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giovedì 27 ottobre 2022

Il Cinema è Cultura! Onibaba - Le Assasine di Kaneto Shindo (1964)


Onibaba, Le Assassine 
un film di 
Kaneto Shindo 
(1964)




“My mind was always on the commoners, not on the lords, politicans, or anyone of name and fame. I wanted to convey the lives of down-to-earth people who live like weeds.

Kaneto Shindo

Kaneto Shindo (新藤 兼人 Shindō Kaneto, 22 aprile 1912 – 29 maggio 2012) è stato un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e autore giapponese. Era sposato con l'attrice Nobuko Otowa (1925–1994), che è apparsa in molti dei suoi film. Ha diretto 48 film e scritto sceneggiature per 238. I suoi film più famosi come regista includono Children of Hiroshima, The Naked Island, Onibaba, Kuroneko e A Last Note. Le sue sceneggiature sono state filmate da registi come Kon Ichikawa, Keisuke Kinoshita, Fumio Kamei e Tadashi Imai. Nel 1996 ha vinto il Japan Academy Prize come Regista dell'anno per A Last Note. Shindo è nato nella prefettura di Hiroshima e ha girato diversi film su Hiroshima e la bomba atomica. Come il suo primo mentore Kenji Mizoguchi, molti dei suoi film presentano forti personaggi femminili. È stato un pioniere della produzione cinematografica indipendente in Giappone, fondando una società chiamata Kindai Eiga Kyokai. Ha continuato a lavorare come sceneggiatore, regista e autore fino alla sua morte all'età di 100 anni. Shindo ha realizzato una serie di film autobiografici, a cominciare dal primo film che ha diretto, Storia di una moglie amata del 1951, sulla sua lotta per diventare uno sceneggiatore, attraverso Tree Without Leaves del 1986, sulla sua infanzia, nata in una famiglia benestante diventata indigente, By Player degli anni 2000, sulla sua compagnia cinematografica, vista attraverso gli occhi del suo amico Taiji Tonoyama, e il suo ultimo film, Postcard, diretto all'età di 98, vagamente basato sul servizio militare. fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Kaneto_Shindo


Il Giappone è un luogo ancora oggi misterioso e a tratti austero e crudo: può offrirci degli interessanti spunti per parlare della settima arte; in particolar modo laddove si vuole analizzare e prendere in esame il periodo medioevale: un'epoca  che si è contraddistinta per via di una cultura estrema e completamente differenziata dalla nostra; le cui tradizioni e leggende hanno caratterizzato un  contesto storico indubbiamente affascinante e mitizzato in Occidente. Il cinema Horror, o dei fantasmi e dei demoni è una tradizione consolidata da decenni e decenni di produzioni di successo della cinematografia nipponica. 

Il caso di Kaneto Shindo è diverso, il suo neorealismo di stampo Horror nasce come una forma di denuncia, riprendendo degli spunti da storie popolari tramandate d'epoca in epoca, questo se si analizza le condizioni di vita nel Giappone feudale fra le civiltà contadine, dove miseria e superstizione nell'universo femminile erano alla base dei delitti e delle violenze ai limiti del demoniaco. Il film è ambientato in un Medioevo funestato da guerre e governato da due imperatori, e questo contesto storico  è la cornice  per raccontare una vicenda alquanto torbida e inquietante di due donne: una suocera e una nuora che per sopravvivere uccidono soldati e samurai feriti, depredandoli di ogni avere, per poi rivendere il bottino a un avido mercante, crudele e sfruttatore.

Noi Occidentali abbiamo un'idea stereotipata dei samurai e tendiamo a vederli come delle figure moralmente degne di rispetto, insignite e apprezzate per la nobiltà interiore, e in parte sarebbe così, a tal punto che ancora oggi lo stesso Giappone li ricorda con riverenza e onore: in verità in un mondo devastato dalla guerra bisogna contestualizzare e ricordare che fra poveri contadini e miserabili non c'era nessuna regola d'onore ma solo istinto alla sopravvivenza; ogni mezzo per sopravvivere era  lecito, anche per lo stesso samurai.  

L' equilibrio fra le due donne si interrompe quando la giovane nuora intreccia una relazione con Hachi, un disertore in fuga. Ciò crea una morbosa gelosia da parte della suocera. 

E' interessante precisare che entrambe le donne vivono allo stato brado, inconsapevoli di ciò che realmente accade intorno al rifugio: della guerra percepiscono solo lontani echi, e si comportano come delle bestie selvagge rintanate in un perimetro circoscritto, vivendo le pulsioni erotiche e passionali in una forma ruvida e istintiva, selvaggia e senza troppe morali. Questo spiega il perché la donna anziana provi certi sentimenti di avida invidia nei confronti della nuora. Come se non bastasse il disertore è colui che annuncia la morte del figlio adorato, defunto marito della giovane sposa. Ora la morte è sinistra e tetra e rompe tutte le certezze possibili, anche quelle corrispondenti al sostentamento del lavoro maschile. La vecchia e la giovane sono in preda di un disperato senso di solitudine e mollezza che non le rende più in grado di mantenere fede al tacito accordo stabilito con il mercante sfruttatore (in più come già scritto gli istinti sessuali e affettivi si fanno irrefrenabili, e si concentrano verso quel giovane da accudire, infinitamente bello e prestante, vigoroso e sensuale)

Come si può rendere l'idea di tutto questo, nel 1964, in formato Cinemascope e in bianco e nero? Kaneto Shindo sfrutta la notte con la luna piena, riprende la natura impervia fra grovigli d'erba e alberi secchi  e malformi, facendo correre i personaggi proprio come le bestie.  Autoesalta il tutto con la camera e il montaggio e gli effetti rudimentali, ricavando il meglio possibile dai suggestivi scorci naturali che può produrre una nottata da lupi: infonde crudezza nella crudezza. Nel rivedere il mio dvd della Raro Video ho percepito la stessa inquietudine della mia prima volta. Posso affermare che è l'occhio di Shindo "l'effetto speciale". Il regista sa come tirare il meglio da un film.  

Per approfondire l'arte cinematografica di Shindo consiglierei i primi film d'autore e di denuncia sociale Children of Hiroshima e Hadaka No Shima (L'isola nuda )   Per le pellicole di genere - dove la tradizione Kaidan è predominante - e la cui  trattazione prende in esame le anime dei morti che ritornano in vita per punire i vivi - vanno recupearati i capolavori Kuroneko (Black Cat) e Onibaba: plot che travalicano la crudezza sociale per oltrepassare una narrazione più convulsa e sessualmente malata, psicotica e orrorifica in un trionfo demoniaco di morbosità erotica. L'aspetto decisamente peculiare e interessante di questi underground movies, sta nel fatto che Kaneto Shindo si pone in maniera critica nei confronti del retaggio culturale maschilistico della cultura nipponica classica. 


Titolo originale 

ONIBABA


Lingua originale giapponese

Paese di produzione Giappone

Anno 1964

Durata 103 min

Dati tecnici B/N

Genere epico, orrore, drammatico

Regia Kaneto Shindō

Sceneggiatura Kaneto Shindō

Produttore Toshio Konya

Fotografia Kiyomi Kuroda

Montaggio Toshio Enoki

Musiche Hikaru Hayashi

Interpreti e personaggi

Nobuko Otowa: Madre di Kichi

Jitsuko Yoshimura: Moglie di Kichi

Kei Satō: Hachi


ONIBABA - LE ASSASINE

(doppiaggio in lingua italiana)

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