influenzata dalla passione per la cultura orientale, in particolar modo, tutto quell'immaginario che proviene dal Giappone. 

Ma chi è Dazai e perché è così centrale per comprendere la fruizione musicale di un lavoro complesso come No Longer Human

Dazai Osamu (1909-1948), pseudonimo letterario di Tsushima Shūji, nasce in una famiglia di ricchi proprietari terrieri nel Nord del Giappone. Nutritosi dei fermenti intellettuali degli anni venti, prende parte all’attività dei movimenti rivoluzionari di sinistra, restando però ancorato a un confuso ribellismo anarchico. Abbandona gli studi per dedicarsi alla scrittura, rompe con la famiglia e inaugura un’esistenza sbandata, con abuso di alcol e narcotici, culminata nel suicidio
Il romanzo postumo No Longer Human ( da noi tradotto con il titolo Lo Squalificato) lascia ai posteri forti tratti biografici e si inserisce nella tradizione della scuola decadente conosciuta come Burai-ha
Nel personaggio di Ōba Yōzo - con la sua torbida e decadente maschera - ritroviamo  l'austerità della società giapponese di allora in cui, se non ci si conforma, la pena è la squalifica.  
Mi sono approcciato all'ascolto del disco analizzando i tre taccuini che segnano le vicende di Ōba Yōzo e tracciano le differenti maschere del romanzo. Il CD No Longer Human è suddiviso in quattro movimenti: First Notebook, Second NotebookThird Notebook e Epilogue proprio come il libro ( se si esclude la parte introduttiva de Lo Squalificato)

Unire la lettura del romanzo e l'ascolto del CD - oltre a farci immedesimare in Ōba Yōzo . ci aiuta a comprendere la poetica letteraria di Dazai e la cultura  del decantentismo Burai-ha  - " Ho condotto una vita colma di vergogna. Mi sfugge finanche il senso dell’esistenza umana.” - è l'incipit da cui partire [ ...]  “Era mia convinzione che, per un uomo, “essere rispettato” significasse ingannare quante più persone possibili, fino al momento in cui un essere onnisciente e onnipotente si fosse palesato per mandarlo in rovina, infliggendogli una vergogna peggiore della morte.”




First Notebook è un flusso elettroacustico originato dagli strumenti autocostruiti di Tonietti - la chitarra battente preparata, la tavola armonica, duduk, filtrati anche attraverso i sintetizzatori  - si sovrappongono e si compenetrano con gli incanti acustici del piano di Massimo Amato e la vocalità strumentale elegiaca di Claudio Milano. Per raccontare l'infanzia di Ōba Yōzo le soluzioni sonore attuate sono cangianti di charoscuri e umori orientali, a cui fanno eco le scuole avanguardistiche occidentali.  Ora la maschera e la teatralità del personaggio prendono scena nelle trame musicali dell'album.  

“Innamorarsi, far innamorare, espressioni oltremodo volgari, patetiche e supponenti; a pronunciarle, pur in circostanze solenni, si finisce con il demolire il tempio della malinconia, rendendo tutto ovvio e banale.” 

In Second Notebook cambiano le dinamiche di suono - più vicine al rumorismo industrial - con ciangori elettronici e field recording spettrali. Ottimo l'amalgama delle sonorità atmosferiche ottenute dal basso preparato, poi manipolate e processate dai sintetizzatori di Tonietti. La ricerca vocale di Claudio Milano esalta le inquietudini di Ōba adolescente nei confronti della società.  La catarsi sperimentale di siffatta musica  si riflette nelle pagine del romanzo, fino ad amplificare la condizione esistenziale del protagonista; la cui precaria identità psicologica viene erosa dagli impietosi standard morali e conformisti della societa nipponica.  

Ōba Yōzo  si immerge in una dark side dove:  la donna e l'universo femminile sono appigli a cui aggrapparsi prima dell'immanennte oblio -  “La società è simile al mare, con le sue innumerevoli profondità e quel sorriso – al pari di un guizzo di luce brillante negli abissi marini – mi permise di scorgere il baratro della vita adulta.”
   
In Third Notebook le pulsazioni del basso si fanno più dense e si inabissano in un fondale oscuro di campionamenti orchestrali e rumori dissonanti - perlopiù proventienti da fieldrecordings di ambienti naturaliGiorgio Pinardi subentra al canto per inscenare una liturgia dell'impossibile; la cui phoné  ipnotica mi fa pensare ad un mantra orientale primordiale, emerso in un background di sibili alienanti che si infrangono in  una coda in dissolvenza  prossima al silenzio metafisico del creato

L'esistenza depressiva del personaggio è votata all'autodistruzione: egli si lascia annegare nel profondo mare dell'irrazionalità.  Oltre la propria maschera resta soltanto la follia: Dio, ti chiedo: è una colpa non opporre resistenza?      

[ “Ormai non ero più considerato un criminale, bensì un pazzo. Eppure io sapevo bene di non esserlo. Non lo ero mai stato, nemmeno per un istante. Ma forse è quello che dice ogni pazzo di sé. In ogni caso, quelli ricoverati nell’ospedale erano considerati matti, mentre quelli fuori no, così stavano le cose.  ]

Epilogue

Epilogue, l’ultimo brano di No Longer Human, è costruito alla stessa maniera del brano I’m Sitting In A Room di Alvin Lucier

In principio Antonio Tonietti ha registrato su nastro la frase recitata dalla scrittrice e attrice teatrale  Silvia Pegah ScaglioneOra non sono felice, ma non sono neanche infelice. Tutto passa. Questa è l’unica cosa che a parer mio s’avvicini alla verità, nella società degli esseri umani, dove ho dimorato sino a oggi come in un inferno rovente. Tutto passa  

Silvia  ha riprodotto questo frammento letterario - estrapolato  dall'epilogo del romanzo - in una stanza mentre il musicista la registrava con un altro registratore a cassetta.  Questo passaggio è stato poi riprodotto moltissime altre volte, alla fine la frase per via della “fallibilità” del nastro si dissolve, non è più intellegibileEpilogue  è di fatto un parallelo con la dissoluzione della vita del protagonista del romanzo No Longer Human.

Segnalo il contributo di Tetsurah Konishi al modified alto recorder: un flauto dolce modificato per riprodurre le sonorità esotico orientali dello shakuachi, il flauto giapponese. La sua guest  performance chiude a sugello un'operazione culturale che non merita di cadere nella retrovia delle cosidette nicchie di mercato della musica sperimentale underground





Dal mio personale punto di osservazione critico-analitico No Longer Human è una raffinata esperienza sensoriale: il nostro ( artista, farmacista e liutaio) ha creato un prodotto artistico totale inclusivo di cartoline nella prima edizione numerata ( realizzate a mano dallo stesso Antonio) con la tecnica gelli press pinting - un particolare procedimento di composizione tipografica di monotype: in questa disamina trovate il ritratto di Dazai/ Ōba Yōzo ( come lo vedete in alto) e due delle quattro coprotagoniste femminili della sua tormentata vicenda esistenziale ( di cui ho vi ho allegato la prima e l'ultima card)  


No Longer Human 
by 
Antonio Tonietti 


1.First notebook 08:18
2.Second notebook 09:36
3.Third notebook 09:56
4. Epilogue 12:46

About

'No Longer Human
is dedicated to the life and work of Osamu Dazai and his novel No Longer Human



First notebook:
Antonio Tonietti: chitarra battente preparata, duduk
tavola armonica, synth
Claudio Milano: voce
Massimo Amato: piano

Second notebook:
Antonio Tonietti: basso preparato, basso, synth
Claudio Milano: voce

Third notebook:
Antonio Tonietti: basso, synth, field recording
Giorgio Pinardi: voce

Epilogue:
Antonio Tonietti: Electric Koto, field recording
Silvia Pegah Scaglione: voce
Tetsuroh Konishi: modified alto recorder


credits
released January 27, 2024

Antonio Tonietti uses exclusively home-made instruments.
photo: Rita Lazzaro-Impermanence
Monoprint - Antonio Tonietti from the No longer Human series
mastered by Giuseppe Ielasi
license
all rights reserved




Buy Digital Album and Compact Disc 
On 
Dispitatio Bandcamp Store


Facebook 




sabato 26 aprile 2025

Music Reviuw 2.0 - i suoni del nuovo millennio - presenta: Néos Saint Just di Jenny Sorrenti e Tullio Angelini. M+M MoreMusic 2024




Music Reviuw 2.0  

- i suoni del nuovo millennio -

presenta

Néos Saint Just di Jenny Sorrenti e Tullio Angelini. M+M MoreMusic 2024

Intro:

Comunicato stampa

[ - È finalmente uscito l'album omonimo di Néos Saint Just (ovvero Jenny Sorrenti & Tullio Angelini). L'opera rappresenta la naturale evoluzione del progetto Saint Just, concepito e diretto fin dagli anni Settanta dalla stessa Sorrenti. Uno dei temi fondanti di questo album è la sua costruzione sonora, praticata senza riserve e canoni, volta a proporre coerentemente un'attitudine al cambiamento per tutta la durata dell'album. 

Sia le parti vocali che le strutture musicali suggeriscono la possibilità di uno spostamento “nell'onirico” e in connessione con atmosfere rituali e con l'esperienza esistenziale.Il CD Néos Saint Just presenta sette composizioni inedite cantate in inglese (tranne il secondo brano) e propone anche musicisti significativi. 

Gli ospiti sono:

CLIVE BELL (polistrumentista ed esperto suonatore di shakuhachi): Khene

SYLVIA HALLETT (una delle più eclettiche violiniste inglesi): violino

ALESSANDRO PIZZIN (che ha "reinventato" la musica dei The Residents sotto il suo moniker Alieno deBootes): tastiere

ROBIN RIMBAUD alias Scanner (collaboratore di Michael Nyman, Laurie Anderson, Wayne MacGregor): elettronica

ROBERTO SCARPA (pianista, tastierista e compositore italiano): pianoforte

KENNY WOLLESEN (batterista già con Tom Waits e John Zorn, tra gli altri): vibrafono elettrico.

che naturalmente accompagno in questo lavoro

JENNY SORRENTI: tastiere, pianoforte, voce

TULLIO ANGELINI: loops e elettronica

Le attuali sonorità di Néos Saint Just sono dedicate a un approccio più sperimentale alla musica e alla sua visione contemporanea. Questo processo di innovazione è il fulcro del nuovo percorso artistico, che è anche la base dell'obiettivo futuro.

All'interazione tra il suono non convenzionale e i possibili timbri della voce sarà riservata ancora una parte significativa della ricerca qui avviata. Jenny Sorrenti è una voce importante, sempre gentile e coerente, che non rifugge il “nuovo” ma anzi lo percepisce e lo interpreta con una trepidazione unica. Ciò è in sintonia con il ruolo prospettico e decisivo svolto dalla presenza del musicista Tullio Angelini, che indica la direzione dell'intero progetto, a volte con irregolari spostamenti di suono, altre volte orientato alla mutevolezza e alla fluidità.   

Prodotto da Jenny Sorrenti e Tullio Angelini per MoreMusic, il CD e’ distribuito da G.T. Music Distribution di Antonino Destra.Nella splendida grafica di una special digipack. - ]




Jenny Sorrenti 

( la costituzione dei Saint Just)


Jenny Sorrenti è figlia di madre gallese Gwen e Francesco Sorrenti - pittore e cantore di arie napoletane - insieme al fratello Alan si interessa alla musica e al canto professionale seguendo un indirizzo di sperimentazione e catarsi trascendentale nella corrente underground progressiva partenopea. Nei primi anni settanta costituisce i Saint Just con il bassista e multistrumentista Toni Verde e il sassofonista Roberto Bob Fix.  Sono un ensemble originalissimo a partire già dal nome di battesimo: ispirato al rivoluzionario francese Louis Antoine de Saint-Just, ghigliottinato a 27 anni.  La loro principale ricetta musicale è una riuscita fusione di suoni acustici ed elettrici - a tratti sghembi - amalgamati con degli arrangiamenti jazzati e all'avanguardia. La Sorrenti sperimenta una nuova vocalità sconcertante - sembra possedere le doti di Cathy Berberian, conoscere alla perfezione il lessico popolare delle muse folk anglosassoni - quali Jacqui McShee e Sandy Danny - senza mai tradire la liricità antica della storica Paleopolis: nome  da cui è derivata la cultura detta partenopea di Napoli.

L'album omonimo - inciso per la EMI-Harvest nel 1973 - è ricordato per la straordinaria copertina bianca che ritrae i tre musicisti completamente pittati e vestiti di bianco in una dimessa  stanza di un manicomio color biancosporco a metà strada tra il neorealismo e certe rappresentazioni felliniane - senza dimenticare Andy Wharol -  presente nei crediti di copertina, insieme ai nomi di due band anglosassoni: Pentangle e Third Ear BandL'album gatefold si apre a pagina di quaderno con dei disegni infantili e i testi scritti con la calligrafia incerta e grossolana - un dettaglio che vuole comunicare un senso di infanzia irrisolta e tormentataL'idea è da attribuire a Umberto Telesco

Il microsolco Saint Just si presenta come un lavoro di progressive folk italiano complesso: dove le atmosfere fiabesche emanano inquietudini e morbosità infantili e rievocano l'immaginario decadente e liberty francese del settecento - un ascolto cosi estraniante da infondere sensazioni di struggimento melanconico e di altrettanto stupore. Le liriche dei testi rievocano scenari poetici e letterari remoti; tuttavia lo spirito di Saint Just vuole ( e  ci riesce) incarnare il grido giovanile di una rivoluzione culturale che si respira nell'aria, ovunque: la stessa del Maggio francese o della Factory di Andy Wharol e del Living Theatre di Julian Beck e Judith Malina - ai tempi in trasferta a Piazza di Spagna - come anche nel  Vomero e nella Positano del nascente movimento Neaples Power: l'onda in procinto di abbracciare la sognante West Coast di Laurel Canyon, direttamente dalle basi Nato. 

Dei primi Saint Just va sottolineata la capacità progettuale di essere un valido gruppo aperto ( o gabinetto sperimentale) - un trio di compositori/esecutori in grado di sperimentare la formula del  quintetto e del sestetto con guest musiciansToni Esposito alle percussioniGianni Guarracino alle chitarre elettriche e acusticheMario D'Amora alle tastiere e alla celesta, Alan Sorrenti alla voce nel brano Una Bambina

Tale predisposizione ha favorito la costituzione di una comune hippie dedita a stili di vita artistici e bohemien: il secondo lp La casa del Lago ( Harvest, 1974) riflette un rilassato clima di jam e cooperazione musicale, i cui brani sono equamente ridistribuiti tra il rock elettrico e il folk acustico. Il Lago di Bracciano offre gli stessi stimoli di quei cottage inglesi che hanno germogliato una semina di Lp epocali - oggi classificati come pietre miliari del rock anglosassone: Led Zeppelin III, John Barleycon Must Die dei Traffic, Trespass dei GenesisA Night At The Opera dei Queen.




Il nuovo corso di Jenny Sorrenti 

( da Suspiro al progetto Celtica Napoletana)


Con il trascorrere degli anni la cantante scioglie il gruppo e intraprende un lungo percorso solista sofisticato: la ricerca di nuovi stimoli creativi la conduce a coltivare le arti multidiciplinari, la poesia, il teatro e lo studio del canto lirico e popolareTra i meriti che le si possono attribuire c'è quello di talent scout: a Jenny si deve la primogenitura di un giovane chitarrista di nome Pino Daniele - presente nell'esordio discografico da cantautrice Suspiro  ( Harvest, 1976) e in tutti i concerti del periodo a supporto del 33 giri. Nel 1979 passa alla RCA per incidere un disco omonimo più accessibile e in linea con i cantautori del periodo: nel brano di punta Lampo duetta con Francesco De Gregori. È ospite del concept jazzprog Alice del Perigeo Special. Nel corso degli anni ottanta compone prevalentemente musica per il teatro. 

Il progetto Celtica - Napoletana coprodotto con il produttore Umberto Telesco  vede anche la complicità di un musicista progressive folk storico Marcello Vento ( purtroppo deceduto nel febbraio del 2013) e la impegna in una serie di innovazioni: un nuovo studio di registrazione, la creazione di un sito internet, la realizzazione del videoclip Le Belle Se Sit e la pubblicazione del suo migliore album solista - infine una serie di  concerti a supporto del progetto. 

Medioeval Zone è una sintesi originale  tra  la musica celtica e la mediterranea antica, pubblicata con il marchio Celtica - Napoletana:  si tratta di una raffinata commistione di generi equamente suddivisi tra fonti antiche remote e tradizionali popolari rivitalizzate in un telaio sonoro che rievoca la new age e le produzioni  indie esoteriche della label 4AD. 13 brani di diversa area geografica e temporale, tra cui El Rey de Francia - canto sefardita di remota origine turca - e The Leaboy's LassieInclusa una nuova versione di Suspiro che sfocia nei vocalizzi eterei di una nuova maturità artistica. Il CD è prodotto e distribuito dalla Materiali Sonori. 

Com'e grande Efermidade è il secondo disco concepito con il compianto Marcello Vento, noto ai più essere stato il batterista - percussionista delle band Albero Motore e della seconda incarnazione de Il Canzoniere del Lazio. Il CD questa volta è prodotto e licenziato dalla Polo Sud. Il punto narrativo di partenza dell’album sono le cantiga medioevali del 1100, forme popolari religiose spagnole di canto, declamanti i miracoli di Maria per guarire le infermità mentali e fisiche della gente. LEnfermidade è il simbolo della follia del mondo in cui viviamo e l'album è un viaggio-avventura sull’infermità del mondo, sulla follia umana, tutto questo interpretato in una chiave curabile. Di fronte ai mali del mondo si deve reagire positivamente con le parole, con le azioni, con la poesia, con la musica e la voce, lo strumento che Jenny ha sviluppato per esercitare il miracolo e il prodigio della guarigione.

Burattina ( Odd Times record, 2008) chiude la trilogia con un ritorno alla forma canzone autografa - cantautorale  con una connotazione partenopea più folk rock. La presenza di Enzo Gragnaniello in Nessuno è più forte di chi non ha nulla da perdere è di per se programmatica. Burattina è ben accolto dalla critica e prelude al ritorno dei Saint Just 


La Rivoluzione 2.0

( ... e ancora spirano i venti di Sain Just) 


Nel ricostituire i Saint Just sotto la nuova sigla SJ Again per la realizzazione di Prog Explosion la Sorrenti sembra voler fare ritorno al rock degli anni settanta; ma Prog Explosion  è poco più di un lp fantasma realizzato per i lettori della rivista RARO in tiratura limitata; per poterne godere il frutto  bisogna attendere il successivo cd Prog Explosion and other stories: la versione notevolmente espansa, rivista e ridefinita per il supporto digitale in collaborazione tra l'indipendente Ma.Ra.Cash, il marchio Progressivamente e la rivista Prog Italia Il disco è supportato da una rete di piccole performance live, e vedono anche il ritorno di Alan Sorrenti nelle vesti di redivivo vocalist Progster.

La necessità di spingere la voce in territori vergini non viene mai a mancare e l'incontro con Tullio Angelini - musicista, dj, promoter e produttore discografico indipendente attivo nei territori musicali della sperimentazione e dell’avanguardia sonora -  è quello decisivo per il definire il nuovo indirizzo artistico. Il nostro le produce “Jenny canta Nico" un progetto dedicato alla musicista Nico, musa di Andy Warhol ex Velvet Underground e nel 2024  il CD "Néos Saint Just" per l'etichetta discografica di proprieta MoreMusic (n°catalogo Momus 015). Oltre a coordinare le traiettorie del progetto discografico con la cantante è presente in qualità di musicista e demiurgo sonoro.  




Tullio Angelini.


Il percorso musicale e culturale di Tullio Angelini parte in ambito classico, con lo studio dell'oboe e in seguito dall'approfondimento delle musiche di tradizione orale e degli strumenti relativi come la piva (cornamusa diffusa nel Nord Italia). Dalla sua certosina ricerca etnomusicologica "sul campo", ne esce un disco, su commissione di John Zorn,  per la giapponese Avant: Šmarnamiša! Resia Valley Music - Folk songs & dances from north-east Italy, dedicato appunto ai canti e alle musiche della Val Resia.

Nel corso del tempo Angelini tende a muoversi in differenti aree artistiche multidisciplinali, cercando una propria via tra la scuola accademica e la sperimentazione, maturando l'interesse per il djing’ o turntablism: l'utilizzo del giradischi come un autentico strumento musicale, integrato dall'uso e campionamento digitale di fonti sonore eterogenee opportunamente combinate

Collabora nell'ambito del teatro-danza per le musiche di scena e come musicista con il Teatro dell'I.R.A.A / Istituto di Ricerca sull'Arte dell'Attore, del regista Renato Cuocolo e dell'attrice e danzatrice Nur/Raffaella Rossellini (figlia del regista Roberto), in uno spettacolo denominato Scomposizione e ricomposizione da un quadro di Paul Klee.

Ha collaborato, tra gli altri, con il musicista e compositore americano David Shea e poi con Carlo  Mariani (esperto suonatore di launeddas), il chitarrista Marc Ribot e con la violoncellista americana Frances-Marie Uitti (invitato dalla stessa al festival Udin & Jazz 2007) in un progetto dove la scrittura e l’improvvisazione sono solo alcuni dei parametri per le argomentazioni sonore trattate.

Tullio Angelini ricopre un ruolo di primordine come organizzatore di eventi e concerti in tempi non sospetti - quando ancora la curiosità del pubblico era onnivora verso le nuove proposte underground e la musica di confine: un crocevia di commistioni tra ricerca, sperimentazione e proposte popolari eterogenee e inclassificabili 

Organizza tour italiani e concerti di diversi musicisti stranieri, tra i quali: Tone Dogs, Art Moulu, Iva Bittová, Marc Ribot, David Shea, Zeena Parkins, Mike Cooper, Amy Denio, John Zorn, Antony Braxton, Scanner ecc. 

È curatore della rassegna musicale "Zattere alla Deriva" presso il Teatro Miela di Trieste, di cui esiste un cd antologico pubblicato per la MoreMusic nel 1996, con le esibizioni di John Zorn, Boris Kovač & Ritual Nova Ensemble, Quartetto vocale di Giovanna Marini con Lucilla Galeazzi, Pascal Comelade & Bel Canto Orchestra, Fred Frith & Bob Ostertag, Phill Minton & Veryan Weston, Die Knodel, Makàm ecc. 



Nel 1988 fonda lAssociazione culturale MoreMusic e ricopre il ruolo di direttore artistico della rassegna All Frontiers / Indagini sulle musiche d’arte contemporanee, dedicata alla musica d’avanguardia e sperimentale. In un secondo tempo fonda la label discografica M+M MoreMusic e costituisce con David Shea e l'Ensemble Nuostra Signora - un progetto curato da Tullio Angelini che rimanda all’epopea dei Benandanti: trattasi di una pagina controversa e oscura dell’antica storia religiosa e sciamanica del  folclore esoterico friulano La trilogia "The Poem de Nuestra Signora”, 1997 “El ritual de North et Sud“, 1998. “Extasis” 2006 ne ripropone i suoni e gli strumenti musicali in chiave moderna.  Tullio Angelini è anche autore del saggio storico Di Prodigi Segreti / Presenze e Visioni di benandanti nel monfalconese, un libro del 2006, uscito in tiratura limitata con il marchio M+M MoreMusic  ( allegato al CD EXTASIS)  



Néos Saint Just 

Jenny Sorrenti/Tullio Angelini. 

M+M MoreMusic 2024


Il progetto Néos Saint Just è calato nella contemporaneità del nuovo millennio - non suona vintage o neo progressivo - la nuova direzione condivisa con Tullio Angelini guarda alle infinite possibilità vocali della Sorrenti; per esaltarle al meglio i due hanno scelto di destrutturare il progressive con l'apporto dell'elettronica e degli inserti acustici forniti dai notevoli musicisti - cooptati  dai settori Avant-garde, Electronics e Art rock internazionali: Clive Bell (Khene), Sylvia Hallett (violino), Alessandro Pizzin (tastiere), Robin Rimbaud alias Scanner (elettronica), Roberto Scarpa (pianoforte), e Kenny Wollesen (vibrafono elettrico).  Un CD postmodern & artpop anche nella pregevole veste grafica minimale del digipack e nei caratteri dei testi in inglese - tradotti anche in italiano - presenti booklet ( un lavoro curato da Roberto Duse e obliquestudio.com

Se avete apprezzato il primo omonimo Saint Just e l'eterogeneo Medioeval Zone  questo album è un tassello in più perchè spinge la phoné di Jenny in una direzione - quasi sciamanica: la voce è ancora lo strumento guida, ma è ammantata dai suoni eterei ed elettronici di Tullio Angelini ed è arricchita dal telaio strumentale offerto dai singoli ospiti. Néos Saint Just è un lavoro galvanizzato da uno sperimentalismo "caldo" e avvolgente, ben assimilabile anche da orecchie poco allenate. Chi conosce la cantante sà che lei non ha mai sacrificato gli aspetti melodici del proprio canto per un linguaggio astruso e radical 

Il CD si apre con Pneumantos - da Pneuma, un termine greco che nell’antica filosofia stoica, rappresenta anima o soffio vitale, la cui elevazione informa e compenetra l’universo - mentre in un ambito strettamente musicale identifica una particolare tecnica del canto gregoriano consistente in una frase melodica cantata sulla vocale finale di alcune parole dal pregnante significato spirituale ( es: alleluiaaaa) Un brano dunque concettualmente interessante e programmatico: la cantante si accompagna con il pianoforte e sorretta dall'elettronica di Robin Rimboud/Scanner - ci invita a osservare il cielo nei giorni di pioggia al di sopra  della superbia, l'arroganza e l'indifferenza; per capire quale direzione seguire nel nostro cuore

Sentire davvero ... la seconda tessera del mosaico - una traccia che si incastona con la precedente - ed è l'unico brano cantato in italiano; la cui melodia onirica ed eterea ricorda le dolci ballate classiche della Sorrenti: solo chi sente il dolore dell'altro può sentire davvero. 

L'alchimia sonora di In The Presence Of The Entity riecheggia delle arie teutonico - medioevali di Nico; almeno nella economia strumentale  creata dal binomio Sorrenti - Angelini con l'ausilio di Clive Bell allo shakuhachi e Silvia Hallett al violino + field recording. The Presence cela anche il sample di Love For Sale di Hallett e Bell - una canzone nella canzone per raccontare un'amore perduto ma vivo altrove - in un'anelito di immortalità: ... sei molto lontano ora, dove sei ora? ... ovunque sarai io camminerò con te, ovunque sarai ... 

La dolente e melanconica The Mirror Inside Me pare manifestarsi in antitesi a Entity - la mente m'inganna non è indulgente ... t'imprigiona dentro uno specchio e non ti lascia andare via ... io non vorrei ascoltarla perchè il mio cuore teme, ed ho paura. E' il racconto di un processo inevitabile ma necessario: il guardarsi dentro per trovare un viatico tra la mente e il cuore ed elevare l'anima - la mente creativa lo richiede: lei guarisce le cicatrice interiori. 

Hidden Things è davvero affascinante, una minimal pop song a metà strada tra il suono arcano ed esoterico di Meredith Monk e l'art rock extra colto di Laurie Anderson; comunque nulla di derivativo per  Jenny Sorrenti e Tullio Angelini e le loro personali alchimie artistiche: nei loro ambiti sono dei visionari professionisti che interagiscono in una comunione di stili spontanea e avvincente. Un doveroso cenno alle liriche: ( le nostre voci ora si ascoltano) in una notte d'estate - ( le nostre mani ora si protendono l'una verso l'altra) noi siamo meraviglie ... 

Segue Psyché. Il termine di origine greco indica, come è ovvio, la sfera psichica, ovvero un’anima sensibile e una mente riflessiva. Ma psyché significa anche respiro, il soffio vitale che dà la vita.  Inoltre Psyché significa anche farfalla.  Nella mitologia greca la farfalla è il simbolo dell’anima, della leggerezza e della volatilità dello spirito vitale. La farfalla è anche simbolo della fragilità, della bellezza, della caducità della vita:  lei ci conduce alla morte si alza in volo verso l'eternità. Psiché-farfalla è la personificazione del respiro dell’anima. Il brano riflette la paura già incontrata in The Mirror inside Me. Le note minimali delle tastiere sono rivestite dai loops e dall'elettronica di Angelini. 

Il CD si chiude con MERAVIGLIA una coda strumentale dove fanno capolino dei gioiosi vocalizzi pervasi di estasi e purezza. Il processo di morte, purificazione e rinascita è avvenuto!

Prima di chiudere questa disamina ho contattato Jenny Sorretti per chiderle quale fosse  la fonte ispiratrice nella sua attuale ricerca vocale. L'ho sollecitata a chiudere questo servizio di prima persona - e quel che ci lascia scritto è un magnifico esercizio di libertà da mettere in pratica nelle nostre stesse esistenze: "... prendo ispirazione da tutto ciò che è in vita, dalla natura, dal mondo animale, nonchè dalle riflessioni, dall'intelligenza, dall'orecchio che ascolta e dall'occhio che guarda. Mi piace investigare attraverso il canto, le ombre della nostra parte inconscia e la luminosità di quella conscia. Se ti disponi bene nei confronti del creato non potrai mai temere di svelarti per quello che sei veramente e ogni cosa sarà fonte di ispirazione. Alcuni brani li ho immaginati camminando per strada." 



Néos Saint Just 

Jenny Sorrenti/Tullio Angelini. 

+

The Mirror Inside Me 





Storie di Jazz e dintorni presenta: Alessio Obino - Un ritratto di donna in Jazz dalle radici all'afrofuturismo.

Alessio Obino    Un ritratto di donna in Jazz dalle radici all'afrofuturismo.     INTRO Biografia di Alessia Obino Alessia Obino Inizia...