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sabato 11 dicembre 2021

Il Disco è Cultura! Disamina per un romanzo di Bulgacov e un disco Jazz: Woland - omaggio a "Il Maestro e Margherita" / un progetto culturale - musicale del trio Barbiero - Manara - Sartoris. (Autoproduzione Indipendente - 2020)





Il Disco è Cultura! 

La vera musica è una legge morale che dà un'anima all'universo, le ali al pensiero, uno slancio all'immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza e la vita  e a tutte le cose, essa è l'essenza dell'ordine, ed eleva ciò che è buono, giusto è bello, di cui essa è la forma invisibile, ma tuttavia splendente, appassionata ed eterna. 

Platone

Dialoghi 400 A.C.) 


Ho un certo timore reverenziale verso questo progetto musicale realizzato da Massimo Barbiero, geniale compositore, batterista e percussionista dalle mature e consapevoli capacità concettuali e organizzative, qui affiancato dalla bravissima violista Eloisa Manera e da un giovane talento del pianoforte qual è Emanuele Sartoris. Woland omaggio a "Il Maestro e Margherita" è un capolavoro. Non potrei aggiungere nulla a quanto è già stato scritto da Davide Lelmini nelle note di copertina. 
Woland è un lavoro pervaso di una profondità espressiva e riflessiva totalizzante e appagante: e in virtù di ciò vorrei approcciare questo lavoro utilizzando una scrittura critica altrettanto in linea con tali prerogative. Sarà stimolante viaggiare in un  doppio binario dove il Jazz e la letteratura si osservano e si incontrano per ricondurre la nostra musica in una dimensione artistica di prima eccellenza.  La mia rubrica è nata per  approfondire tutti i mondi e gli universi che ruotano attorno alla musica. Cercherò dunque di sfruttare al meglio questa occasione,  perché Il Disco è Cultura e questo album musicale è ispirato al celebre romanzo  Il Maestro e Margherita di Michael Afanas'evic Bulgacov 






Il Maestro e Margherita di Bulgacov


Il Maestro e Margherita è l'opera magna di Bulgacov, uno scrittore e drammaturgo sovietico  - nato a Kiev, il 15 maggio del 1891 - e morto a Mosca, il 10 marzo del 1940 - ricordato come un uomo di grande spessore culturale e intellettuale nel novero dei grandi romanzieri del 900. Una personalità in perenne conflitto con se stesso - sovente vissuto in condizioni di indigenza - tuttavia amato da Stalin e i Soviet per via di alcuni racconti e opere teatrali in linea con la politica dei tempi, anche  per merito di alcuni romanzi che impressionarono positivamente Gogol e Hoffmann: La guardia bianca e Cuore di cane
Nonostante ciò il capolavoro conclamato di Michael Bulgacov venne pubblicato postumo - completato su indicazioni scritte del defunto dalla consorte - e ciò avvenne a causa della censura sovietica. A partire dalle traversie dell'opera in esame lo scrittore perse il consenso del regime, subendo un pesante boicottaggio. 

Il Maestro e Margherita è un'opera innovativa e si contraddistingue per via della complessità strutturale: il romanzo prende vita contemporaneamente su tre piani narrativi differenti che - in un intrigante intersecazioni di azioni - immergono il lettore in una dimensione caleidoscopica e allucinante di registri - tragico, drammatico, lirico, grottesco, satirico - come se il tutto avvenisse attraversando dei piani fisici paralleli. L'impianto teatrale forte e deciso ne regge l'apparente impossibile equilibrio: il lettore stesso si trova catapultato in un'esperienza straordinaria, come se si trovasse a trascendere in un artifizio diabolico e metafisico

In primo luogo Bulgacov traccia un ritratto della vita socialista degli anni trenta tra il realismo e il sarcasmo, poi narra la vicenda di uno scrittore - Il Maestro - emarginato dalla cultura ufficiale di regime per aver scritto un romanzo incentrato sulla figura di Ponzio Pilato. Le vicende raccontate dallo scrittore si discostano dai vangeli ufficiali e quel che ne viene fuori è una narrazione ben più ardita (a tratti comparabile con l'età contemporanea). 
Il Maestro viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico dopo aver bruciato il suo manoscritto e aver perduto Margherita (amante, artefice e fervente sostenitrice del romanzo)   Nel manicomio il Maestro incontra un poeta di regime pentito e sconvolto dall'apparizione del diavolo Woland e alcuni suoi demoni, tra cui un gatto grasso come un ippopotamo di nome Behemoth 
 
Woland appare un mattino dinanzi a due cittadini: il mediocre poeta Ivan Nicolaevic e lo scrittore e intellettuale Michael Aleksandrovic Berlioz; uno dei quali sta enumerando le prove dell'inesistenza di DioIl neovenuto non è di questo parere e cerca di convincere i due letterati. Ma c'è ben altro: egli sostiene di esser stato presente al secondo interrogatorio di Gesù da parte di Ponzio Pilato e ne dà ampia relazione. Trovandosi di fronte allo scetticismo di entrambi predice la morte di Berlioz tramite un'improvvisa e accidentale decapitazione. 
La morte dello scrittore avviene poco dopo la scomparsa del Diavolo sotto gli occhi sconvolti del poeta, che perde progressivamente il senno (una volta lanciatosi alla caccia di alcuni strani individui presenti durante l'accaduto: Korov'zev e  Behemoth)

Il Diavolo facendosi passare per professore di magia nera si presenta come un famoso artista di varietà internazionale e prende possesso di un teatro locale, mandando all'aria l'equilibro che regna nella Mosca socialista. Alimentando scandalo e sovversione per via dei suoi numeri e dei suoi sortilegi demoniaci Woland corrompe uomini e donne, dimostrando quanto la società moscovita sia fragile e inerme agli eventi, senza più né Dio a cui affidarsi e né un Diavolo da temere
.
Dunque il signore degli inferi  -  con l'aiuto dei suoi demoni - si esibisce al Teatro di Varietà di fronte a un pubblico enorme e gli accadimenti sono cosi fenomenali che alcuni spettatori devono essere ricoverati in una clinica psichiatrica [...] La stessa dove sono stati internati Ivan e il Maestro. 

Woland sceglie Mosca per il grande Sabba e appare Margherita che viene coinvolta in varie peripezie dal Diavolo e dai suoi sinistri e oscuri adepti: il pallido Abadonna con il suo sguardo mortale, il gatto Behemoth, la strega Hella, il valletto Korov’ev - soprannominato Fagotto -  e il sicario Azazello. Una delle scene più famose del libro è quella in cui Margherita vola su Mosca a cavallo di una scopa, nuda e trasformata in strega, e distrugge la casa di uno dei critici di regime che hanno rovinato la vita al Maestro.

Bulgacov scrive un romanzo nel romanzo: prendono così vita anche gli accadimenti della Gerusalemme dell'Egemone PilatoDi fronte alla bontà assoluta e all’amore di Cristo il procuratore della Giudea non resta indifferente; tuttavia egli è un uomo vile, come tale è troppo schiavo del potere per andare contro i sacerdoti e risparmiare la vita di Ha-Nozri, il Nazareno
Pilato è un personaggio tormentato, consapevole di avere crocifisso il vero Dio. Le parole pronunciate dal profeta “ogni potere è violenza sugli uomini” [...] “e verrà un tempo in cui non ci sarà un potere […]. L’uomo entrerà nel regno della verità e della giustizia […]” risuonano nel suo animo tormentato e si manifestano con forti emicranie diurne, o tetre inquietudini notturne.

E' chiaro fin da subito che Bulgacov utilizza il romanzo del Maestro incentrato sulle vicende di Pilato a pretesto, per toccare delle argomentazioni scomode e affatto gradite al regime sovietico degli anni trenta: Il potere, la verità e la giustizia! Difatti troveremo la figura di un discepolo di Ha-Nozri, tale Levi Matteo, in una delle scene più emblematiche e significative di questa storia: poco dopo essersi concluso il Grande Ballo di Satana, accanto a Woland  

L'arrivo di Satana e della sua congrega di fedeli porta scompiglio non solo fra i membri di un'importante associazione letteraria sovietica, la Massolit - luogo di convegno dell'alta società moscovita - ma in tutta Mosca.  Al gran ballo (il sabba tenutosi il giorno di Venerdì Santo) Margherita vedrà spalancarsi le porte dell’inferno e conoscerà i dannati invitati (personaggi di fantasia ma riconducibili alla società russa e al regime bolscevico)

La Margherita prescelta dal diavolo in verità ha una lontana discendenza con una regina di Francia vissuta nel sedicesimo secolo e proprio in virtù di ciò Woland le promette il ricongiungimento con il Maestro e la possibilità di salvare il manoscritto su Pilato andato bruciato. 

A Satana e allo stesso Ha-Nozri - il figlio di Dio - quanto realizzato dallo scrittore non resta indifferente. Levi Matteo raggiunge il signore dell'Inferno sul tetto di un palazzo, proprio mentre quest'ultimo osserva una Mosca terrorizzata dalle folle azioni di Korov’evBehemoth comodamente appoggiato su di una spada. Ora tutto viene discusso e deciso: la felicità eterna promessa ai due amanti e il destino del manoscritto. 

Le sorti dell'Egemone si compiranno grazie ad un passaggio di consegna: il poeta di regime Ivan Nicolaevic dovrà completare l'opera, cosicché nel regno delle ombre perfino Pilato conoscerà la gioia della quiete (non senza dei sinistri e inquietanti colpi di scena... a voi lascio la scelta di giungere all'epilogo!)

Nel 1930 Bulgakov bruciò il manoscritto al seguito delle vessazioni e delle censure di regime. Lo scrittore tornò più volte sulla storia de Il Maestro e Margherita: alla sua morte lasciò appunti e annotazioni alla moglie, che ne scrisse l'ultimo capitolo. 

Il romanzo è riuscito ad emergere dalle rigide maglie della censura, conquistando proseliti e glorie soprattutto all'estero. Ad oggi resta il libro più tradotto e celebre della letteratura russa. 
Perfino i Rolling Stones hanno attinto dalla penna immaginifica e sulfurea di Michael Bulgacov per i versi introduttivi del brano Sympathy for the Devil; per non parlare della più recente Pilate dei Pearl Jam

In Italia il massimo sostenitore del romanzo fu Eugenio Montale che contribuì alla diffusione del classico letterario maudit: Il Maestro e Margherita è un romanzo-poema o, se volete, uno show in cui intervengono numerosissimi personaggi, un libro in cui un realismo quasi crudele si fonde o si mescola col più alto dei possibili temi: quello della Passione... È qui che Bulgakov si congiunge con la più profonda tradizione letteraria della sua terra: la vena messianica, quella che troviamo in certe figure di Gogol' e Dostoevskij e in quel pazzo di Dio che è il quasi immancabile comprimario di ogni grande melodramma russo. 





Massimo Barbiero 


Massimo Barbiero nasce a Ivrea nel 1963. Studia batteria e percussioni con Fiorenzo Sordini e Giorgio Gandino - entrambi docenti affermati e percussionisti della Rai di Torino  -  successivamente partecipa a diversi stage con Jack DeJohnette, Roy Haynes, Pierre Favre, Bob Moses, Daniel Humair, Jon Christensen, Andrea Centazzo e Marylin Mazur, Steve Gadd e Peter Erskine. Si avvicina alla classica contemporanea e all'avanguardia e nel contempo si avvia  agli studi del vibrafono e della marimbaNel 1989 costituisce gli  Odwalla, un ensemble di sole percussioni, aperto anche alle voci femminili e ai danzatori: un laboratorio musicale in costante movimento di  ricerca sonora e improvvisazione ethno Jazz e di  composizione mutuata dalla musica contemporanea del novecento ( per esempio Iannis Xenakis)   

Nel lontano 1984 fonda gli Enten Eller: si tratta del progetto musicale più longevo e duraturo, originatosi dalla sinergia creativa e artistica che intercorre tra Massimo Barbiero e il chitarrista Maurizio Brunod. Nel corso del tempo gli Eller hanno affrontato diversi cambi di formazione, evolvendosi in un nucleo di compositori e improvvisatori aperto alle collaborazioni e alle interconnessioni tra  professionisti e artisti proveniente da mondi culturali differenti: la danza, la poesia, la letteratura, la recitazione, la fotografia e la videoperformance
Il cd Melquiades con ospite Tim Berne è stato votato miglior disco del mese di dicembre dalla prestigiosa rivista di settore americana Down Beat  e  l'ambizioso E(x)stinzione, un lavoro per gruppo, orchestra e guest - rigorosamente dal vivo - con stralci e momenti di poesia e denuncia sociale e politica  - è stato accolto all'estero come il The Wall del Jazz.

Lo studio che Barbiero ha svolto nell'ambito della composizione per percussioni e batteria è confluito anche in una serie di cd in solitudine legati da un tema concettuale - tra l'altro  registrati con una qualità audio pressoché eccellente -: Nausicaa, Keres, Sisifo, Mantis, Simone De Beauvoir e Fili d'ErbaOltre alle incisioni in solo troviamo quelle con i quartetti Silence Quartet e Marmaduke, e in più altre per differenziati progetti in duo e trio. 
Segnalo che alcune registrazioni di concerti dal vivo includono la performance e la coreografia per danza.  Molto coraggioso il cd Gabbia, un lavoro magistrale e sperimentale condiviso con la cantante Marta Raviglia; avventuroso Denique Caelum, con la collaborazione della cantante Rossella Cangini del Silence Quartet  
Massimo Barbiero è riuscito a creare un proprio linguaggio universale partendo dalla cultura mediterranea, per poi guardare all'Europa e al resto del mondo. E' un bravissimo insegnante e  anche un affermato animatore e organizzatore di eventi culturali a Ivrea: Ivrea Jazz e il Papyrus Festival. Per approfondimenti http://www.massimobarbiero.com/IT/index.php



Eloisa Manera


Eloisa Manera è una violinista, compositrice di origini italospagnola con studi classici e orientamenti musicali sperimentali, attiva in svariati ambiti: dal post free all'avanguardia, alle contaminazioni con la minimal music e l'elettronica post rock. Questa vasta gamma di stili le ha permesso di dare vita ad una fioritura di progetti interessanti e trasversali, dove la tradizione classica e le forme sperimentali si sono amalgamate in un'attitudine originale allo sperimentalismo dell'Impro Jazz
Senza mai risultare ostica Eloisa Manera si è ritagliata una voce personale nel Jazz contemporaneo italiano e internazionale.  Ha collaborato con Herbie Hancock, Karl Berger, Ralph Alessi, Chris Cutler, Keith e Julie Tippett, Mike e Kate Westbrook, Adam Rudolph, Cyro Baptista, Enrico Intra, Andrea Dulbecco, Paolo Fresu, Roberto Cecchetto, Marco Remondini, Amalia Lopez Chueca, Yigit Ozatalay, Yasuno Katsuki ecc ecc. 

Eloisa Manera ha iniziato a suonare a 8 anni senza mai fermarsi. Si è laureata nei conservatori di Venezia, Cremona e Milano e ha studiato anche in U.S.A, Germania e Spagna. La troviamo nei meravigliosi progetti di classica contemporanea dei violoncellisti Giovanni Sollima e Mario Brunello.

Il cd Rondine - pubblicato dalla Almendra Music - è un'incisione concepita in completa solitudine dove lei esplora le infinite possibilità del violino, grazie all'utilizzo di loops e field recordingsInvisible Cities è un pregevole e raffinato lavoro orchestrale per medio ensemble, ispirato all'opera di Italo Calvino e si tratta di un libero adattamento del romanzo le Città Invisibili. L'album è un viaggio sonoro negli undici gruppi tematici che abbracciano le cinquantacinque città, dove sei duetti improvvisati si intersecano con cinque settetti (uno schema che rievoca la struttura del romanzo). Il Cd viene pubblicato dalla Aut Records ed è dedicato alla madre Juanita. Segnalo alcuni album in duo e in trio: Phase Duo con Stefano Grego, Hobo con Massimo Giuntoli, IST Italian String Trio con Maurizio Brunod e Emanuele Sartoris 

Per approfondimenti e informazioni dettagliate vi consiglio caldamente di entrare nel sito ufficiale di Eloisa Manerahttps://www.eloisamanera.com/ 



Emanuele Sartoris 


Emanuele Sartoris è un giovane pianista di talento che si avvia ai rudimenti dello strumento fin dai 10 anni, apprendendo rapidamente tutti gli stili classici e moderni: tra cui il blues e il Jazz.  Approda allo studio della musica afroamericana da studente professionale frequentando i seminari di improvvisazione e composizione, e si diploma sotto la guida di Dado Moroni presso il conservatorio di Torino, dove consegue anche la Laurea di Composizione e Orchestrazione con il massimo dei voti sotto la guida di Furio Di Castri  e di Giampaolo Casati. Presso la prestigiosa Julliard di New York frequenta dei corsi di perfezionamento e prende contatti con gli ambienti musicali del posto, per poi fare ritorno nel capoluogo piemontese con un ricco background e una piena sicurezza delle proprie possibilità espressive e strumentali. 

Suona in numerosi festivals nazionali e internazionali, tra cui il Torino Jazz Festival e Open Papyrus Jazz Festival  di Ivrea (dove prende contatto con Massimo Barbiero e Maurizio Brunod) Partecipa al disco celebrativo del chitarrista Maurizio Brunod titolato Maurizio Brunod Ensemble (Caligola,2020.): si tratta di un'incisione eponima che vanta la presenza di musicisti eccellenti, quali Daniele Bonaventura e Gianluigi Trovesi. Viene coinvolto da Massimo Barbiero in Woland  - omaggio a "Il Maestro e Margherita". Ha inciso per la Dodicilune l'interessante I Suoni del Male - un cd in duo con i contrabbassista Marco Bellafiore - e il piano solo I Nuovi Studi. I due lavori sono stati ben accolti; sia dalla critica che dal pubblico.  

Sartoris fa anche un'esperienza televisiva di una certa importanza come ospite fisso del programma musicale Nessun Dorma, condotto da Massimo Bernardini  e andato in onda su Rai5. Questa opportunità frutta anche un cd dal titolo Téchne, condiviso con i compagni di studio Night Dreamers (la resident band del contenitore culturale) Grazie a questa vetrina mediatica si confronta con dei musicisti storici: il pianista  Patrizio Fariselli degli Area, il trombettista Enrico Rava, il cantautore Eugenio Finardi (e molti altri protagonisti della musica italiana di qualità)  

Per delle  informazioni più dettagliate e complete vi allego il link del sito di Emanuele Sartoris. Nella home page trovate la presentazione del suo ultimo progetto discografico: http://www.emanuelesartoris.com/index.htm     



La recensione del cd  Woland - omaggio a "Il Maestro e Margherita" 


E' particolarmente emozionante recensire questa autoproduzione discografica indipendente, poiché a mio avviso si tratta di un capolavoro in parte ignorato dalle riviste di settore e dalla critica nazionale, nonché il  migliore album di jazz italiano del 2020. 
Ogni progetto artistico e creativo ruotante intorno alla persona di Massimo Barbiero si trasforma in un risultato eccellente e ogni musicista coinvolto ha la fortuna di vivere un'esperienza professionale e umana rara e significativa. 
Il maestro si è distinto da sempre come catalizzatore di idee originali e all'avanguardia. Il suo è un percorso ricco di humus culturale, eterogeneo e complesso: gli anni passati dentro la Olivetti, la costituzione degli Enten Eller e degli Odwalla, i primi festivals, l'insegnamento e tante altre iniziative professionali che gli hanno permesso di raggiungere differenti pubblici e mercati nel resto del mondo.
Massimo Barbiero non è soltanto un musicista che sa ciò che vuole dai propri collaboratori per ottimizzare degli eccellenti risultati artistici: da studioso e uomo pratico e meticoloso è prima di tutto un leader creativo, ma generoso, perciò chiede ai suoi compagni di viaggio una grande fiducia e onestà intellettuale: requisiti necessari per originare un modus operandi paritetico, senza individualismi narcisistici e spettacolarizzazioni da divi capricciosi dello strumento (una deriva plateale sempre più ricorrente nel Jazz odierno)

Woland - omaggio a "Il Maestro e Margherita" potrebbe catturare l'attenzione degli ascoltatori particolarmente esigenti che sono soliti frequentare il Jazz da camera e la musica classico contemporanea di confine. Altri, ascoltandolo, potrebbero pensare di incasellarlo in etichette come il folclore immaginario e l'impro Jazz - a mio parere a torto, perché Woland non è niente di tutto questo - e ogni tentativo di etichettarlo in uno stile musicale non renderebbe giustizia all'opera, che gode di un fascino letterario e poetico senza precedenti.  
Ogniqualvolta che l'ho ascoltato - leggendo e rileggendo alcuni passi del romanzo di  Bulgacov - sono come entrato in una dimensione sonora a sé stante, felicemente emozionante e descrittiva, ma anche pregna di un silenzioso equilibrio contemplativo e riflessivo interiore. La ricerca musicale di Massimo Barbiero è scaturita  da innumerevoli indagini e quesiti filosofici e  letterari, svolti  in completa solitudine (dal mito e le gesta di Sisifo a Il Maestro e Margherita

Il nostro ha saputo scegliere i compagni di lavoro più congeniali e ricettivi, sia in quanto a sensibilità umana e maturità artistica, sia per quel che concerne la giusta e doverosa serietà professionale: requisiti  che sono necessari per trattare tali tematiche di alta erudizione umanistica e letteraria. Il trio ha interiorizzato e trasmutato in suoni un capolavoro del novecento sfiorando il miracolo della visione (di cui mi faccio testimone!) 
Eloisa Manera è la migliore rivelazione degli ultimi anni: la violinista si è distinta grazie ai suoi bellissimi lavori solistici; inoltre ha saputo arricchire il proprio linguaggio musicale partecipando a una cospicua serie di collaborazioni di ragguardevole spessore.  Emanuele Sartoris è un pianista dal tocco raffinato, pervaso dalla grazia emotiva e una fine sensibilità melodica: sotto la direzione di Barbiero ha offerto il meglio di se, componendo due temi: Hella (il tema della strega e della sensualità, scelto per il video promozionale) e il conclusivo Pilato (il tema del potere temporale) 

I temi di Massimo Barbiero sono predominanti: la sua visione sonora è un jazz mediterraneo di narrazione che abbraccia il mondo in un sacrale e trascendente flusso di suoni "danzanti". Nel convogliare il proprio sapere umanistico e filosofico in una certosina organizzazione concettuale di suoni, egli sviluppa le proprie azioni musicali in una fusione erudita e universale: in relazione alle immagini, al pensiero, alla parola e alla danza.
Woland rientra in un novero di incisioni caratterizzate da tematiche e concetti alti che animano da sempre il cammino della razza umana (la filosofia, la letteratura e la spiritualità) Sintetizzando il significato di alcuni brani: se Abadonna è associato alla guerra, Il Maestro viene identificato con la ragione e Margherita con l'istinto, Woland è il male necessario: che cosa sarebbe il tuo bene, se non esistesse il male, e che aspetto avrebbe la terra se le ombre sparissero?  

La suite dei tre demoni è il magistrale contributo come compositrice di Eloisa Manera. E' suddivisa in tre sezioni - o voci narranti - che si identificano nella decadenza del potere e nella corrosione sociale: Behemoth (il caos) Korov'ev (la corruzione) Azazello (la violenza). 
I tre demoni sono la caratterizzazione perfetta dei drammi di ogni civiltà, passata e moderna: quando le ombre del male subentrano e l'eclissi della ragione e dello spirito acceca temporaneamente ogni soggetto sociale. La violinista firma anche il disegno di copertina con uno dei suoi dipinti.

Senza il male Michael Afanas'evic Bulgacov non avrebbe concepito un romanzo annoverato tra i più significativi del novecento: Il Maestro e Margherita.  Se non esistessero le ombre io non avrei di certo preso a pretesto la recensione di un disco come Woland per comprendere meglio me stesso come uomo, imparando a leggere il senso della mia stessa esistenza. 
La mia scrittura ha preso forma nel corso del 2021, durante la seconda gestazione della crisi pandemica Covid -19, in uno scenario globale infausto e complesso, assai greve e non troppo distante dalla Mosca del romanzo. Il fallimento della globalizzazione, la cui crisi di sistema è  sotto gli occhi di tutti, lascia ai posteri una disperata scia di decadenza sociale, politica e umana. 

Alcuni musicisti hanno il talento di tradurre in emozioni musicali il corso della storia: sta poi a noi intercettare la vibrante bellezza che trascende dalle loro creazioni.  Per acquistare l'album Woland - omaggio a "Il Maestro e Margherita"  e sostenere i musicisti che lo hanno realizzato vi allego il seguente linkhttps://barbieromanerasartoris.bandcamp.com/album/woland-2

Il Disco è Cultura - esattamente come la grande letteratura - per mantenere viva la memoria storica e attuare un significativo e sostanziale cambiamento, almeno per quel che concerne il nostro privato.
 


 








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