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venerdì 21 febbraio 2020

Dino Betti van der Noot - Due navi nella notte : la musica per Big Band che sensibilizza gli animi alla fratellanza e al sincretismo culturale.

Dino Betti van der Noot - Two Ships in the Night / Audissea 

[ - Due navi nella notte : la musica per Big Band che sensibilizza gli animi alla fratellanza e al sincretismo culturale - un servizio di Patrizio De Santis - ]


Il 2019 è stato un anno decisamente molto importante per il compositore e direttore d'orchestra Dino Betti van der Noot, un uomo che ha legato gran parte del suo talento creativo nell'ambito della scrittura e della conduzione musicale per big band Jazz, realizzando una serie di opere fondamentali - purtroppo poco note e celebrate dal grande pubblico - in quanto raramente eseguite dal vivo. Le difficoltà di trovare degli spazi idonei, con tutte le condizioni necessarie per ottimizzare la resa sonora di un organico strumentale di grandi dimensioni - quale la bing band - sono note, senza contare i costi. Nel corso del tempo gli album del maestro hanno fatto il giro del mondo, vincendo anche dei referendum importanti e conquistando dei  premi di grande prestigio. Per definire il suo stile possiamo parlare di una musica narrativa - quasi cinematografica - che si  caratterizza per l'utilizzo di un racconto concettuale fin dal titolo. L'ascoltatore ha la possibilità di poter percepire molte impressioni musicali, perché in ogni produzione del maestro c'è sempre un legato particolarmente intrigante. Il fascino delle musiche composte da Dino sembra avvolgerci all'interno di un "cinema" immaginario; difatti  si tratta di opere a tema, strutturate come fossero dei film, oppure dei grandi romanzi letterari: "God save the Earth, 2009"  e " September's New Moon, 2011".  La stessa sensazione è confermata nel nuovissimo album "Two Ships in the Night" - un'interessante auto produzione - Audissea, dinobettivandernoot.com - licenziata sul mercato in concomitanza del compleanno del nostro, che ha festeggiato le 83 primavere il 18 settembre, nella Sala Grande del Franco Pareti di Milano. Si è trattato di una festa in gran spolvero, dove Betti van der Noot  ha diretto tutta la suite per intero, con il plauso del pubblico. Un evento unico nel suo genere, il cui sold out è stato raccontato nelle pagine della storica rivista di settore Musica Jazz da Rosarita Crisafi, che da musicista si è anche soffermata minuziosamente sull'aspetto tecnico del concerto. Il servizio è correlato da una dettagliata e certosina recensione del cd, da parte di Alberto Bazzurro " https://www.musicajazz.it/in-edicola-musica-jazz-di-novembre-2019/"  Ho fatto menzione del magazine perché questi servizi mi sono stati "girati" da Dino stesso, insieme ad altre recensioni - o interviste - estrapolate dai blog e dai siti Jazz di riferimento. Il maestro mi ha reso partecipe di questo momento di grande gioia, inviandomi in dono l'album per il Natale del 2019. 
E' importante precisare che Two Ships in the Night non è un'articolata opera per Big Band concepita sull'effimero filo dell'auto celebrazione - ma al contrario - è nata con la necessità di narrare il drammatico viaggio della speranza dei migranti, un percorso di vita doloroso che il più delle volte si tramuta in una drammatica Odissea. Dino Betti van der Noot vuole offrirci delle prospettive di lettura per comprendere meglio ciò che avviene nel mondo contemporaneo, attingendo dal nostro patrimonio umanistico greco - latino mediterraneo - e colto - nordeuropeo - il tutto traslato  in una sintesi corale musicale sincretico universale, come lo è sempre stato il Jazz. In questo cd vi sono degli evidenti riferimenti alle cronache politiche contemporanee, in particolar modo nel titolo, che oltre a ricondurci con consapevolezza alle drammatiche vicende dei migranti - e dei tanti coraggiosi volontari - ci ricorda la vicenda della Sea Watch e del capitano di nave tedesca di soccorso marittimo Carola Rackete.  

Two Ships in the Night ha nel titolo anche dei riferimenti letterali, poiché trae spunto dai versi d'una celebre poesia ottocentesca dello scrittore  americano Henry Wadsworth Longfellow, Tales of a Wyside Inn, 1874.

" Navi che si incrociano nella notte, e incontrandosi comunicano fra loro, soltanto un segnale luminoso e una voce lontana nell'oscurità; così nell'oceano della vita noi ci incontriamo e comunichiamo, soltanto uno sguardo e una voce, poi oscurità di nuovo e un silenzio "

Altra grande fonte d'ispirazione la troviamo nel terzo brano " A Thousand  twangling instruments" una meravigliosa "navigazione" esotica che cita " La Tempesta" di William Shakespeare. 

" Non aver paura : l'isola è piena di rumori,
suoni e dolci arie, che danno diletto e non feriscono.
Talvolta il fragore metallico d'un migliaio di strumenti 
ronza nelle mie orecchie, e a volte delle voci 
che, se mi sono svegliato dopo un lungo sonno,
mi fanno di nuovo addormentare : e allora, sognando,
le nubi mi sembra si aprano e mostrino ricchezze
pronte a cadere su di me cosi che, quando mi sveglio,
piango per il desiderio di sognare di nuovo"

Atto 2, scena 2. La Tempesta" di William Shakespeare. 

Dino Betti van der Noot - Two Ships in the Night - Audissea, dinobettivandernoot.com 

Il nuovo album di Dino Betti van der Noot gode di un equilibrio impeccabile tra la scrittura orchestrale per Big Band e l'improvvisazione degli strumentisti, il cui modus operandi  è costituito di lunghi soli a intreccio per più voci strumentali. Questa particolare dinamica di assemblaggio musicale ricorda Stan Kenton e Woody Herman - e per ammissione dello stesso - il "pianoless quartet" di Gerry Mulligan e il Modern Jazz Quartet, fino ad arrivare ad un musicista moderno come Kip Hanrahan. Tali riferimenti sono tutti estrapolati da un'interessante conversazione avvenuta tra Dino e Marcello Lorrai, trascritta nel prezioso booklet del cd. Questi intellettuali della cultura si confrontano per fornirci un prezioso contributo che ritorna utile per capire le dinamiche del suono di Two Ships in the Night, così come il pensiero e la filosofia del compositore - direttore d'orchestra - e autore di tante altre preziose registrazioni di grande pregio storico ( Ithaca/ Ithaki, 2003/05) Non avendo gli strumenti tecnici per parlarvi della magistrale opera che sto ascoltando ho intenzione di soffermarmi sul "racconto" emotivo di questa particolare e avvolgente musica, il cui fascino non ha nulla di derivativo alla grande tradizione afroamericana.  In ogni brano di questo cd c'è tanta bellezza, perché ogni fascinazione ci riporta alla cultura mediterranea, europea e infine americana. Il flusso sonoro è costituito da un telaio sincretico di diverse radici e tradizioni che si esaltano nella dimensione della big band Jazz, che gode di un grande equilibrio. Il maestro è un'ascoltatore onnivoro, un vero amante della musica. In più di una occasione ha sottolineato di non essere un virtuoso dello strumento; in virtù di questa umiltà ha cercato sempre di operare - nella direzione dell'orchestra - per il raggiungimento di una sinergia corale più che democratica, valorizzando tutte le voci strumentali, e prendendo il meglio da ogni musicista. 
Tra le composizioni che più mi hanno colpito c'è indubbiamente " A Thousand  twangling instruments" per le coloriture etniche delle tablas di Federico Senesi, seguite dall'arpa di Vincenzo Zitello. Il brano che cita La Tempesta di Shakespeare sembra essere attraversato da una vertiginosa serpentina poliritmica, ben amalgamata con i pieni e i soli orchestrali, dove svetta il sax alto di Sandro Cerino. La struttura a narrazione di The Deafining Silence Stars apre il cd in maniera sorprendente e solenne con alcuni interventi mirati di pianoforte gospel, mentre Those Invisible Things si caratterizza per un lungo assolo centrale del trombettista Alberto Mandarini. Alcune parti orchestrali mi ricordano certi lavori dei maestri inglesi Mike Westbrooke e Michael Gibbs con le corrispettive big band di fine anni sessanta. Blue Gal of My Life si insinua con un passo elegante, attraversata da alcuni rimandi orientaleggianti.  Si tratta di una composizione riconducibile alle rivoluzioni estetiche degli anni settanta, la più datata. Questo brano - dedicato alla moglie -  fu inizialmente concepito nel 1978. Nel booklet del cd - Dino - asserisce che "il ricorso al passato può essere ancora più importante e pregnante quanto di nuovo si riesce a fare". Molto probabilmente il messaggio che il maestro vuole darci come chiave di lettura per il presente, consiste nel recupero delle radici : sia negli affetti che nella formazione storico culturale. 
Dopo questo lirico episodio arriva una musica più sostenuta e drammatica, sopratutto nell'epica "Something Old, Something New : Somehow Blues " dove vengono esplorati diversi modi di scrittura e improvvisazione, lavorando su di un classico giro blues. Il lungo e complesso brano che chiude l'opera - e da anche il titolo al progetto - si risolve in un crescendo di  "ostinato" che si insinua tra i primi piani orchestrali e l'enunciazione del tema. Two Ships in the Night  è una lenta e pensosa riflessione sul dramma esistenziale di tutte quelle vite, che di notte si giocano il diritto di esistere, attraversando le impetuose  e brumose acque del nostro comune mare.  Questa composizione riesce a raccontarci ciò che le parole non sono più in grado di esprimere. Va riconquistata la capacità di empatia. Non dobbiamo correre il rischio di perdere l'emozione, per abbracciare un disilluso cinismo tendente alla visione nichilistica dell'umanità. Dobbiamo riscoprire i valori e i principi  della Pietas e dell'umanesimo. L'accoglienza, la fratellanza, forse anche un po di sano amore verso se stessi. 

Two Ships In The Night è anche un bellissimo esempio di armonia e melodia mediterranea, un lavoro musicalmente raffinato e pregnante di bellezza tipicamente europea, ma che attinge ad una sintesi delle tradizioni certosina e peculiare, di conseguenza è indispensabile. Un album molto originale che consiglio caldamente di ascoltare.

Vi rimando alla meravigliosa recensione scritta da Neri Pollastri https://www.allaboutjazz.com/two-ships-in-the-night-dino-betti-van-der-noot-audissea-records. 


Dino Betti Van Der Noot ‎– Two Ships In The Night

Etichetta:

Audissea ‎– ADA 014

Formato: CD

Paese: Italy

Uscita: 2019

Genere: Jazz
Stile: Contemporary Jazz


Elenco tracce :

1 The Defeating Silence Of The Stars  15:35
Composed By – Dino Betti Van Der Noot

2 Those Invisible Wings    11:11
Composed By – Dino Betti Van Der Noot

3 A Thousand Twangling Instruments    10:51
Composed By – Dino Betti Van Der Noot

4 Blue Gal Of My Life   7:35
Composed By – Dino Betti Van Der Noot

5 Something Old, Something New: Something Blues   7:50
Composed By – Dino Betti Van Der Noot

6 Two Ships In The Night   14:20
Composed By – Dino Betti Van Der Noot


Società, ecc.

Recorded At – Real Sound Studio (2)
Mixed At – New Mastering Studio
Mastered At – New Mastering Studio

Accrediti

Alto Flute, Tenor Saxophone – Giulio Visibelli
Alto Saxophone – Andrea Ciceri
Bass Trombone – Gianfranco Marchesi
Clarinet, Baritone Saxophone – Gilberto Tarocco
Drums – Stefano Bertoli (2)
Drums [snare], Percussion – Tiziano Tononi
Electric Bass – Gianluca Alberti
Engineer – Ettore Gilardoni, Maurizio Giannotti, Roberto Gramegna
Flute, Alto Flute, Bass Clarinet, Alto Saxophone – Sandro Cerino
Harp [clasach] – Vincenzo Zitello
Keyboards – Filippo Rinaldo
Liner Notes – Marcello Lorrai
Piano – Niccolò Cattaneo
Producer – Dino Betti Van Der Noot
Tabla – Federico Sanesi (tracks: 3)
Tenor Saxophone – Rudi Manzoli
Trombone – Enrico Allavena, Luca Begonia, Stefano Calcagno
Trumpet, Flugelhorn – Alberto Mandarini, Gianpiero Lo Bello, Mario Mariotti, Paolo De Ceglie
Vibraphone, MIDI Controller [MalletKat] – Luca Gusella

Violin – Emanuele Parrini

Note 

Recorded 24 bit at Real Sound Studio, Milan, Italy, Spring 2019.


+ Extra :  link audiovisivo / Dino Betti Van Der Noot ‎– Two Ships In The Night



Questo mare  ... 

Nel mezzo della deriva centripeda
che è il cammino

verso casa attraverso
ulivi terrazzati sopra
e oltre colline allungate di luna 

Stan Luczkiw, Inlays ( 1998)





2 commenti:

  1. Grazie, Patrizio: hai scritto cose molto belle! Dino BvdN

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    1. Ringrazio te, Dino, per la disponibilità, la cortesia e la riflessione, considerando che questa recensione è stato anche un modo per vedere il mondo attraverso un'altra prospettiva, e maturare una maggiore sensibilità verso il prossimo, con i sentimenti e i valori, quali la solidarietà e l'empatia.

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